• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Recensioni > Paulo R. Pires, Gianfranco Pecchinenda e la metamorfosi del "metodo" (...)

Paulo R. Pires, Gianfranco Pecchinenda e la metamorfosi del "metodo" Vila-Matas

Abituato ad utilizzare scrittori e poeti, più o meno celebri, come personaggi dei suoi stessi libri, Enrique Vila-Matas, autore catalano oramai celebre in tutto il mondo, si è ritrovato recentemente nella curiosa situazione di dover assistere egli stesso ad una pirandelliana moltiplicazione delle metamorfosi della propria identità (o come altro potremmo definirla?): da autore che inventa splendide finzioni sulla vita di altrettanti autori, a personaggio di finzioni scritte da altri scrittori, protagonista di vicende immaginate da altri come lui.

Non stiamo parlando di saggi in cui l’imponente opera dello scrittore viene sovente fatta oggetto di analisi critica, linguistica, testuale, ma di veri e propri racconti e romanzi di finzione, come quelli recentemente pubblicati in Brasile e in Italia da Paulo Roberto Pires e Gianfranco Pecchinenda.

Nel primo caso, un libro appena uscito per i tipi di Alfaguara con il titolo Se um de nós dois morrer, si tratta di un ingegnoso e raffinato gioco di specchi in cui viene messa in scena, in modo spesso ironico, la soffocante difficoltà dell’ambiente letterario, attraverso la metafora di uno scrittore che si perde nel complesso labirinto tra l’arte e la vita.

Theo, un giovane scrittore frustrato dall’insuccesso del suo primo libro, soffre della classica paralisi creativa, e finisce per soccombere a quella pulsione distruttiva a cui è soggetto ogni autentico autore consapevole del proprio fallimento. Sophia, la sua ragazza, ritroverà il corpo senza vita di Theo e una busta a lei indirizzata in cui le viene chiesto di realizzare un suo ultimo desiderio: far pervenire a Enrique Vila-Matas una sorta di manoscritto di un'opera che non è mai esistita. Per esaudire tale richiesta, Sophie parte per Paraty, dove è in corso una Fiera Internazionale del Libro (alla quale realmente, nel 2005, Vila-Matas aveva effettivamente partecipato come autore invitato). A partire da questo evento si dipaneranno una serie di avvenimenti in cui la commistione tra letteratura, biografia e finzione renderà possibile a Paulo Roberto Pires di realizzare uno stupefacente inventario artistico sulla straordinaria potenza della forma letteraria di ispirazione vila-matasiana.

Anche nel secondo romanzo, Essere Ricardo Montero, apparso circa un anno prima per le Edizioni Lavieri, Gianfranco Pecchinenda ha, tra i suoi spunti principali, un incontro tra un personaggio di finzione (il narratore) e lo scrittore Enrique Vila-Matas, realmente verificatosi nel 2009, mentre quest’ultimo partecipava alla presentazione dell’edizione italiana del Dottor Pasavento all’Istituto Cervantes della città di Napoli. Anche qui uno scrittore, nel raccontare la storia della sua passione per i libri, tende a confondere continuamente i diversi piani dell’esistenza, aggiungendo però, come novità assoluta, e ulteriore elemento di confusione identitaria, la presenza delle nuove tecnologie della comunicazione, e in particolare di un potente e pervasivo social network come Facebook.

Insomma due appassionanti incursioni letterarie derivanti dall’applicazione di quella che potremmo definire una nemesi del “metodo” Vila-Matas, messa in opera da due autori irrimediabilmente coinvolti dallo stupore dell’infinito potere di seduzione della letteratura.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares