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Pasolini: l’altra vittima della strage di Bologna

 
Pier Paolo Pasolini (3P), figura tra le più insigni della letteratura e dell'arte italiana del Novecento, è stato assassinato barbaramente ad Ostia nella notte tra il 1° ed il 2 Novembre 1975

Come potrebbe allora mai essere ulteriore vittima di un attentato tra i più nefasti e terribili dell'Italia degl'anni di piombo, accaduto il 2 agosto 1980, cinque anni dopo, alla stazione di Bologna? Eppure di quell'attentato di cui si è giunti ad arrestare gl'esecutori, e per cui esiste il dovere inderogabile per uno Stato civile di giungere ai mandanti ed alla loro consegna alla giustizia, come ha asserito oggi alla commemorazione la Presidente della Camera Laura Boldrini, si sa per certo che le indagini furono fuorviate e depistate da Licio Gelli, famigerato capo della P2, per questo condannato insieme a uomini dei servizi.

E' certo anche il coinvolgimento della banda della Magliana. Dunque strage di Stato. Ebbene, Pier Paolo Pasolini di quella strage non solo parla, ma la descrive minuziosamente. Descrive il contesto che a quella strage porterà e che la implica di necessità. La implica in quel contesto che implica già l'assassinio del Presidente dell'ENI, Enrico Mattei.

Il contesto originario anzi - quello da cui si parte - è proprio quello che porterà all'attentato a Mattei, commissionato alla mafia dalle compagnie francesi, dei cui retroscena dettagliati era a conoscenza il giornalista Mauro de Mauro, amico di Pasolini e che a questi li avrebbe rivelati. Mauro de Mauro è stato anch'egli per questo ucciso. Pasolini avrebbe smascherato - o voluto smascherare - l'assassino di Mattei nell'ultima e purtroppo incompiuta sua opera: lo stupendo Petrolio, un satyricon in chiave moderna, dove a pagine anche di grande filosofia - bellissimo il tema metafisico - si aggiungono le molte altre in cui è sviluppato il ritratto della società italiana del Novecento e di volti tipici di essa dalle classi più infime a quelle più elitarie in uno smascheramento straordinario in cui la figura del nuovo presidente dell'ENI, Cefis, è ritratto non solo nella sua scissione psichica alla Jekyll/Hyde, ma anche nella sua bisessualità e nelle sue perversioni squallidissime.

Il potere si intreccia fittamente alla sessualità, perché, e Pasolini lo dimostra accuratamente, per Cefis (Carlo di Tetis nel testo), ma anche per altri personaggi dell'egemone classe economico politica, il sesso è potere ed il potere è vissuto nei modi della sessualità. Sullo sfondo, tra le moltissime altre cose, c'è anche il golpe Borghese. La trama di potere economico e politico che porta, anzi necessariamente implica, l'assassinio di Mattei è smascherata magistralmente da Pasolini, ma essa non si ferma assolutamente lì: prosegue decisa - e d'altronde l'assassinio di Mattei era storicamente già avvenuto - ed arriva alla strage della stazione di Bologna (nel testo pasoliniano è quella di Torino) ed oltre.

E' doveroso soffermarsi sul fatto che la strage alla stazione, al pari che l'attentato a Mattei, è una implicazione necessaria e non prescindibile. E' curioso che il testo pasoliniano non sia stato preso agli atti né per il caso Mattei, né per il caso de Mauro, né per il caso Pasolini e neppure per la strage di Bologna. Eppure, almeno per lo stesso caso Pasolini, sarebbe stato doveroso.

 
Foto: Pasolini alla tomba di Gramsci (Wikimedia)
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.62) 3 agosto 2013 11:37

    Non sarebbe meglio smetterla di tritare e ritritare luoghi comuni e lodi su personaggi o episodi degli anni settanta autocelebrati spesso dai finti intellettuali di sinistra che vi vivevano e prosperavano?

    Pasolini scrisse qualche bella poesia e fece qualche discreto film ma ne fece anche di orribili e sparo’ cretinate giganti su pauperismo e terzomondismo. Non e’ che sia stato sopravvalutato un pochino? 

    Giovannni Dalla-Valle

    • Di (---.---.---.32) 3 agosto 2013 11:50

      sopravvalutato? Vai all’estero a vedere cosa pensano di Pasolini, così ti rendi conto quanto in realtà la sua figura di intellettuale ed artista in Italia, sia del tutto sottovalutata, se non addirittura snobbata. Quando l’ho portato all’esame di maturità, la mia prof. di filofofia non sapeva nulla di lui. Altro che sopravvalutato.

    • Di (---.---.---.62) 3 agosto 2013 13:21

      Beh, non so cosa intendi per estero, ma io vivo in UK da vent’anni e sono cittadino britannico. Il nome di Pasolini e’ conosciuto in modo vago e superficiale, piu’ spesso a livello di elite accademiche, per quell che ne so. Un po’ come Umberto Eco, Dario Fo, Roberto Benigni e altre icone mediocri della sinistra italiana.

      Io lo conosco sicuaramente bene. Ho visto quasi tutti I suoi film, ascoltato molte sue interviste e letto alcune sue poesie. Molto bella la Ballata delle Madri di cui Vittorio Gassman diede una bellissima interpretazione. Seppe anticipare anche le devastazioni psico-sociali e il decadimento educazionale che avrebbe portato la TV.

      Pero’ resta stantio e patetico, con il senno del poi, su tante posizioni, per esempio il comunismo, il pauperismo e il terzomondismo da fine epoca colonialista. Molto piu’ Avanti di lui un’Oriana Fallaci, quella si’ nota in tutto il mondo, anche se a sinistra non si dice.

      Ma soprattutto vorrei puntuallizare una cosa per te, caro sostenitore innamorato pazzo del celebre 3P: essere conosciuti all’estero NON E’ SINONIMO DI BRAVURA. Ci sono fior fiori di cretini e falliti che sono conosciuti in tutto il mondo per le CAGATE che hanno fatto, scritto o pubblicato. E’ facilissimo essere famosi per un po’ nella societa’ mass-mediatica di oggi.

      Piuttosto e’ un atteggiamento molto PROVINCIALE usare questo metro di giudizio piuttosto che quello dei CONTENUTI effettivi delle opera di un autore. Va meglio cosi’?

      Giovanni Dalla-Valle

       

      PS: Che la tua professoressa non lo conoscesse (in Italia) mi stupisce dato che 3P era spessissimo in televisione in quegli anni (salvo attaccarla ferocemente ad ogni pie’ sospinto ma intanto pero’ ci andava!).

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