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Partito Saharawi: Il Polisario è un problema per i saharawi

Salah Khatri, "il Polisario sta diventando un problema per i saharawi”, apparendo, sempre di più ''come un fattore di disordine nazionale e internazionale''. Cosi si è espresso annunciando la nascita di Rassemblement Sahraoui Démocratique (RSD)

Salah Khatri, originario delle tendopoli di Tindouf, controllate con pugno di ferro dai separatisti del Polisario in Algeria, ha spiegato la svolta, dicendo che “abbiamo fatto fiducia al Polisario da più di 35 anni, ma oggi si pensa che non ci rappresenta più”. Davanti al fallimento del Polisario a condurre a un regolamento della questione del Sahara, i giovani disperati nelle tendopoli hanno deciso di prendere la situazione a mano.

''Un avvenire basato sulla democrazia, la giustizia e la libertà'': è quanto si propone, per i Saharawi, il Rassemblement Sahraoui Democratique (RSD), costituito di recente in Francia, e che ha presentato il suo programma che ha come obiettivo dichiarato quello di rompere con quelle che definisce le pratiche ''tiranniche'' del Polisario, che, dopo 35 anni, a causa della sua chiusura politica verso tutte le ipotesi di trovare una soluzione politica alla questione del Sahara, non riesce a ottenere risultati e nei confronti del quale si pone come una ''alternativa democratica''.

Presentando la nuova formazione politica, il suo portavoce, Salah Khatri, ha detto che il RSD è nato per consentire ai saharawi di potere scegliere, liberamente, i propri rappresentanti e per favorire una ''soluzione politica condivisa'', che tenga conto degli ''interessi della nostra regione, il Maghreb''.

Uno degli obiettivi dichiarati del partito è quello di creare le migliori condizioni per ''l'instaurazione della democrazia nei campi di Lahmada'' in sud ovest algerino, accusando il Polisario di non essere in grado di uscire dall'impasse attuale, contribuendo alla ''perdita della speranza e all'assenza di democrazia'', ha sottolineato Khatri, facendo riferimento soprattutto alla disperazione che domina sui giovani saharawi.

Noi, ha aggiunto, ''siamo la soluzione politica e sociale per il nostro popolo”. Il Polisario, per il RSD, basa ormai il suo potere su ''pratiche di nepotismo, di tribalismo e corruzione'', apparendo, sempre di più, ''come un fattore di disordine nazionale e internazionale''.

In particolare, Khatri ha fatto riferimento allo stallo dei negoziati che, da tempo, si tengono vicino New York sotto l'egida delle Nazioni Unite, tra Marocco, Algeria, Mauritania, Polisario e gli amici del Sahara, Spagna, Francia...

Il Rassemblement si è anche dato un programma che, essenzialmente, si basa sulla volontà di ''rispettare le decisioni delle istituzioni e le rappresentanze internazionali e, in particolare, per ottenere una soluzione politica condivisa negoziata''.

Il nuovo partito, anticipando le eventuali perplessità sulla sua effettiva rappresentatività in seno ai saharawi, ha detto di essere presente, in modo ''discreto'', con propri comitati, nei campi dei profughi e anche in cinque Paesi europei, oltre che in Mauritania e nello stesso Marocco.

Il primo appuntamento ufficiale del Rassemblement Saharawi democratique dovrebbe essere il proprio congresso, da tenersi tra novembre e dicembre, probabilmente nei campi di Tindouf.

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