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Paola Del Din partigiana italiana, Anatolij Korol eroe straniero, Anastasia e io...

Il 17 settembre, mi squilla il telefono e sento dall' altra parte una voce determinata e gentile che mi chiede se sono io Doriana Goracci di Capranica, mi ha cercata da tempo per una firma via web per sostegno alla famiglia di Anatolij Korol, ormai senza nessun tipo di supporto economico, uomo onesto e coraggioso, immigrato ucraino 38enne che venne ucciso durante una rapina in un supermercato perché, unico tra i presenti, ebbe il coraggio di affrontare a viso aperto i malviventi.

Dopo parecchi minuti capisco che è una signora di 92 anni,e mentre parla sto guardando su internet chi sia veramente e scopro che si chiama Paola Del Din, nata a Pieve di Cadore (Belluno), nel 1923, insegnante, Medaglia d'Oro al Valor Militare, presidente della FIVL, ancora tanto bella...

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Il 17 settembre, mi squilla il telefono e sento dall' altra parte una voce determinata e gentile che mi chiede se sono io Doriana Goracci di Capranica, mi ha cercata da tempo per una firma via web per sostegno alla famiglia di Anatolij Korol, ormai senza nessun tipo di supporto economico, uomo onesto e coraggioso, immigrato ucraino 38enne che venne ucciso durante una rapina in un supermercato perché, unico tra i presenti, ebbe il coraggio di affrontare a viso aperto i malviventi.

Dopo parecchi minuti capisco che è una signora di 92 anni,e mentre parla sto guardando su internet chi sia veramente e scopro che si chiama Paola Del Din, nata a Pieve di Cadore (Belluno), nel 1923, insegnante, Medaglia d'Oro al Valor Militare, presidente della FIVL, ancora tanto bella...

E veniamo al perché mi ha telefonato: voleva incoraggiarmi per questa scelta della petizione perAnatolij Korol (45.343 firme al momento di questo post), cittadino ucraino morto per aiutare una commessa minacciata da criminali.

Si, avevo scritto un articolo e poi preparatouna petizione per Anatolij Korol che pur non avendo un lavoro fisso in paese, si prestava a qualsiasi tipo di mansione pur di mantenere la propria famiglia: "È importante in queste giornate dove corre tanta solidarietà e tanto odio nei confronti degli stranieri, riconoscere chi si è distinto per generosità e umanità, fino a rimetterci la propria vita". 

La cronaca ce lo descrive così Anatolij Korol: "La vittima, residente a Castello di Cisterna da diversi anni, e con regolare permesso di soggiorno, era molto conosciuta in paese così come tra i clienti del supermercato, che ricordano il 38enne come «un gran lavoratore». Padre di tre bambini, Korol è ricordato soprattutto per la sua disponibilità incondizionata verso quelli che ormai erano diventati i suoi compaesani."

Ora vi riporto brevemente chi è questa signora Paola Del Pin:

"Si era appena laureata in Lettere all'Università di Padova quando, sopravvenuto l'armistizio, entrò nelle file della Resistenza veneta con il fratello Renato, di un anno più vecchio di lei e che sarebbe caduto pochi mesi dopo a Tolmezzo, durante una temeraria azione contro una caserma della milizia fascista. Dopo la morte del fratello, Paola s'impegnò ancor più nella lotta antifascista. Con il nome di "Renata" assolse numerosi e rischiosi incarichi, come staffetta ed informatrice, sino a che non riuscì a raggiungere fortunosamente gli Alleati a Firenze, latrice d'importanti documenti. Una volta nell'Italia liberata, la ragazza chiede di frequentare un corso per paracadutisti, per poter tornare più facilmente al Nord, ancora occupato dai nazifascisti. La sua determinazione è tale che viene accontentata ed addestrata a San Vito dei Normanni. "Renata" prende parte ad undici voli di guerra. Chiede ed ottiene che gli inglesi liberino e facciano tornare in Italia il padre Prospero, ufficiale degli alpini prigioniero in India. Alla vigilia della Liberazione si fa portare in aereo su una zona del Friuli, dove deve prendere contatto con una Missione alleata; tocca terra in malo modo, si frattura una caviglia, ma riesce faticosamente a raggiungere i partigiani e a consegnare a chi di dovere i documenti che ha con sé. Negli ultimi giorni della guerra di liberazione, ancora claudicante, Paola Del Din attraversa a più riprese le linee di combattimento, per portare messaggi ai reparti alleati in avanzata. Dopo la Liberazione, vinta una borsa di studio, se ne va negli Stati Uniti. All'Università di Pennsylvania consegue il titolo di "Master of Arts". Tornata in Italia, la Del Din si dedica all'insegnamento nelle scuole medie. Nel 1957 riceve la massima ricompensa militare italiana, nella cui motivazione si legge: "Bellissima figura di partigiana, seppe in ogni circostanza assolvere con rara capacità e virile ardimento i compiti affidatile, dimostrando sempre elevato spirito di sacrificio e sconfinata dedizione alla causa della libertà"

Dopo la telefonata, Paola che non è su Facebook ma sa usare internet, mi ha dato la sua mail e donato anche queste parole: "Ho letto il suo scritto, molto corretto ed essenziale. E’ veramente un gran peccato che persone così generose non debbano aver successo nella vita; ma forse lui è riuscito a crearlo per la sua famiglia con il suo coraggio generoso. Mi auguro che venga mantenuto ciò che è stato promesso e che i due delinquenti scontino senza agevolazioni la loro pena, tanto più per la situazione e le responsabilità del padre nella loro formazione mentale. La Libertà per la quale abbiamo sofferto e lottato non è questo essere privi di principi di onestà e di moralità , a causa dei quali ogni regione d’Italia è più o meno a disagio. La saluto con molta cordialità, lieta di avere fatto la sua conoscenza telefonica". 

 

Riguardo a come sono andate le cose e che effetto poteva avere avuto la petizione da me organizzata su Change.org ecco quanto ho trovato"Il Comune di Castello di Cisterna pagherà i funerali e proclamerà il lutto cittadino. Il proprietario della catena dei supermercati Piccolo si è impegnato a sostenere economicamente la donna e le sue figlie: «La famiglia di Anatolij ora è anche la mia», avrebbe detto dopo le condoglianze alla vedova. «È stato un eroe civile», ha detto di lui il governatore della Campania De Luca."


Su Facebook invece,ci sono i suoi assassini Gianluca Ianuale, 20 anni, e Marco Di Lorenzo, 32, entrambi figli (Di Lorenzo non riconosciuto anagraficamente) di Nicola Ianuale, un ex capoclan oggi in carcere per associazione mafiosa, omicidio e altro e con asserzioni di affetto e faccine ma non mi interessa amplificare questo infelice grottesco e tragico aspetto.
 

Dalla stampa ho poi appreso dell'esistenza di una meravigliosa figlia di 15 anni,che si chiama Anastasia,una pagella con la media del 9 nonostante sia in Italia da appena 6 anni:«Appena ci hanno informato che i due rapinatori erano stati arrestati ho abbracciato forte mia madre e abbiamo pianto. Ma non c’è odio nel nostro dolore, solo tanta disperazione perché mio padre non tornerà mai più tra noi».

Al telefono da Koodiyvka - piccolo paese dell’Ucraina a 500 chilometri da Kiev, vicino al confine moldavo, Anastasia Korol, che in Italia è assistita dall’avvocato Giuseppe Gragniagnello, parla sottovoce ma in modo limpido, chiaro, solo a tratti interrotto dall’emozione. La pronuncia è perfetta.

«Anche se sono nata in Ucraina, il mio Paese è l’Italia. Una settimana fa l’avrei voluta abbandonare perché in Italia mio padre ha trovato la morte, ma poi con mia madre abbiamo capito che è nostro dovere realizzare il suo sogno di riscatto. Dobbiamo fare quello che lui avrebbe voluto.Prima è arrivato mio padre, tre mesi dopo mia madre che però non ha trovato un lavoro adeguato alla laurea e così ha iniziato a fare le pulizie in casa. Io per tre anni sono rimasta in Ucraina con i nonni, poi quando avevo 9 anni li ho raggiunti». Passato e presente si alternano nel racconto di Anastasia e il pensiero corre di nuovo ai due giovani fermati: «Uno ha appena 5 anni più di me. Dice cha ha ucciso perché sono poveri, che a casa hanno i mobili vuoti. E noi che cosa siamo? Mio padre lavorava come muratore dalla mattina alla sera e mai in nero, sempre con il contratto in regola. “L’onestà è la prima cosa, tu pensa a rispettare la legge, a studiare e ad aiutare chi ha bisogno e vedrai che nella vita ce la farai” mi diceva. E così avrebbe educato anche la mia sorellina di 18 mesi. Ma questo non sarà possibile. Per fortuna avremo tanta gente che ci aiuterà, non potremo mai dimenticare quanto stanno facendo per noi i carabinieri, il sindaco di Castello e il proprietario del supermercato dov’è avvenuta la rapina».Ha frequentato le medie a Pomigliano grazie a una borsa di studio, finito il liceo scientifico vorrebbe frequentare l’università per diventare ostetrica. Ma per ora dovrà già affrontare la prima rinuncia: «Il primo giorno di scuola sarò assente perché qui in Ucraina dobbiamo sbrigare molte pratiche. Senza di lui non sarà la stessa vita».

Scrivere mai come questa volta ha avuto per me un senso e ringrazio infinitamente la signora Paola Del Din per questa lezione di vita, lei che ebbe a dichiarare in passato: «Sono una patriota, sempre senza paura. E sono determinata, è il mio carattere. Fin da piccola, a casa mia, non si parlava mai della paura, è una condizione che si mette nella testa dei bambini, ma non ha senso».
Doriana Goracci

riferimenti http://www.agoravox.it/Grazie-Anatolij-Korov-un-eroe-che.html
la petizione http://tinyurl.com/qadubk3 Un aiuto alla famiglia di Anatolij Korov, il cittadino ucraino morto per aiutare una commessa minacciata da criminali

 

Commenti all'articolo

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.87) 19 settembre 2015 19:37
    Doriana Goracci

    Ho inviato a Paola Del Din questo articolo, scritto per lei sulla sua mail, perchè Paola non frequenta nessun altro social network e mi ha risposto e non potevo non condividere con voi tutti. "Cara Doriana, ho letto con commozione le parole della giovane Anastasia : le ci vorrà tanto coraggio nella vita, per lei stessa, ma soprattutto per i suoi Cari : Quando le sembrerà di non farcela, si rivolga col pensiero al suo generoso Padre e riuscirà a trovare la via giusta . Cara Doriana, è bello incontrare persone ignote fino ad un attimo prima ed accorgersi dell’affinità di pensiero. Domani parteciperò ad una commemorazione nel Tempio di Cargnacco, eretto per la volontà dei Reduci di Russia, dove sono raccolte le ossa di circa 11000 Caduti, chi col nome e chi ignoto. Non ho avuto nessun parente in quella assurda campagna, ma ho visto partire i treni con tanta nostra gente, che non è ritornata , e ho visto tante madri , spose e orfani attendere disperatamente un segno di vita, che non è mai giunto. .nto distruggerebbe il senso del nostro essere “persone”. Buona domenica ! Paola Del Din Carnielli"

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