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Opere pubbliche: uno spreco tutto italiano

Gli esempi in Italia di edifici, strutture abbandonate o non terminate o non ancora utilizzate per diversi motivi è lunghissimo: per esempio pensiamo alle strutture “non utilizzate” per quello che doveva essere il G8 in Sardegna e poi spostato a L'Aquila dopo il terremoto.

Oppure pensiamo alla “Città dello sport” di Tor Vergata a Roma, una delle strutture che avrebbe dovuto ospitare le Olimpiadi di Roma 2020, le quali non si faranno più come tutti sappiamo: e ora tante strutture come la suddetta “Città dello sport” sono abbandonate all'incuria e al degrado. O pensiamo ancora alle strutture costruite per le olimpiadi invernali del 2006, costate più di un miliardo di euro e ora abbandonate ed inutilizzate.

L'altra sera il TG di Raiuno delle ore 20.00 ha parlato di un altro spreco: un intero complesso residenziale costruito circa 30 anni fa a Saviano, in provincia di Napoli, e mai utilizato perché ritenuto non abitabile per la mancanza dell'impianto delle fognature. E gli esempi sarebbero ancora tanti e la lista lunghissima...

Una situazione “inammissibile” per la mole di soldi pubblici spesi per la realizzazione di tante opere pubbliche. Un “dramma” che si svolge in tutta Italia, da Nord a Sud, un “dramma tutto italiano” che può essere collegato ai recenti scandali della Regione Lazio e della Regione Lombardia riguardo allo spreco del denaro pubblico.

Tanti italiani sicuramente pensano: se tutti i soldi “impegnati” per costruire tante opere pubbliche o “intascati” da politici disonesti fossero usati in tanti altri modi? Per esempio fossero usati per risparmiare tutti sul pagamento delle tasse?

L'Italia del futuro ha bisogno di tante cose: tra queste necessita di una forte limitazione degli sprechi che denotano oltre a “incompetenza” e “mala gestione” anche un “tremendo” livello di arretratezza.

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