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Opere bruciate al Cam. La protesta del direttore Manfredi

Era il mese di gennaio e il web pullulava di articoli sull’incombente chiusura del Madre, apparentemente slittata al 30 aprile grazie agli ultimi fondi stanziati per l’arte. Il “museo con la data di scadenza”, ironizzava un nostro articolo di quei giorni sul nostro portale.

Questo uno dei tanti segnali di come viene promossa l’arte in Italia, ma soprattutto a Napoli.

Qualche giorno fa è toccato al Cam, il museo di arte contemporanea di Casoria, un gesto di forte richiamo: quello del direttore Antonio Manfredi che in segno di protesta contro un’indifferenza istituzionale così sottile, ha bruciato un suo lavoro, esposto ultimamente anche al Kunsthaus Tacheles di Berlino 3 e alla 54esima Biennale di Venezia: si trattava di un ciclo di ritratti, raffiguranti i camorrista latitanti. Sulla scia di quest’azione provocatoria, il Museo di Casoria ha deciso inoltre di esporre per ora solamente le fotocopie della sua intera collezione, nella mostra “Camouflage” che è partita il 3 marzo.

Sono pochi gli investimenti a favore di questo e di altri musei, cosiddetti “di frontiera”, i quali conservano e vogliono valorizzare comunque opere importanti e di valore e intanto devono far fronte oltretutto ad atti di vandalismo.

Bruciare un’opera al giorno, l’intento e la “minaccia” di Manfredi, potrebbe servire a richiamare l’attenzione socio-politica dei responsabili massimi della cultura? A nulla servì un anno fa, per lo stesso direttore chiedere asilo politico-culturale alla Germania, sotto una bandiera che non porta tagli alla cultura. Oggi si ritrova nella stessa situazione critica e disperata.

Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico sono i principi su cui dovrebbe basarsi il Codice dei beni culturali e del paesaggio.

Forse i musei più periferici hanno meno diritto di crescere rispetto a quelli più centrali? Il valore di un’opera d’arte non dovrebbe bastare di per sé per ottenere i fondi necessari alla sua tutela e alla sua promozione? E quando anche un museo notevole come il Madre di Napoli ha problemi di sopravvivenza, allora è opportuno chiedersi la cultura di cosa andrà cibandosi andando avanti così? Nascono sempre più servizi aggiuntivi intorno all’arte, bar e caffè, negozi all’interno dei musei stessi, ma l’arte dovrebbe viaggiare da sola e le nostre istituzioni hanno il diritto di pagarle il biglietto.

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