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Onna Videocracy

Uno spettacolo "imperdibile" quello consumatosi l’altro ieri sera negli studi televisivi di Porta a Porta. La puntata esclusiva dedicata al "trionfo aquilano" del premier Silvio Berlusconi è stata in grado di monopolizzare l’attenzione dei media nei giorni scorsi ed altresì di comportare lo slittamento di due trasmissioni in programma per la stessa fascia oraria: Ballarò su Raitre e Matrix su Canale 5.
Un cambio di palinsesto così repentino che in questo paese non trova paragoni neanche in occasione del Festival di Sanremo, della finale dei Mondiali di calcio o di un attentato terroristico nel centro di New York.

Un pericoloso gioco mediatico e democratico che poteva essere sorretto solo dall’alibi della necessità di garantire a questo evento straordinario il massimo ascolto possibile.

13,47% lo share della serata. Annientato dalla contro-programmazione di Canale 5 e tallonato dal gradevole "L’ispettore Coliandro" in onda su Raidue e dalla millesima replica di Dirty Dancing su Italia 1. Uno dei peggiori indici d’ascolto nella storia di Raiuno.

Il 68,4% della popolazione italiana, fervida sostenitrice del Presidente Berlusconi, ieri sembra avergli voltato le spalle.

La trasmissione ha fornito l’occasione per parlare di tutto: l’inaugurazione di Onna, i rapporti di amore-odio con Gianfranco Fini, gli scontri politici con l’UDC di Casini, De Gasperi versus Berlusconi, "le tasse della minoranza comunista", il problema dell’informazione in Italia.

Si è parlato di tutto tranne che dell’Aquila, dei fondi stanziati dallo Stato per la ricostruzione, della sistemazione della popolazione aquilana che non godrà della lotteria delle C.A.S.E., delle tasse che gli aquilani pagheranno con tanto di arretrati dal primo gennaio, dei soldi sottratti al "bonus famiglia" per finanziare l’emergenza, delle responsabilità politiche (sempre più emergenti) sull’incuria a danno degli edifici strategici del paese, delle accuse alla Commissione "Grandi Rischi".

Su L’Aquila, all’atto pratico, si è detto ben poco. E quel poco è stato farcito, arricchito ed aggraziato da una sequela patetica di menzogne. Queste menzogne.

Minuto 5:56.
Silvio Berlusconi: "Era proprio ad Onna che noi volevamo si ricominciasse a guardare al futuro con speranza, riprendendo una nuova vita. Abbiamo deciso quindi di dare la precedenza a questo villaggio".

Era davvero forte la volontà del governo di far ripartire tutto proprio da Onna. Tant’è che il 17 maggio gli abitanti del piccolo paesino martoriato scoprivano che il governo e la Protezione Civile avevano deciso tassativamente di non aprire nessun cantiere ad Onna. I cittadini avrebbero dovuto prendere posto negli anni a seguire negli alberghi e negli edifici del piano CASE, lontano dalle loro case (o da ciò che ne rimaneva).

Solo dopo numerose ed accorate proteste, sostenute peraltro dagli enti locali, la Croce Rossa e la Provincia Autonoma di Trento si sono fatte avanti per presentare il progetto delle villette in legno inaugurate ieri. Un progetto che il vice di Bertolaso, Bernardo De Bernardinis, alla fine, si è trovato costretto ad approvare.


Minuto 9:40.
Silvio Berlusconi: "...per completare il tutto entro la fine di novembre, i primi di dicembre. Il totale di persone sfollate che saranno sotto un tetto con una villa o un appartamento completamente arredati e dotati di tutti i comfort alla fine saranno 34/35 mila".

Il piano C.A.S.E. ed il piano M.A.P. (i moduli abitativi in legno) presentati e resi operativi da Governo e Protezione Civile garantiscono una sistemazione per fine anno complessivamente per 21 mila persone. 14 mila persone in meno di quelle dichiarate dal premier, che invece, allo stato attuale delle cose, dovranno vivere per molti mesi (o più probabilmente per alcuni anni) negli alberghi dell’intera regione. Niente ville o appartamenti arredati.


Minuto 15:04.
Bruno Vespa: "Un parlamentare serio come Anna Finocchiaro, capogruppo del Partito Democratico al Senato, ci ha invitato a stare ai fatti. Lei (Berlusconi, ndr) ha dato questi numeri come fatti. Lei ha detto che entro la fine dell’anno circa 30 mila persone entreranno in case come queste (ovvero MAP e CASE, ndr). Lei lo conferma?"
Silvio Berlusconi: "Assolutamente".

Si ribadisce un’inesistente verità.


Minuto 17:23.
Bruno Vespa: "Lei (Guido Bertolaso, ndr) ha aggiunto che con la fine dell’anno lei cesserà il suo compito. Questo significa che con la fine dell’anno l’emergenza sarà finita. Questo significa che nessuno starà più fuori di una casa?"
Guido Bertolaso: "Esattamente!"


Bruno Vespa: "O ci sarà ancora gente negli alberghi?"
Guido Bertolaso: "Potrà anche essere"

Tutti avranno una villa o un condominio dove vivere. Però qualcuno continuerà a dormire vita natural durante in un albergo.

Ricorda la frase della Fattoria degli Animali, di George Orwell: "Tutti gli animali sono uguali. Ma alcuni sono più uguali degli altri".


Minuto 22:52.
Bruno Vespa, rivolto ai rappresentanti della Provincia e della Protezione Civile di Trento: "Per costruire le case avete impiegato 4 mesi. Per costruire il nostro asilo ne avete impiegati 2. Credo sia un record assoluto..."
Silvio Berlusconi: "Significa che è stato trovato un nuovo metodo di portare avanti i lavori di costruzione".

Ovverosia decidere di non costruire nulla e dare il nulla osta alla costruzione solo quando si mettono di traverso Croce Rossa, Provincia di Trento e cittadini di Onna.


Minuto 32:09.
Silvio Berlusconi: "In Umbria e Marche tutti gli interventi sono risultati incomprensibilmente più lunghi di quanto previsto..."
Bruno Vespa: "Però alla fine hanno ricostruito lì..."
Silvio Berlusconi: "Sì, con 4/5 anni di ritardo rispetto ai tempi di oggi che abbiamo imposto e che stiamo realizzando".

Non è possibile fare un solo paragone sui tempi reali, dal momento che a L’Aquila la fase di ricostruzione non è assolutamente partita. Le abitazioni in costruzione sono la scelta fatta dal governo in alternativa alle case in legno e alle case mobili.
L’unico paragone che possiamo fare è sui soldi stanziati e sui tempi previsti: in Umbria e Marche furono stanziati per la ricostruzione privata 3,5 miliardi. 10 anni di tempo. 20 mila sfollati.

L’Aquila vede destinarsi 3,1 miliardi. 23 anni di tempo. 60 mila sfollati.


Minuto 39:20.
Silvio Berlusconi: "Per tutta L’Aquila per la ricostruzione saranno necessari 5/10 anni".

La legge sulla "Ricostruzione post-terremoto" prevede una tempistica di stanziamento dei fondi pari a 23 anni. Per di più, come il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha ricordato, gli assegni mensili di 20 milioni di euro sono stati già decurtati a 10 milioni.


Minuto 1:20:09.
Bruno Vespa: "Il fatto che per la prima volta vengono date case in tempi così rapidi è un fatto eccezionale".

Sono trascorsi 162 giorni dal sisma da quando i primi fortunati hanno potuto mettere piede nelle prime case in legno.

Per il terremoto in Irpinia (celebre per la disorganizzazione e le speculazioni che gravitarono sulla ricostruzione) le prime case in legno furono consegnate 122 giorni dopo il sisma. Ed erano 50 più di quelle consegnate ieri, come ricorda bene Antonello Caporale su Repubblica di ieri.

Peccato non aver dato il via alla costruzione di case in legno e case mobili sin dal principio, al posto dei C.A.S.E.(R.M.O.N.I.). Ora il governo avrebbe potuto fregiarsi realmente di un primato assoluto di qualità.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.29) 17 settembre 2009 17:41

    Da tempo gli untori della parola fanno del pubblico dei travolti dalle informazioni. A partire dal G8-realtà contro reality spostato all’Aquila per solidarietà (bene) e per sobrietà (è costato più del previsto per la Maddalena). Il mega spettacolo mediatico messo in scena dalla troupe Berlusconiana è stato nella sostanza un esempio di millantato credito ed appropriazione indebita. Gli abitanti di Onna devono ringraziare solo la Provincia di Trento e la Croce Rossa. Come parlare di promessa mantenuta? Come garantire che da oggi a fine dicembre 90 famiglie aquilane, ogni giorno avranno un nuovo tetto? ... (c’è di più => http://forum.wineuropa.it 

  • Di Luciano B. L. (---.---.---.1) 17 settembre 2009 20:08

    Perché i Casermoni anziché le casette? Credo per metter in cantiere più cemento e più ferro.

    A L’Aquila sperimentano ciò che Lui (per conto dei cementificatori, marcegaglia & c) vuol fare con le nuove carceri e con i nuovi quartieri per giovani o per chicchessia, in ogni provincia. Quello che conta sono i ritmi di lavoro, la desindacalizzazione dei rapporti, il disprezzo per gli appalti a norma di legge, ecc, ecc. Come nella terra dei fuochi? 

    I mezzi appena usati, per quanto ignobili, danno problemi solo ai catto-comunisti od a sti giornalisti ...
    Su queste pagine, già il 18 agosto, dicevo che le casette erano della Croce Rossa e venivano realizzate da trenta-tre-trentini-di-trento [ http://www.agoravox.it/I-tempi-straordinari-della.html ]. In rete, da tempo la notizia circolava con l’immagine relativa. Ora, conviene andare oltre alla "appropriazione indebita" o al "millantato credito". Interesse privato in atto pubblico (Ma-va-là docet)? C’è il lodo! Poi, chi meglio d’un costruttore garantirà gli interessi dei costruttori? La Corte terrà in considerazione anche questo?

    Comunque, non divaghiamo troppo. Intanto, si può riflettere sul fatto che la polis d’Onna accasata da poco, non è morta con la polis d’Onna disastrata il 6 aprile, perché la comunità (restando unita) è sopravvissuta alla città (o al piccolo borgo, dove tutti si conoscono discutono e partecipano). Le casette sono anche belle ed accettabili, ma devono essere considerate solo una base provvisoria per la RI-costruzione effettiva della polis peesistente a cui tende la polis superstite. Giustino Parisse, dignitosamente, dà voce a questa istanza e, perciò, merita molto credito: il vero miracolo odierno è tutto qui.

    Altri crediti LUI vanterà nei prossimi giorni inaugurando prima i C.A.S.E. di Bazzano e di Cese di Preturo, e poi tutti gli altri diciassette. Adesso, non erano ancora pronti, ma prima o poi lo farà. Parola di Presidente. Non è la solita barzelletta. Questa volta, anche con le opere di urbanizzazione incomplete, ma con i frigoriferi pieni, farà il botto. Metterà anche le statue in giardino: in marmo bianco di Carrara come quelle dell’EUR del trapassato regime. Anziché l’arcivescovo ci sarà un cardinale. Poi, Bertolaso potrà farne altri con tanto ferro e tanto cemento.

    Mi preme mostrare anche dove sorgeranno, quindi, a presto.

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