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Omofobia e diritti: USA ed Europa in avanti. Italia in retromarcia, complice la Chiesa

È datata 2 gennaio 2013 la notizia che informa che Maryland, Maine e lo stato di Washington sono i primi Stati americani ad approvare le unioni civili omosessuali con un referendum popolare, lanciato nel mese di novembre, e i cui risultati sono stati annunciati e resi effettivi proprio il giorno di Capodanno. E difatti l’1 gennaio ben 7 coppie hanno celebrato le loro unioni in municipio. In totale, nove Stati hanno approvato il matrimonio omosessuale: Connecticut, Iowa, Maine, Massachusetts, New Hampshire, New York, Vermont, Washington ed il distretto di Columbia.

Come chiaramente descritto in un recente articolo “in Europa anche il governo francese ha fatto un primo passo verso l'introduzione del diritto al matrimonio e all'adozione per le coppie dello stesso sesso, mentre la Corte costituzionale spagnola nel 2005 ha riconosciuto legalmente il matrimonio omosessuale. In Italia invece, nel frattempo, la Commissione di Giustizia della Camera dei deputati nel ha respinto il progetto di legge, e gli attivisti omosessuali hanno dovuto accettare la sconfitta lo stesso giorno in cui in USA veniva approvato il riconoscimento dei matrimoni gay”. Basti pensare che qui da noi non esiste il reato di omofobia, a causa della resistenza che ancora oggi il disegno di legge contro questa nefandezza incontra in Parlamento. E pensare che media locali registrano periodicamente notizie di aggressioni di matrice omofobica, anche se le denunce in merito poi non danno l’esatto quadro di quella che purtroppo è la realtà dei fatti. Rispetto a qualche anno fa di positivo c’è che molte vittime hanno acquisito consapevolezza e denunciano.

L’ingerenza della Chiesa Cattolica in tutto ciò è palese e disarmante, lo dimostrano i fallimenti a cui sono andati incontro quei pochi tentativi fatti di riconoscere diritti legali anche alle coppie dello stesso. E lo confermano i continui inviti, da parte del Vaticano, ai politici cattolici di votare contro le proposte di legge che cercano di tutelare o prevedere diritti per gli omosessuali. Ad oggi solo lo Stato italiano non riconosce legalmente le coppie dello stesso sesso. Ma ciò non meraviglia i bene informati, che non dimenticano l’infelicissima uscita dello scorso novembre in cui Papa Ratzinger definiva le nozze gay «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace».

Certo non ci si poteva aspettare nulla di diverso da colui che nel 1986, in qualità di Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, firmò il documento intitolato «Cura pastorale delle persone omosessuali», nel quale si indicava la condizione di omosessualità come «tendenza più o meno forte verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale», da considerarsi inclinazione quindi «oggettivamente disordinata».

Intanto sulla rete spopola il video che mostra il bacio gay che “rivoluziona lo sport negli USA”, protagonista il campione di bowling Scott Norton che ha festeggiato il titolo a Las Vegas baciando il marito e che dichiara «È estremamente importante per me mostrare ad altri sportivi attuali o futuri, che è importante far vedere che siamo come gli altri… mostrare alla gente che essere gay non ha niente a che vedere con le capacità di fare qualcosa come uomo e neanche di competere al massimo livello nello sport». 

E noi italiani, dobbiamo dunque considerare gli attuali Vendola e Crocetta soltanto dei catalizzatori del voto gay?

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