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Omicidio di Soumaila Sacko: per garantire assistenza legale alla famiglia, il rientro in Mali della salma e le lotte dei braccianti di Rosarno

Soumaila Sacko, un bracciante agricolo e sindacalista USB è stato ucciso, lo scorso 2 giugno, a San Ferdinando, in Calabria, con un colpo alla testa sparato da un'auto. 

 

Dopo alcuni giorni le indagini hanno portato al fermo di Antonio Pontoriero, 43enne di San Calogero. Il movente sarebbero i "furti" nella zona. "Pontoriero, proprietario di un terreno confinante all'area della Fornace. Sebbene sui terreni della fabbrica l'uomo non possa vantare alcun titolo di proprietà, il 42enne si era mostrato chiaramente infastidito dalla presenza dei migranti che dallo scheletro dell'ex fabbrica avevano preso qualche vecchia lamiera, utile per costruire una baracca. Lì ha fatto capire ai militari nessuno poteva accedere senza il suo consenso. Un episodio che insieme alle precise testimonianze delle due vittime ha portato i carabinieri a bussare alla porta di Pontoriero già qualche ora dopo l'omicidio di Soumayla."

L'USB (Unione sindacale di Base) ha organizzato una raccolta fondi per garantire l'assistenza legale alla famiglia di Soumaila Sacko e il rientro in Mali della salma e per sostenere le mobilitazioni dei braccianti di Rosarno. 

Per donare qui. 

"Lui è Soumaila Sacko, 29 anni, maliano, sempre in prima linea nelle lotte sindacali USB per i diritti e la dignità dei braccianti nella Piana di Gioia Tauro in Calabria. Un lavoratore che dall'alba al tramonto si spezzava la schiena per pochi euro al giorno, sfruttato e sottopagato, per raccogliere la frutta e gli ortaggi che arrivano sulle nostre tavole.
Soumayla è stato assassinato nelle campagne di Rosarno mentre aiutava altri due connazionali a recuperare in una fabbrica abbandonata da anni pezzi di lamiera per costruire baracche di fortuna; baracche che sotto il sole diventano veri e propri inferni, nei quali riposare dopo 12 ore di lavoro nei campi a salari irrisori.

Sappiamo che in questo paese una parte della politica non ha fatto altro che fomentare odio e razzismo. Sappiamo che in questo paese migliaia di migranti vivono ammassati nei ghetti e sfruttati per due euro l'ora.


Sappiamo che in questo paese l'agricoltura si regge sullo sfruttamento, il caporalato, il razzismo, la precarietà lavorativa ed esistenziale di migliaia di braccianti italiani e immigrati.

Per questo motivo abbiamo deciso di organizzarci: non ci lasceremo intimidire e continueremo a lottare anche in memoria e per rispetto di Soumayla Sacko.

Daremo una risposta, la più grande possibile, a questo omicidio, cominciando con la partecipazione alla già convocata manifestazione nazionale del 16 giugno a Roma.

Daremo una risposta, la più grande a questo omicidio, con una manifestazione aperta a tutte le associazioni e singole persone il 23 giugno a Reggio Calabria. 

Per garantire l'assistenza legale alla famiglia di Soumaila Sacko e il rientro in Mali della salma, per sostenere le mobilitazioni dei braccianti di Rosarno, abbiamo lanciato questa campagna di solidarietà e di resistenza. 
E' possibile anche sottoscrivere direttamente sul conto intestato all'Unione Sindacale di Base (codice IBAN: IT17W0312703201000000001801).
Perchè la solidarietà è l'unica arma che noi abbiamo a disposizione contro i vigliacchi, i razzisti e la violenza."

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