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ONU: paravento del razzismo

L’Occidente: Usa, Israele e parte dell’Europa, si fanno belli abbandonando, senza argomenti, la riunione indetta dall’ONU, in Svizzera, sul problema razziale.

Peccato che in questa circostanza il razzismo non c’entrasse nulla e si sia invece vista una dura condanna contro i malvagi bombardamenti israeliani sulla popolazione di Gaza, barbarie che viene percepita dalla grande maggioranza delle popolazioni del pianeta come un crimine.

Come al solito, gli americani e i loro camerieri europei si servono della autorità dell’ONU quando si tratta di imporre veti che di fatto bloccano qualsiasi decisione sgradita all’Occidente, invece, con grande spirito democratico, quando si tratta di ascoltare le ragioni di chi rappresenta la vera maggioranza dei popoli della terra, se ne vanno perché non tollerano di essere in minoranza.

Vorrei ricordare a chi pensa che l’Occidente sia la culla della democrazia, che sono proprio i paesi democratici ad avere una potenza militare strutturata per invadere altri paesi, cosa che fanno regolarmente quando gli gira, e lo fanno vigliaccamente solo quando i rapporti di forza sono 50 a 1, e non si sognerebbero di toccare potenze come la Russia e la Cina, dove i loro avi colonialisti scorrazzavano rubando e uccidendo fino all’altro ieri.

L’Occidente non si rassegna alla evidente realtà di un mondo multipolare, dove non si può più usare la forza perché non funziona, perché le guerre contro i popoli non si vincono mai, e ci si deve arrendere al fatto che l’egemonia attraverso la potenza militare e la forza economica costano troppo e portano al fallimento, e oggi gli Usa sarebbero alla bancarotta se solo la Cina cessasse di comprare i buoni del tesoro americani.

Siamo oggi di fronte a fatti incontestabili: la crisi finanziaria ed economica degli Usa, la fine della loro egemonia, la condizione di paese più indebitato al mondo, la spesa militare più alta del mondo. Un paese con dirigenti sani di mente, dopo aver osservato che un gigantesco e costosissimo apparato militare diffuso in 900 basi nel mondo, mette in crisi l’economia e non risolve il problema della perduta egemonia, smantellerebbe tale apparato e utilizzerebbe il denaro per i bisogni dei suoi cittadini. Quel falso di Obama parla, invece, di VITTORIA in Afghanistan, di un altro “American century” e non parla di togliere un dollaro al Pentagono.

Non riescono ad accettare la realtà questi americani, la loro crisi non è solo legata ai mutui o ai titoli tossici, è strutturale. Per la prima volta nell’era moderna hanno perduto il controllo dei mercati, la forza inarrestabile delle economie della Cina, dell’India, del Brasile, hanno sottratto mercati e profitti. Anche sul fronte delle materie prime la Cina le acquista in Africa e in tutti i continenti a suon di dollari, e un “secolo americano” non ci sarà più.

L’unico imbroglio che possono ancora utilizzare è quello del “terrorismo” o la “minaccia” che costituisce il nucleare iraniano.

Nel mondo dietro tutti i terrorismi vi sono servizi segreti che sanno benissimo che il terrorismo non vince le guerre, ma le giustifica e le rende possibili a chi ha già deciso di farle. Non vi è nessuno Stato così potente da invadere un altro paese e imporvi la sua volontà, nessuno ha interesse a farlo e chi possiede migliaia di bombe atomiche non ha alcun diritto di imporre ad altri di non fabbricarne.

Israele possiede un arsenale atomico e nessuno ha mai protestato per questo.

Le guerre finiranno solo quando ci sarà un bilanciamento dei rapporti di forza, e se i prezzi da pagare saranno molto alti nessuno si sognerà più di farle. 

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