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Nuovo Governo, vecchi dubbi

Ci sono domande sul nostro futuro immediato alle quali nessuno sembra voler rispondere. Per esempio non capisco la rassegnazione dei più giovani che rischiano di avere la pensione a ottant’anni, e dei meno giovani che andranno in pensione a 67 anni. E di fatto senza Tfr, passato in blocco ad utile per le Assicurazioni.

Non capisco perché le Assicurazioni dovrebbero essere in grado di fornire ai futuri pensionati pensioni serie in cambio del Tfr guadagnandoci sopra, mentre lo Stato non dovrebbe essere capace di farlo pur senza guadagnarci nulla.

Non capisco, e con me non lo capisce chi me lo ha fatto notare, perché l'euro, che starebbe per esplodere, valga ancora il 30% più del dollaro che è tuttora moneta di riferimento mondiale. Una volta c’era il valore in oro, ma ora nessuna moneta è realmente convertibile, eppure l’euro in pericolo viene comprato al 30/35% in più del dollaro. Non capisco perché si parla di rischio di fallimento dell'euro e con gli aumenti fiscali si spinge l’area euro alla recessione, invece di stimolarne la crescita con lavori pubblici in permuta di beni pubblici.
Così come non capisco perché pubbliche autorità monetarie (Presidente della Banca d’Inghilterra) parlano quasi ossessivamente del “rischio” di esplosione dell’euro quasi volessero in realtà spingere ad una fuga da lui e al crollo dell’UE.
 
Non capisco neanche la schizofrenia di svendere in fretta titoli bancari e poi, poco dopo ricomprarli quasi con la stessa frenesia e a condizioni di mercato e di resa identiche. La borsa è molto sensibile ad ogni cambiamento, ma i salti dal panico all’entusiasmo sono così frenetici e repentini che fanno pensare più ad un cosciente e voluto massacro del parco buoi, al voluto crollo dei titoli per spingere i piccoli risparmiatori a vendere per poi comprare a metà prezzo.

Non capisco perché non si è messa una tassa di solidarietà una tantum (pari a 10 o 15 volte l’imposta comunale sugli immobili) a carico di chi paga ICI per oltre 1500 euro all'anno e quindi ha un patrimonio superiore a 1,5 milioni.

Come inoltre non capisco il no alla patrimoniale, tra l’altro da tempo invocata da tempo anche da Confindustria e molti ricchi, che potrebbe e dovrebbe salvare tutto e cancellare 400 miliardi di debito e 20 miliardi all’anno di interessi, quando chi dovrebbe pagare la patrimoniale sono quelli che hanno perso sino al 65% dei valori di borsa. E che così hanno già pagato una patrimoniale fiscalmente inimmaginabile, mentre una piccola patrimoniale da poco più di 50.000 € in media sul 35% più ricco della popolazione e sulle società immobiliari che non svolgono alcuna attività produttiva o socialmente utile, risolverebbe i problemi nostri, dello Stato e delle Banche.

E’ un no che fa pensare ad una preventiva volontà di preferire ad ogni costo la riduzione dello stato sociale.

Non capisco come mai solo ora sono dovuti arrivare dei Prof. della Bocconi per scoprire come mezzo antievasione il confronto tra versamenti (non giacenze) in banca e denuncia IVA e dei redditi (come propongo da oltre due anni), non capisco quanto ci vorrà per scoprire che questo mezzo è valido anche contro la corruzione e l’usura. Non capisco neppure perché sia servita una legge per farlo e perché la Agenzia delle Entrate non chieda quei dati e non lo faccia da sempre come normale mezzo di controllo fiscale.

Non capisco quanto ci vorrà per capire che si possono permutare beni pubblici con lavori pubblici (ad esempio le vecchie carceri in centro, con cambio di destinazione d’uso, con carceri nuove in periferia), creando così posti di lavoro e ricchezza senza spogliare lo Stato.

Poi non capisco perché si debba discutere con il Vaticano per l'Ici sui suoi immobili invece di cambiare la legge inserendo l’espressione “prevalente destinazione di culto”. 
 
Non capisco perché ci dicono che il nostro lavoro non è competitivo quando gli unici nostri settori in crescita (in crescita alla cinese del 16%) sono le esportazioni

Queste e molte altre sono le cose che non capisco, ma, forse sono io che sono stupido e presto arriverà qualcuno in grado di spiegarci tutte queste cose.
Spero.

Credits Foto: Sporco Mondo

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.75) 19 dicembre 2011 13:34
    Damiano Mazzotti

    Una soluzione equa e rapida per risanare il bilancio ci sarebbe: una bella supertassa a tutti quelli che hanno avuto una tessera di partito, dal 1980 a oggi.

    E se uno Stato ti tassa come se fossimo in Svezia e ti da dei servizi simili a quelli di un paese del Nord Africa, e paga le commesse in estremo ritardo, i primi evasori-ladri e cattivi pagatori sono i governanti delle varie epoche e varie sedi regionali e nazionali. E l’esempio va sempre dato da chi gestisce e comanda.

    Il sociologo Luca Ricolfi sembra aver dimostrato che i veri problemi economici dell’Italia sono nati negli anni novanta, con il forte aumento delle tasse, quando gli altri paesi europei avevano già iniziato a mantenerle invariate o anche ad abbassarle. Ma forse anche l’aumento della burocrazia e il collasso della giustizia ha avuto una forte influenza.

    • Di Lionello Ruggieri (---.---.---.133) 20 dicembre 2011 16:09
      Sorvolo sulla battuta della tassa sugli iscritti ai partiti, perché i partiti sono strumenti di democrazia ed è lecito (talvolta doveroso) avvicinarsi ad essi. Uno dei problemi è che quasi tutti trovano che la politica sia sporca e per non sporcarsi se ne tengono lontani, lasciando così campo aperto a tutti quelli che sono sporchi o desiderano sporcarsi. Per tornaconto.
       A me risulta che i guai dell’Italia sono cominciati prima degli anni novanta, sono cominciati quando il consenso si è cominciato a comprare e smesso di conquistare. E parlo non solo di voto di scambio, ma di politiche che hanno fornito consenso immediato ipotecando depauperando il futuro. Ma questo mi sembra un discorso diverso da quello dell’articolo. 
      LR
  • Di (---.---.---.70) 20 dicembre 2011 11:05

    ART 18 la solita cortina fumogena per tastare il terreno e distogliere il Popolo 
    da le fregature in atto, VITTORIO

  • Di (---.---.---.70) 20 dicembre 2011 12:16

               GENERAZIONI a CONFRONTO 

    La generazione nata n’ellera fascista non  ha goduto la sua giovinezza

    Finita la guerra molti giovani a 12 anni hanno incominciato a lavorare 

     per non essere di peso alla famiglia

    (i giovani nati negli anni 60 con la pancia piena studiavano) 

    i loro Padri ed hai giovani con la pancia vuota nati nell’era fascista 

     nel dopo guerra hanno ricostruito L’Italia.

    Nel 1968  la nuova generazione con la pancia piena ( manifestava i risultati. ? ) 

     Dovrebbero fare un esame di coscienza e mettere  a confronto 

     il loro modo di sacrificarsi con quello dei loro Padri 

     che a distanza di 66 anni ancora  si sacrificano per i figli. 

      Se studiate  fino ha 30 anni chi paga i genitori se siete disoccupati chi vi campa i genitori

    Il tutto  continua anche quando giunti alla vecchiaia andiamo in Pensione.

     

    Quello che fa più male è sentir dire che i Padri 

     con i  privilegi goduti negli anni passati hanno distrutto il futuro dei figli .

     

    L’errore commesso dai padri nel dopo guerra? è il

    non avere capito che il carattere di una persona

    non si forgia nell’agiatezza

     ma nel superare i problemi della vita quotidiana.

    Il risultato è evidente  la crisi la dobbiamo alla apatia dei giovani 

     e  alla disonestà dei sessantottini che hanno fatto parte della classe politica

    Al servizio dei capitalisti. VITTORIO

     

     

     

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