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Nuove opportunità per i biocombustibili dalle microalghe


Non è certo una notizia nuova o una nuova scoperta, ma di certo potrebbe far comodo in un prossimo futuro. Nei laboratori dell’ENEA è stata ottenuta una nuova varietà della microalga Chlamydomonas, che può illuminarsi e spegnersi grazie all’aggiunta di comuni sali al mezzo di coltura.

Dal comunicato dell’Enea si legge che:

Le microalghe convertono l’energia solare con un’efficienza molto più alta delle piante terrestri e sono in grado di “fissare” la CO2 proveniente dagli impianti industriali, contribuendo ad una mitigazione dell’effetto serra e producendo biocombustibili innovativi: biodiesel e idrogeno.
Giovedì scorso l’UE ha deciso di dare un freno alla produzione di biodiesel da grano e altre colture alimentari. In pratica l’obiettivo del 10 per cento di carburanti prodotti da fonti rinnovabili rimane tale, ma viene abbassato al 6 per cento quello proveniente da colture alimentari, mentre il restante 4 per cento dovrebbe essere prodotto da idrogeno e elettricità. Il tutto sempre alla scadenza del 2020.

Ben vengano quindi nuovi studi sulla produzione di biofuels da organismi diversi e meno impattanti. Sempre dall’Enea:
Questa scoperta apre nuove prospettive nel campo delle energie rinnovabili, ed in particolare per la produzione di biocarburanti da microalghe coltivate su terreni di scarso valore agricolo, senza ripercussioni sul mercato dei prodotti alimentari.


Staremo a vedere.

Fonte|Enea, Reuters

 

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