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Non più furti di caramelle, ma di milioni e miliardi

Nel 1950, in un paesino di duemila abitanti del Sud Salento, venne costruita e inaugurata una sala cinematografica. A quell’epoca, ancora, non esisteva la televisione e, quindi, la possibilità di assistere alla proiezione di film sullo schermo bianco costituiva per la gente un fatto nuovo e di sicura presa: cosicché, in particolare nel pomeriggio e alla sera della domenica, il locale dell’Excelsior risultava sempre gremito, grazie anche all’afflusso di spettatori provenienti, a piedi o in sella alla bicicletta, dai centri limitrofi.

Di lì a poco, nella piccola località, si registrò un altro evento insolito ed eccezionale, in un certo senso collegato a quello anzi riferito: arrivò a stabilirvisi un nucleo familiare di cinque persone, fra genitori e figli, originario della “lontana” provincia di Bari (non a caso, dette persone ricevettero immediatamente e automaticamente l’appellativo di “baresi”).

Il gruppo di “immigrati” si sistemò in una modesta abitazione in affitto e, come fonte di reddito per il proprio sostentamento, intraprese l’attività di vendita di caramelle sfuse. Il mercato principale s’identificava, giustappunto, con gli spettatori del cinematografo; in aggiunta, il commercio si estendeva a qualche povero mercato settimanale della zona. Sta di fatto che la famiglia riusciva, alla peggio ma onestamente, a sbarcare il lunario.
 
Una domenica mattina d’inizio primavera, si diffuse nel paese, improvvisamente e a macchia d’olio, autentico fulmine a cielo sereno, la notizia che nella casa del “barese” era sparito il modesto magazzino di caramelle. Non ci volle molto perché circolassero anche voci convinte in merito all’identità dell’autore: un residente sposato e con numerosa prole, ancora giovane ma da sempre caratterizzato da poca voglia di lavorare, il quale saltuariamente si “arrangiava” con la pesca di frodo.
 
I carabinieri, piombati lesti dalla stazione competente, a conferma delle voci, scoprirono la refurtiva, sotterrata dentro un grosso pitale nel giardino del sospettato. Verso mezzogiorno, l’intera popolazione, in piazza, potette conseguentemente assistere al passaggio del ladruncolo, in manette fra due militi, con destinazione carcere. Che colpo emotivo per tutti i presenti! Tale, che, ancora oggi, la scena trovasi scolpita nelle menti e coscienze dei sopravvissuti.
 
Saltando ai tempi attuali e volgendo lo sguardo intorno, non ci s’imbatte più in ladri di caramelle; si registrano, purtroppo, sequenze di predatori d’alto bordo e senza scrupoli, artefici d’illeciti bottini per milioni, molti anzi moltissimi, talvolta per miliardi. Vicende gigantesche che, però, tranne l’impatto del primo momento, scivolano via in un baleno, quasi che non si fossero mai verificate.
 
Almeno a livello di scrupolo morale, può definirsi sempre positivo il cosiddetto progresso della società nella fase di transito fra secondo e terzo millennio?
 

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