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Non opporsi è colpa grave perché scatena la violenza

L’aggressività è un istinto primordiale che appartiene al mondo animale e serve a livello intraspecifico (all’interno della stessa specie) a sottomettere l’avversario percepito come ostacolo nella competizione per la sopravvivenza e la continuazione del patrimonio genetico: cibo, sesso, territorio. Sempre a livello intraspecifico, ad eccezione della specie umana, quasi mai la violenza da essa generata si conclude con l’uccisione dell’avversario e si ferma all’accettazione della sua semplice sottomissione: di più non serve. Ad esempio, il lupo sconfitto mostra il collo in segno di resa all’avversario al quale ciò basta e non infierisce azzannandolo.

Nell’uomo è ben diverso poiché l’istinto può deviarlo e renderlo perverso e innaturale a causa di alcune peculiarità acquisite con l’evoluzione e che lo differenziano enormemente dal resto del regno animale: coscienza di sé e intelligenza elevata. Potrebbe sembrare assurdo ciò, giacché l’evoluzione dovrebbe selezionare solo caratteristiche vincenti; e, difatti, queste due appena menzionate lo sono senz’altro, tanto che la specie umana è diventata dominante su tutte le altre in tempi relativamente brevi. Il problema nasce quando le due peculiarità si discostano dalla natura, non ne seguono più i principi e così deviate, unite ai loro elevati prodotti e cioè il linguaggio, la cultura e la società, e ad altri successivi quali la morale, la religione e la scienza, pretendono di sostituirsi totalmente all’istinto naturale.

Con l’evoluzione l’uomo è divenuto molto potente, in un certo senso quasi un Dio. Non è che il potere in sé sia distruttivo, ma si trasforma tale nell’uomo che non ha seguito un doveroso percorso spirituale. L’uomo, a causa delle sue potenti caratteristiche, dovrebbe investirsi di una responsabilità enorme nei confronti dei propri simili e del resto del regno animale e del pianeta intero, rimanendo agganciato nelle proprie decisioni alla madre natura che lo ha creato; invece la snobba quasi e tenta di superarla. A causa poi della sua grande capacità immaginativa, riesce a fantasticare bisogni davvero eccessivi ai fini della sopravvivenza, e non supportato dalla naturale moderazione che scaturisce anche da sentimenti altruistici e di amore per il resto del mondo, maturabili solo rimanendo agganciato alla madre natura, tenta di ottenerli a tutti i costi, eliminando, con ogni mezzo di cui può disporre, qualsiasi ostacolo che si frapponga al suo deviato istinto di ipersopravvivenza. Così si spiega l’innaturale e smisurata incetta di potere e beni materiali che l’uomo tenta a discapito degli individui più deboli e dell’intero pianeta in cui egli stesso soggiorna.

Da tutto ciò si può dedurre, dato che la specie umana ha ereditato dalla natura tanto potere e da cui non si può tornare indietro – a meno che non si autodistrugga, ma sembra proiettato proprio in tal senso – che la soluzione sia affidare tanto potere nelle mani di uomini rimasti agganciati alla natura, il cui amore e altruismo in essa maturati servano da timone per dirigere nel senso del bene e dell’armonia generali le azioni che scaturiscono dalle due peculiarità umane dette all’inizio: coscienza di sé e intelligenza elevata. Cioè nelle mani di uomini illuminati, spirituali, sani, che hanno saputo trasformare ed elevare la propria inevitabile animalità in qualcosa di superiore. I Buddha, i Risvegliati, i Consapevoli possono e devono prendersi questa responsabilità, giacché hanno imparato a “pensare e ad agire con il cuore”. In fondo l’uomo non dovrebbe essere altro che un ponte fra terra e cielo, tra la scimmia che fu e l’essere potenzialmente divino che è. Non dovrebbe fermarsi all’essere semplicemente un uomo o un animale, specie se deviato, ma fare di tutto per innalzarsi spiritualmente. Per questo nel mondo c’è tanta insoddisfazione e prevaricazione. Rimanere un semplice uomo fa sentire piccoli e inadeguati, per cui la maggioranza tenta di crescere nella dimensione solo in apparenza più facile per sentirsi grande e adeguato: quella materiale. Questa dimensione però in breve si scopre essere insufficiente e si crede di rimediare (come per le droghe che creano assuefazione e dipendenza, che per dare gli stessi effetti degli inizi se ne deve accrescere sempre più la dose) ricercando sempre più potere e ricchezza, non arrivando più a concepire alcun limite sensato ai fini della naturale sopravvivenza. Si tenta solo di ipersopravvivere a discapito di tutti per sballarsi, rendersi insensibile per percepire meno il senso di vuoto, d’impotenza, di mancanza di un fine realmente appagante. Invece che in “Homo Angelicus costoro si trasformano in Homo Diabolicus, magari con tanto cervello ma senza cuore.

Per evitare che vadano al potere simili persone frustrate o grassamente soddisfatte e vacue, irresponsabili e prive di sensibilità e amore, serve opporsi efficacemente. Io penso che non opporsi è una colpa grave, in qualsiasi contesto sociale, anche e soprattutto politico (dato che essa decide per tutti), giacché regala l’errata sensazione d’invincibilità all’avversario della quale si convince fino a diventarlo invulnerabile, specie se entra nel circuito del potere politico ed economico. La psicologia umana è fenomenale e miserabile nel contempo! C’è un film del 1991 che amo molto, Point Break, per la forza primordiale che esso esprime, della regista Kathryn Bigelow e prodotto da James Cameron che allora era suo marito, con Keanu Reeves, Patrick Swayze e Gary Busey. In esso alcuni dei protagonisti hanno scelto la via dell’illegalità per finanziare la loro passione e filosofia di vita: il surf. Altri invece tentano di ripristinare l’ordine e la legalità.

Durante una scena viene recitata una frase molto significativa che in sostanza dice che un attimo di paura nell’avversario scatena l’aggressività dell’altro che ne percepisce la debolezza sentendosi così più forte e incoraggiato nell’attacco, quasi legittimato ad aggredire. Certo, sono meccanismi istintivi, animali, ma anche l’uomo è un animale, specie quando si trova in pericolo, e pur non vivendo più in mezzo alla giungla, quella fatta di asfalto e cemento forse è ancora più difficile da affrontare, specie per come da tempo è stato impostato e ormai consolidato il sistema sociale, economico e politico: il più forte per continuare i propri crescenti ed eccessivi privilegi e sproporzionati introiti deve necessariamente, con ogni mezzo, con la violenza più sottile o quella più palese, sopraffare il più debole. Categoria quest’ultima che costituisce la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, la quale, per un assurdo sistema subdolamente democratico che sa usare egregiamente il monopolio del potere mediatico e finanziario e quindi politico e anche militare, non si sa più opporre con efficacia per cambiare tale errata e perversa impostazione sociale.

Per ritornare a una reale democrazia necessita, in ogni contesto sociale e non solo politico, intanto una reale opposizione privata per non regalare la falsa sensazione di onnipotenza “all’avversario” che se è più vicino alla scimmia che al Buddha e quindi in realtà è un individuo interiormente debole e privo di reale autorevolezza, diventerà aggressivo e userà la violenza per sopraffare chi ama troppo il quieto vivere e appare o è pauroso. In proposito, una frase di Nietzsche è molto eloquente: Spesso si attacca e ci si fa un nemico per nascondere che si è attaccabili. Una frase di Osho poi è molto significativa: Chi vive nella paura è incapace di amare. L’amore che manca nel mondo per renderlo un posto migliore. Infine, la corretta informazione deve riappropriarsi del ruolo fondamentale di far conoscere a tutti la verità nuda e cruda, affinché i cittadini possano votare il sistema politico e le persone che realmente fanno gli interessi della collettività e non quelli personali. Insomma, serve riportare la politica al suo significato originario che è quello di porsi al servizio della cittadinanza.

Il politico più “scimmiesco” che umano invece intenderà solo ipersopravvivere e squallidamente impronterà tutta, o quasi, la sua azione politica per fini personali e per quelli della cosiddetta casta che lo collabora in un diabolico sodalizio che di politico non ha assolutamente niente. Purtroppo è la loro natura, deviata certamente, ma natura intimamente radicata, per cui il potere deterrente della legge serve a poco: ci ricadranno sempre e se non più loro perché estromessi da ogni carica pubblica, ma questo accade solo quando la legge funziona veramente, cosa difficile visto che la fanno loro stessi a loro immagine e somiglianza, ci saranno pronti altri a loro simili.

Tutto ciò per dire che chi non si oppone efficacemente è il principale responsabile della propria schiavitù. Per questo il pianeta oggi si ritrova in questa situazione disastrosa, come nel passato. Per amore del quieto vivere ci stiamo facendo togliere lentamente, uno per uno, tutti i più elementari diritti gradualmente e faticosamente conquistati. Dopodiché, altro che opposizione pacifica e democratica! Saremo così deboli che dovremo scatenare l’aggressività e la violenza più bestiale per ritornare a sopravvivere. In tal caso, che mondo triste e squallido ci sarà!

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.237) 23 agosto 2011 11:32
    Damiano Mazzotti

    Ottimo articolo... Però siccome di uomini decenti in giro ce ne sono davvero pochi e siccome governano quasi sempre e quasi in ogni paese da oltre diecimila anni, non sarebbe ora di provare a far governare principalmente le donne? Io lancererei questa proposta in Europa: per i prossimi 25 anni possono diventare presidenti della nazione e primi ministri solo le donne. Dopo questo periodo di prova capiremo qual’è il mix di genere giusto nelle classi governative e dirigenti. A mio parere una buone amministrazione pubblica dovrebbe essere composta da circa il 66 per cento di donne. Viceversa ogni grande amministrazione privata dovrebbe essere composta da circa il 50 per cento di donne... Le donne di solito sono meno corruttibili e più giudiziose, però sono meno creative e più burocratiche per cui mezzo averne qualcuna di più nei governi, nelle regione, ecc.

  • Di (---.---.---.25) 23 agosto 2011 11:54

    buon articolo...

  • Di (---.---.---.1) 23 agosto 2011 17:59

    Non credo che sia un problema di sesso. Certo, le donne usano molto di più la parte destra del cervello che la sinistra che è più razionale, e potrebbero governare con più cuore; e in virtù di ciò non credo che siano meno creative, anzi, o più burocratiche, anzi. Ma anche loro vivono e si sono formate nell’odierna società per cui non sono sono affatto immuni dalle sirene del potere e della ricchezza; forse lo sono meno degli uomini, necessitano meno "territori", ma... Ricordate Margaret Thatcher, la lady di ferro britannica? Un Gesù, un Buddha, un più moderno Osho sicuramente hanno molto più cuore, amore e compassione, che nemmeno la migliore politica del mondo potrebbe eguagliare.

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.237) 23 agosto 2011 21:24
    Damiano Mazzotti

    Una fa una, e in mezzo a tanti uomini può essere peggio degli uomini per mostrarsi forte e alla loro altezza.... ma se ci fossero la maggioranza di donne a governare l’atmosfera cambierebbe molto poichè seguirebbero dinamiche più femminili... però andrebbero meglio donne almeno sopra i 40 anni... meglio mature e abbastanza lontane mentalmente dalle competizioni di tipo estetico-sessuale-familiare...

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