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 Home page > Attualità > Società > Non è importante cosa. E’ importante che accada

Non è importante cosa. E’ importante che accada

Da più di una settimana non si parla d’altro. Anche la stampa internazionale, dedica le prime pagine al tormentone del momento: Berlusconi versus Lario. Meglio: Lario versus Berlusconi. Bocconcini troppo appetitosi di real Gossip, per non far venire pruderie mediatiche a far cassa di risonanza su una vicenda che, ammesso che non sia del tutto montata a regola d’arte per attirare maggiore attenzione sul personaggio politico italiano più chiaccherato degli ultimi anni, ha oscurato altre vicende, più vicine alla quotidianità dei cittadini, ma sicuramente meno appassionante del feuilletton del momento.

A colpi di colpi di scena, dichiarazioni ora di Veronica Lario ora di Silvio Berlusconi, il mondo intero si immedesima sulla storia di una moglie indignata per un marito poco “sobrio”, così come lo stesso Vaticano recrimina attraverso i propri organi di stampa. Al centro della vicenda, la partecipazione – in realtà bizzarra – del Presidente del Consiglio, ad una festa di compleanno. Di una ragazzina fino ad ora sconosciuta, ma ora assurta agli onori di tutte le cronache internazionali, che dichiara con innocenza la sua “vecchia” amicizia col Premier.

I genitori della novella maggiorenne non smentiscono, ma non chiariscono granchè i rapporti di amicizia che intercorrono fra Berlusconi e la famiglia Letizia. La pietra dello scandalo, un “dirottamento” nel percorso del Premier che decide in un minuto di recarsi nel ristorante ove avvengono i festeggiamenti della ragazza. La scorta di otto vetture, fra servizi e Polizia di Stato, dichiarata da Berlusconi durante la puntata di Porta a Porta interamente dedicata alla vicenda, allo scopo di palesare quest’atto come pubblico non acquieta gli animi, almeno stando al tourbillon di notizie su notizie che vedrebbero Veronica Lario, moglie dell’uomo più potente d’Italia, proprietario dei due terzi degli organi di stampa italiani, alle prese con l’invio di lettere a redazioni di giornale non troppo vicine al Premier per ideologia politica.

Certo, appare un po’ bizzarro pensare che la signora Lario, consorte e quindi in qualche modo comproprietaria delle case editrici capitanate dal marito, sciorini i panni sporchi casalinghi, attraverso le pagine della concorrenza. Ed appare bizzarro anche, che dopo trent’anni di matrimonio fra una algida ex attrice ed un politico imprenditore d’assalto con dichiarata passione per il gentil sesso, si crei questa frattura matrimoniale. Un po’ come dire che una anziana coppia di coniugi divorzia dopo una vita passata insieme, perché uno dei due scopre che l’atro ha mangiato una coppetta di gelato con un estraneo senza dir nulla. Certo, non farebbe notizia.



Ma la Plebe non fa notizia. Questo si sa da sempre. Vuoi mettere poter seguire in prima fila le vicende coniugali del Vip dei Vip? In paragone a tutti i Grande Fratello della storia, questo appare sicuramente il più goloso dei reality. La Plebe ormai è istruita. Segue tutto ciò che appare Immagine. E’ prontissimo ormai, a passare da un infanticidio all’Isola dei famosi. Da una strage a “La Talpa”. Dal terremoto in Abruzzo al reality di Stato. Fa parte ormai delle cellule italiane. Dei neuroni nazionali. Della disconnessione mentale operata dallo Stato. Gli italiani sul divano casalingo, sono ormai resi Pubblico in pianta stabile. Ingordi solo di nuove notizie.

Di altro sangue. Di gossip a go go. Tormentati solo dall’avere un briciolo di notizia in più su questo o quell’accadimento. Un sorso di gossip in più, per dissetare l’arsura da mancanza di opinioni proprie. Il Potere lo sa. E sfrutta a trecentosessanta gradi questa tendenza creata in anni ed anni di duro lavoro mediatico. Minuzioso abbattimento dei contenuti e della cultura. Cesellando con maestria pari ad un artista del corallo, la mente umana. Cosa ne sarà della coppia coniugale al Governo?

Forse importa a pochi. Fanno più gola le scene ed i retroscena. Le confidenze piccanti. Gli scoop dell’ultimo momento. Giungere alla conclusione del fatto, è come essere in viaggio di ritorno da una vacanza esotica. Il viaggio è terminato, e resta il vuoto totale. In attesa del prossimo. E’ così che funziona il carrozzone mediatico del Sistema. Sempre in cerca di nuove spettacolarità da sbandierare.

L’importante è catturare l’attenzione del Popolo ad ogni costo. Sviare l’attenzione dalla realtà. Smorzare qualsiasi rigurgito di ribellione. Disconnettere la capacità di riflessione. Affinchè, anche l’ultima traccia di libertà di pensiero possa esser spazzata via dalle illusioni di protagonismo che avviluppano ormai la gente comune. Convinta di partecipare ad uno spettacolo che in realtà, guardano attraverso il vetro appannato di chi subisce senza possibilità di scampo.

Commenti all'articolo

  • Di uno (---.---.---.36) 9 maggio 2009 04:23

    Non ho letto làrticolo, solo il titolo, ma ho visto e sentito tanto che voglio dire qualcosa.
    Mi vergogno di quello che non è mio. A volte quando qualcuno parla degli italiani devo dire e lo sento convinto quello che sostengo: a me anche se sono nato in Italia e sono cittadino italiano, non mischiatemi con nessuno. Certo del marcio c’è in tutto il mondo ma io devo parlare di quello che conosco e mi dispiace ma non ne sono orgoglioso, ora che mi rendo conto tutto questo che si vede forse può piacere o non fregarle a molti, a me fa schifo. 

  • Di uno (---.---.---.36) 9 maggio 2009 04:41

    Ora l’ho letto, si non si dovrebbe parlarne tanto, ma di Aldo Moro dopo molti anni ho letto che vi era qualcosa di sporco in quel caso. Non è possibile che uno stato con tutta la polizia segreta che può investigare non possa risolvere certe cose misteriose che dopo anni si sono scritte nei giornali. Certo, non è conveniente dire tutto, ma non sono serie certe cose, non si può a mio parere trattare la gente come fossero tutti dei "gentili" come dice la Bibbia. Se la persona che ci aministra non è una persona seria e non è coerente non sono convinto che faccia gli interessi della gente che aministra le vite. 

  • Di virginia (---.---.---.215) 9 maggio 2009 10:35

    Gran bell’articolo. complimenti!
    Ci voleva una voce fuori dal coro dei "gufi" pettegoli, che riportasse un po’ di compostezza dignitosa in un clima di grande bagarre.

  • Di (---.---.---.5) 11 maggio 2009 02:23
    Sulla banca Rasini, dove il padre Luigi Berlusconi lavora per tutta la vita, da semplice impiegato a direttore generale, ecco la risposta di Michele Sindona (bancarottiere piduista legato a Cosa Nostra e riciclatore di denaro mafioso) al giornalista americano Nick Tosches, che nel 1985 gli domanda quali siano le banche usate dalla mafia: "In Sicilia il Banco di Sicilia, a volte. A Milano una piccola banca in piazza Mercanti". Cioè la Rasini, dove - ripetiamo - Luigi Berlusconi, padre di Silvio, ha lavorato per tutta a vita, fino a diventarne il procuratore generale. Alla Rasini tengono i conti correnti noti mafiosi e narcotrafficanti siciliani come Antonio Virgilio, Salvatore Enea, Luigi Monti, legati a Vittorio Mangano, il mafioso che lavora come fattore nella villa di Berlusconi fra il 1973 e il 1975.
    ...Nel 1973 Berlusconi, tramite Marcello Dell’Utri, ingaggia come fattore (ma in seguito Dell’Utri l’ha promosso "amministratore della villa") il noto criminale palermitano, pluriarrestato e pluricondannato Vittorio Mangano. Il quale lascerà la villa solo due anni più tardi, quando verrà sospettato di aver organizzato il sequestro di Luigi d’Angerio principe di Sant’Agata, che aveva appena lasciato la villa di Arcore dopo una cena con Berlusconi, Dell’Utri e lo stesso Mangano. Mangano verrà condannato persino per narcotraffico (al maxiprocesso istruito da Falcone e Borsellino) e, nel 1998, all’ergastolo per omicidio e mafia

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