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Nel nome del Male...

Da che mondo è mondo, l’essere umano si contorce nel corso dell’esistenza, in una permanente lotta fra il concetto del Bene e del Male. Il Bene e il Male, sono alla base di ogni cosa. Non ce ne accorgiamo, ma ogni azione, pensiero, sogno, sensazione, emozione passano attraverso il setaccio dei due concetti fondamentali della vita.

Il nostro operato, di conseguenza, viene giudicato dal mondo esterno e circostante, sempre prendendo come parametri irrinunciabili, anche se del tutto concettuali, il Bene ed il Male.

C’è da dire che, un tempo, questi concetti erano bene o male rientranti in una sorta di lista di ciò che è accettabile e ciò che lo è meno all’interno dei contesti sociali ed a seconda del territorio e quindi della latitudine in cui si vive.

Così, se per alcuni qualcosa è assolutamente immorale e quindi rientrante nel concetto di Male, per altri, ad altre latitudini, la stessa cosa, la stessa azione viene percepita come assolutamente ammissibile e di conseguenza accettata dalla comunità.

Se ne evince di conseguenza, che i concetti di Bene e Male, assumono connotazioni diverse a seconda del momento storico, sociale e politico, a seconda della collocazione territoriale ed anche, fondamentalmente, a seconda dello sviluppo di una data popolazione attraverso la propria storia.

Per comprendere meglio come concettualmente si possa giocare sui due concetti a seconda di ciò che si vuole ottenere, rammento spesso un periodo storico, collocabile fra il 1100 ed il 1500, in cui la Chiesa Cattolica mise in atto un vero e proprio genocidio ai danni di chiunque non si professasse rigidamente aderente all’ortodossia cattolica: la cosidetta "Santa inquisizione".

Il “Bene” a quel punto non rientrava in nessuna logica coerente, eppure per alcuni secoli, il grande Male umano fu vissuto come l’ira di Dio (…) che si abbatteva sugli eretici. Pensare che, nell’ortodossia cattolica, si promuoveva, secondo i personaggi del Clero dell’epoca, la parola di Cristo...

Non risulta da nessuna parte in effetti, ed è alla portata di tutti, che il Gesù descritto nei Vangeli mandasse al rogo chiunque obbiettasse le sue tesi. Né che alla base della sua parola, vi fossero fondamenti di razzismo, negazione dei diritti umani né tantomeno della libertà altrui.

Ma tant’è…

Chi è morto arrostito sul rogo per il solo fatto di non essere aderente alle troppe parole di uomini malvagi travestiti dalla parola Bene, avranno forse, poco prima di esalare l’ultimo respiro, scoperto la grande menzogna dell’essere umano che, se in posizione dominante nei confronti di altre e tante persone, decide a seconda del proprio estro e della propria convenienza, quali contenuti dare al Bene ed al Male.

Oggi, viviamo in una costante metamorfosi dei due concetti che si inseguono ed amalgamano al punto tale da non comprendere più alcuna differenza che, efficacemente, possa far comprendere quali azioni e pensieri possano essere collocati all’interno di uno dei due concetti.

Oltretutto, in special modo in quelle zone del mondo cosiddette “sviluppate”, questa inosservanza continua, questo rimestamento totale del Bene e del Male, fanno degli uomini attuali, persone senza una base solida e una conoscenza di ciò che può, più o meno, essere accettabile.

Accettabile almeno da ciò e da coloro che si hanno più vicini. Dal momento che poi, come scritto all’inizio, ognuno percepisce il Bene ed il male a seconda di criteri del tutto riconsiderabili.

Nei paesi del terzo mondo, in cui la società vive ancora spesso in aggregazioni semplici e rurali, la consapevolezza del Bene e del Male è ancora percepita come tale, e come tale ne vengono rispettati, o meno, i valori.

Fondamentalmente nel mondo occidentale soprattutto, oggi viviamo tutti un po’ nel nome del Male. In considerazione di ciò, basta riflettere su un argomento vicino ad ogni singolo cittadino delle nazioni: la negazione dei diritti fondamentali, che, è bene ricordarlo, non sono legati solo, ad esempio, ai diritti politici come l’espressione del voto o alla libertà individuale che in alcuni regimi dittatoriali, attualmente in essere, vengono negati palesemente.

Se guardiamo a noi, alle nazioni occidentali “democratiche”, l’alienazione costante dei diritti umani gioca un grande ruolo nella perversa manifestazione della negazione costante di libertà e diritti attraverso la parola “democrazia”, talmente svilita ormai nel concetto fondamentale e svuotata totalmente di qualsiasi effetto benefico per la massa, da apparire orribilmente contraria al significato originario.

Ed altra cosa su cui riflettere, è una costante ormai entrata a far parte stabilmente delle società civili democratiche: il tessuto istituzionale sempre più legato a concetti di illegalità, che manda a farsi benedire qualsiasi eventuale rimasuglio di quel concetto di democrazia di cui appunto si parla troppo per poi in effetti vederla compiere nei fatti.

La soluzione allo scempio umano, basato sulle caratteristiche di un male estremo perpetrato ai danni delle popolazioni, non può che essere un ritrovato senso del Bene e dell’applicazione costante e metodica dello stesso, attraverso una riforma che, prima di essere costituzionale, penetri nelle menti di ognuno al fine di far scaturire quelle due grandi parole che ormai mancano forse anche dai maggiori dizionari internazionali e che sarebbero: onestà e legalità.

Tutto ciò che non ne è conforme ci fa vivere tutti nel nome del Male.

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