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Nel Giorno del Ricordo la resa dell’Italia al peggior revisionismo di Stato

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Il ventunesimo secolo, ci ha condotto nel famigerato terzo millennio, un secolo ed un millennio, per quanto concerne le più complesse vicende del Confine Orientale italiano iniziato con una svolta importante, impattante, che ha dato una scossa e linfa vitale ad una certa storia, una storia che diventerà la storia di Stato, la verità di Stato, sotto il segno dell’anticomunismo, dell’anti-antifascismo, del sentimento antislavo, nella cornice della memoria condivisa, nella dimensione del revisionismo storico e di un ritrovato nazionalismo spacciato per patriottismo ottocentesco. Un ventunesimo secolo che ha determinato la rinascita di rivendicazioni che hanno favorito da un lato impiego di notevoli risorse pubbliche e dall’altro, tramite la legge sul Giorno del Ricordo, l’affermazione di una narrazione inquinata della storia, una storia che ha troncato le responsabilità criminali dell’Italia della “brava gente”, trasformando carnefici in vittime, con sfumature di religiosità, di passione, di martirio, che saranno una metodica costante in tutta questa vicenda che ha comportato costi non solo economici per il Paese ma anche culturali, sociali a dir poco notevoli.
 
Una questione che ha visto in particolar modo la scuola divenire uno degli spazi maggiormente “attenzionati” da chi vuole imporre quella che verrà definita come la “verità storica di Stato”, una verità politica, strumentale ed antistorica, che offende la questione morale latitante in questo Paese e che compromette in modo deciso i rapporti con quell’Est, con quel mondo dei Balcani nel cammino controverso dell’Europa che dovrebbe sancire la fine di anacronistici e deleteri nazionalismi. 
 
Un giorno governato da uno spirito che va accerchiato e contrastato, un giorno che non dura più un solo giorno, che mescola memorie e sentimenti, strumentalizzando dolori e sofferenze per fini incompatibili con quella civiltà democratica e pacifica e internazionalista che si vorrebbe costruire, un giorno che comporta la chiusura dell’Italia a riccio, nel momento cui gli artefici di questa “verità di Stato” sono anche coloro che hanno banalizzato o ridimensionato o giustificato o negato le responsabilità italiane, le violazioni costanti dei diritti umani, come compiute dal nazionalismo estremo e fascismo del Confine Orientale, lì ove i popoli prima dell’avvento del Regno d’Italia, convivevano, nel bene o nel male, in modo pacifico. 
 
Una ideologia che è stata riabilitata, onorata, celebrata consapevolmente o meno. Non vi è stata alcuna appropriazione di questo giorno da parte di codeste istanze estreme nazionalistiche o nostalgiche del fascismo, ma vi è stata una resa vera e propria dell’Italia a questo modo di concepire la storia, di fare la storia, di vivere la storia, imperniata di vittimismo e de-responsabilizzazione acritica, iniziata con l’avvento del ventunesimo secolo. In questo giorno l'Italia deve essere sì a lutto, ma perchè viene uccisa la verità storica e la sua coscienza antifascista, quella che porterà alla liberazione dell'Italia dall'occupante nazifascista che nel Confine Orientale è stata possibile soprattutto grazie alla resistenza come nata in Slovenia prima di tutto.
 
Marco Barone 

Commenti all'articolo

  • Di Finiamola! (---.---.---.152) 12 febbraio 2018 16:31

    Io mi farei visitare da un bravo psichiatra. Per voi il fascismo è oramai diventata una mania. Vedete fascisti dappertutto. State sereni, l’ultimo fascista l’avete ammazzato voi 70 anni fa! A meno che sto antifascismo sia solo strumentale al mantenimento del potere. Allora è un altro discorso ed è molto più grave. Anche se voi non lo sapete ancora in Italia dovrebbe vigere la democrazia ed il comportamento di cui sopra è contro la suddetta democrazia e deve essere assolutamente contrastato con ogni mezzo, con quello che ne consegue. Quindi, occhio alla penna!

  • Di Giuseppe (---.---.---.93) 12 febbraio 2018 21:52

    Francamente non so dove il sig. Barone vuole andare a parare con questo odio viscerale contro l’Italia.

  • Di Semprevivo (---.---.---.174) 9 settembre 2018 22:11

    Ho letto tutti i suoi interventi. Lei è profondamente anti italiano. Cosa le ha fatto l’Italia? Perché odia così tanto gli italiani?

    Perché non espatria definitivamente? E prende la cittadinanza della Slovenia (o della ex Jugoslavia)?

    Ce ne faremo una ragione.

    E sarà poca perdita.

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