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Napoli: continua la mobilitazione contro la riforma Gelmini

Numerose le occasioni di dibattito sulla riforma nel capoluogo partenopeo.

NAPOLI- In questi giorni gli atenei napoletani hanno visto un costante aumento delle manifestazioni e delle iniziative studentesche volte a contrastare la riforma Gelmini. In particolare gli studenti sembrano aver acquisito maggiore decisione a seguito dell’approvazione del voto di fiducia alla Camera al decreto Gelmini.
A contestare questo voto di fiducia è insorta in primis l’opposizione, che ha richiesto un intervento del presidente della Camera Gianfranco Fini contro quello che è stato ritenuto un atto antidemocratico in quanto ennesimo esmpio di abuso di un sistema di legislazione d’urgenza.

Ma ad insorgere concretamente sono gli studenti, coinvolti in primo piano dal decreto Gelmini. Per venerdì 10 ottobre sono previste ben 70 manifestazioni in tutta l’Italia.

A Napoli la partecipazione è quotidiana: gli studenti dell’Istituto Universitario Orientale hanno simbolicamente occupato lo storico edifico di Palazzo Giusso 6 ottobre scorso. A questo evento sono seguite diverse assemblee pubbliche interfacoltà, che si sono tenute nella sede della Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, a Via Porta di Massa.

Anche la facoltà di Scienze Politiche dell’ateneo federiciano è stata sede il giorno 7 ottobre di un’assemblea organizzata dal CSU (Coordinamento Studentesco Universitario).



Ogni giorno si susseguono numerosi incontri, alcuni dei quali sono degli appuntamenti aperti e fissi, quali, ad esempio, l’assemblea che ogni giorno si tiene a Palazzo Giusso alle ore 16.

Quello che stupisce è la partecipazione relativamente scarsa a questi eventi. Nonostante si tratti di tematiche che toccano veramente tutti gli studenti, e molto da vicino, a partecipare alle assemblee sono solo in pochi: gli altri ne rimangono volontariamente fuori.

E’ difficile, dunque, parlare di un movimento studentesco in crescita. Le assemblee contano purtroppo poche decine di persone, e liddove ad essere toccati sono diritti primari, quali quello allo studio, l’interesse da parte dei diretti interessati potrebbe essere dimostrato con maggiore veemenza.

Eppure gli appuntamenti futuri non mancano, e non è improbabile che il numero dei partecipanti cresca, così come il loro impegno.

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