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Napoli: al Piccolo Bellini "Pisci ’e Paranza" segnalazione speciale Premio Scenario 2015

Segnalazione speciale al Premio Scenario 2015, lo spettacolo “Pisci ‘e Paranza” torna a Napoli, al Piccolo Bellini fino al 9 aprile, dopo una tournée che ha interessato circa venti città in tutta Italia. 

Esordio alla regia per il giovane Mario De Masi, che ha sapientemente guidato un lavoro corale, dove, dalle suggestioni create dal regista è seguito un grande lavoro di caratterizzazione dei personaggi da parte di tutti i membri della compagnia: Andrea Avagliano, Fiorenzo Madonna, Luca Sangiovanni, Serena Lauro, Rossella Miscino. 

I pisci ‘e paranza sono i pescetti più piccoli, estremamente facili da pescare, nuotano vicino alla riva senza mai allontanarsi. Sulla scena “i pisci” sono i senza speranza, gli emarginati, chi resta fermo ad osservare le vite degli altri accontentandosi delle briciole. La storia è ambientata nella zona della stazione centrale di Napoli, ma lo spettacolo è privo di una reale scenografia, l’ambientazione è ricostruita attraverso le suggestioni create dagli stessi attori. La stazione, allora, diventa un luogo-non luogo dove tanta gente, ogni giorno, si incontra e non si incontra, si vede, ma non si guarda, nella frenesia della vita quotidiana in cui alcuni esseri umani restano intrappolati come in una rete.

Uno spaccato di vita di alcuni clochard come metafora: “La condizione dei clochard interpretati dagli attori rappresenta, in fondo, l’esistenza di tutti (o quasi) costretti ad accontentarsi delle briciole di tempo e di vita, spesso in una guerra inumana e indignitosa tra poveri. È la vita di ognuno, è l’attesa perpetua che attraversa ogni istante, in cui ci si sente 'piccoli pesci', troppo insignificanti e impotenti per generare un cambiamento. Eppure, in questo mondo di ultimi trova spazio la bellezza, l’ancoraggio disperato alla vita, la struggente consapevolezza della sua caducità.”

La segnalazione speciale al Premio Scenario 2015 è stata così motivata dalla giuria: "Un lavoro d’ensemble che attinge all’universo magmatico di un territorio contestualizzato dove un luogo di transito diventa limbo di esistenze ugualmente perdute e marginali. Il progetto rivela un attento uso dello spazio, che compone e scompone le relazioni fra i personaggi giocate su dinamiche di sopraffazione, violenza, ma anche improvvise solidarietà. La verità dei corpi e della lingua dona forza e poesia".

Foto copertina Claudio Amoroso

Questo articolo è stato pubblicato qui

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