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Napoli: la camorra spara e lo Stato è impotente

Ancora due omicidi nella provincia di Napoli: a cadere sotto i colpi dei sicari due pregiudicati a Qualiano e Castellammare di Stabia.

Mentre lo Stato invia l’esercito nelle aree ritenute ad elevato rischio camorra al fine di prevenire le azioni delittuose, la provincia di Napoli è di nuovo stretta nella morsa criminale.

Dall’inizio dell’anno a Castellammare di Stabia si contano gia tre vittime, con una media di un morto al mese.

Nella città delle acque è trascorso appena poco più di un mese dall’omicidio del consigliere comunale Luigi Tommasino (ucciso sotto gli occhi del figlio minorenne) e a niente sembra essere servito l’invio, chiesto dalle autorità cittadine con il sindaco in testa, dell’esercito.

Quella che raccontiamo è una guerra che miete le sue vittime, raccontiamo una storia che si ripete mentre lo stato resta impotente, mentre i cittadini ancora sconvolti dall’omicidio del mese scorso ormai la sera si barricano in casa al fine di evitare di essere considerati "vittime innocenti", o ancora peggio, di essere catalogati quali "danni collaterali": a Napoli c’è la Guerra!

Ad essere uccisi stavolta sono due pregiudicati affiliati a cosche diverse, ma il loro status di delinquenti non deve giustificare l’abbassamento della "guardia mediatica".

Aldo Vuolo a Castellammare e Stefano Falco a Qualiano, questi sono i nomi delle persone uccise: il secondo di appena 19 anni.

Ancora non si conoscono i motivi per cui sono stati condannati a morte dalla camorra, le indagini condotte dalle autorità di polizia sono appena agli inizi, ma possiamo affermare che da qualche tempo qualcosa si muove; i clan, dopo i duri colpi inferti loro dalla magistratura, stanno tentando di riorganizzarsi.


L’esercito nelle strade della cittadina stabiese è presente, ma senza un’attività di intelligence che metta insieme gli eventi delittuosi le indagini si complicano;
e tanto più difficili sono le indagini quanto maggiore è il clima omertoso che si respira.

Appena pochi giorni fa si sono tenute in Campania due manifestazioni anticamorra: a Casal di Principe e a Napoli, organizzate dall’associazione Libera di don Luigi Ciotti, ed oggi stiamo ancora una volta parlando di morti.

Quelle manifestazioni non hanno trovato una eco mediatica dovuta, ma ci si è limitati nei Tg alle notizie basilari senza approfondire il fenomeno, senza dare troppa voce a tutti quei ragazzi che hanno manifestato per la loro libertà.

A Napoli la libertà non esiste e la cosa scandalosa è che le autorità politiche ed istituzionali parlano d’altro, parlano delle prossime elezioni comunali, provinciali o Europee che siano.

I massimi rappresentanti della "casta politica campana" si tengono doverosamente lontani dalla loro terra, e mandano un segno solo per promuovere le loro campagne elettorali: sia di centro-destra che di pseudo-sinistra.

Si chiede ai cittadini di queste martoriate terre di essere coraggiosi, ma non si fa nessuno sforzo per sterilizzare le amministrazioni pubbliche da ogni tipo di complicità e collusione affaristico-mafiose.

Quì si tratta solo di affari: la camorra spara e uccide solo quando bisogna ristabilire un ordine, quando bisogna ristabilire la gerarchia, o quando i clan devono dare una prova di forza per spartirsi i loro sporchi business.

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