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Nucleare. Una fatica inutile

L’Italia riapre ufficialmente la strada al nucleare 22 anni dopo il referendum popolare che si era schierato contro l’energia atomica a poco tempo dalla tragedia di Chernobyl.

Lo fa attraverso un accordo casalingo tra Berlusconi e Sarkozy: un’intesa che vedrebbe l’Italia mettere sul tavolo i soldi e la Francia non si capisce precisamente cosa.

La notizia ha dato il via ad un dovuto dibattito internazionale, aperto su più fronti: scientifico, ideologico ed economico. Non v’è dubbio che si tratti di una rischiosa avventura, che non dà ancora alcuna garanzia in termini di sicurezza, costi e potenzialità energetiche, né soluzioni riguardo la sostenibilità ambientale di fronte ad un “clima impazzito” che urge di limitazioni all’azione smisuratamente distruttiva dell’uomo.

Qualche dato è d’obbligo. L’uranio, alla base del processo nucleare, secondo le stime di vari istituti mondiali, è destinato a finire in un tempo compreso tra i 35-50 anni. Ma al di là di ciò, l’energia atomica può costituire un reale deterrente contro l’effetto serra?

Per gli esperti il problema è un altro: a fronte della disastrosa situazione ambientale dell’intero globo terrestre, diverse nazioni, che già dal 1997 a Kyoto si erano impegnati a ridurre le emissioni di CO2, progettarono il futuro scenario europeo fino al 2020 prevedendo il 30% di riduzione delle emissioni (con il 20% di produzione energetica da fonti rinnovabili).



Si è sicuri nel dire che per raggiungere tale obiettivo occorrerebbero almeno 72 centrali da costruire prima del 2012: manca dunque il tempo necessario poiché prima che un impianto nucleare venga alla luce non passano meno di 10 anni.

E i costi? Di quelli ancora non si parla: miliardi di euro, almeno una dozzina, guardando ai costi di realizzazione nei paesi limitrofi, non “strani” quanto l’Italia, dove le spese delle opere lievitano giorno dopo giorno e i tempi si allungano a dismisura. Più i costi degli impianti di produzione del combustibile e dei depositi per lo smaltimento delle scorie.

Qualcosa di importantissimo dunque, giacché non si è ancora trovata una giusta e sicura collocazione per i rifiuti radioattivi presenti in Italia, che erano stati occultati alla fine del 2003 in Basilicata, a Scanzano Ionico, quella che fu purtroppo la pattumiera radioattiva nazionale del vecchio governo Berlusconi.

Cifre che pagheranno in larga parte i contribuenti, oltre a bollette sulla cui entità non vi sono garanzie di riduzione: anzi, secondo la recentissima stima del Dipartimento dell’energia degli USA, l’elettricità da nucleare presenta i costi più elevati.

L’Italia si trova dinanzi ad una scelta cruciale. A decidere sarà però una maggioranza schiacciante, priva di qualunque opposizione. E lo farà per di più spesso senza neppure aver preso visione di pareri rigorosamente scientifici e apartitici.

Difendiamo l’ambiente o alimentiamo la logica del profitto dell’economia, chiudendo gli occhi di fronte alla realtà delle cose?

Commenti all'articolo

  • Di Francis (---.---.---.172) 30 marzo 2009 20:40

    Vous avez parfaitement raison il ne faut absulement pas construire des centrales nuléaires en Italie. En France nous diposons de moyens de production et nous allons encore en mettre en service de sorte que vous puissiez nous acheter toute l’énergie électrique dont vousavez besoin. Vos savez ici nous avons l’habitude de faire fonctionner ces installations qui vous font aussi peur. Nous en avons 58 en servie plus une en construction et une autre en projet. Les gens en plus se battent par tous les moyns por installer sur leurs territoires des centrales nucléaire (pas atomiqes comme vous dites) car d’après eux eles amènent travail, richesse t bien être. Donc pas de soucis nous vous enverrons (au juste prix toute l’énergie électrique dont vous avez besoin.

  • Di FRANCESCO (---.---.---.172) 30 marzo 2009 21:00

    Continua a fare lo studentein filosofia e continua ad approfittare di mamma e papà più di quello che hai fatto senza molto profitto fino ad adesso ma non occuparti di cose che non conosci.
    Forse un giorno ti accorgerai che i treni, le fabbriche, i compiuter, leilluminazioni pubbliche e private non fonzionano con il soffio del santo spirito.
     

    • Di Gianluca Ricupati (---.---.---.113) 1 aprile 2009 19:07

      Caro Francesco, scelgo di non rispondere alle tue provocazioni cadendo in basso come hai fatto tu. Prima di scrivere un articolo, seppur non ancora in possesso di un tesserino giornalistico, mi documento in modo scientifico e con tanto di fonti. Se sei interessato ad approfondire seriamente l’argomento, puoi contattarmi e chiedermi in modo cortese quali siano le fonti in base alle quali scrivo.

      Peraltro ho inviato ad AgoraVox anche una intervista ad un ingegnere nucleare che doveva fungere da "contraddittorio" al mio articolo. Ma non è stata ancora pubblicata.

      In ogni caso, rispetta le posizioni e le idee altrui. Anzi anziché offendere, motiva le tue idee cosicché si crei un dialogo che possa far crescere sia me che te.

      Saluti

  • Di Frattaglia (---.---.---.127) 30 marzo 2009 23:47

    Caro Francesco hai ragione... però quando quelle centrali non potranno più produrre energia ti faremo trainare tutti i treni che vuoi.

    • Di Fulvio Rosa (---.---.---.78) 31 marzo 2009 09:53

      ...sopratutto il ’compiuter’.... smiley... una soluziona carina potrebbe essere quella pulita in cui non c’è bisogno di una centrale che produce un milone di watt, ma di un milione di cittadini che producono un watt con dei pannelli sul tetto di casa...

  • Di Frattaglia (---.---.---.246) 31 marzo 2009 13:46

    Ma anche i francesi lo hanno capito che è una tecnologia destinata a morire... ed è per questo che hanno trovato il pollo (Silvio) a cui venderlo.

    O i polli siamo noi che lo appoggiamo?

    Negli stati uniti hanno speso 90 miliardi di dollari per un deposito sotto il Nevada... se quei 90 miliardi andassero nella bolletta energetica, quanto scommettete che a nessuno piacerà più? (ovviamente quelle spese non vanno in bolletta e sembra che il nucleare non costi niente...)

  • Di Francesco (---.---.---.150) 31 marzo 2009 20:00

    Caro Fulvio Rosa i pannelli solari producono energia elettrica solo di giorno e l’energia elettrica on si puo stoccare. Donque arresteremo i treni appena fa buio ?
    Poi quanti m2 di pannelli sono necessari per fare avanzare un treno ? 

  • Di Francesco (---.---.---.150) 31 marzo 2009 20:07

    caro Frattaglia tutte le tecnologie sono destinae a morire. L’aratro trainato dai buoi non è più utilizzatodalle nostre parti.
    Quanto all’energia nucleare le scorte di uranio conosciute permetteranno di fare funzionare dei reattori a neutroni veloci per circa 200 anni. 
    E fino a li delle menti aperte alle nuove tecnologie come i rinnovabili e la fusione termonucleare provvederanno a trovare nuove forme di energie.

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