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Musical "Sulle note della storia: 50 anni di umanità-my name is Michele"

 

Il Liceo Scientifico “Antonino Sciascia” di Canicattì, in una matinée del 15 dicembre nel Teatro Sociale della stessa città, ha replicato con qualche variante il brillante musical intitolato “Sulle note della storia: 50 anni di umanità - My name is Michele”, già rappresentato lo scorso 1 giugno.

Esso ripercorre 50 anni di storia di diritti umani violati, vista attraverso gli occhi dell’Angelo Michele inviato da Dio sulla terra per redimere gli uomini. Piombandovi però nel pieno della guerra nel Vietnam e via via venendo a conoscenza dei molteplici crimini contro l’Umanità di cui l’uomo si è macchiato fino ad oggi, l’Angelo Michele comprenderà quanto arduo è il suo compito.

I 50 anni di storia sono mostrati con grande impatto emotivo attraverso immagini, coreografie, canzoni e recite degli alunni del liceo prima detto. Emozionante pure il monologo-riflessione dell’attore Salvatore Nocera sulla tragica storia recente, e la sua recita, coinvolgendo anche il pubblico, della famosa canzone siciliana antimilitarista per eccellenza: “Vitti na crozza”.

La Prof.ssa Lella Falzone, responsabile del Laboratorio Teatrale della scuola e ideatrice e regista del musical, introduce lo spettacolo sottolineando l’importanza dell’arte in generale e del teatro come occasione di crescita individuale e di rafforzamento del gruppo, di sviluppo dell’autostima e della sicurezza in se stessi. Poi spiega come il laboratorio teatrale abbia sottratto poco o niente i ragazzi allo studio delle materie scolastiche, perché realizzato in orari scomodi ma ideali per evitare ciò, quindi dalle 14 alle 15.30. Infine lanciando un appello affinché docenti e studenti valorizzino di più questa antichissima forma d’arte.

Alla fine dello spettacolo, chiuso con un balletto natalizio sulle note di “Jingle Bells”, la Preside Rossana Virciglio ha ribadito l’importante ruolo formativo e culturale del teatro, al pari dello studio dei libri, e facendo notare al pubblico come anch’esso sia parte integrante dello spettacolo, del palcoscenico, per il sostegno che riesce a dare a chi tra mille difficoltà sale sul palco per realizzare uno spettacolo.

Adesso cerchiamo di capire come mai c’è stato tanto bisogno di sottolineare l’importanza del teatro e dell’arte in generale. Credevamo che ciò dovesse essere scontato.Ricorderete il film “L’attimo fuggente” o “Dead Poets Society”. Significativamente ambientato nel 1959, un anno prima dei fatidici anni Sessanta, Robin Williams interpreta il ruolo dell’insegnante di lettere John Keating, fortemente atipico rispetto al resto degli insegnanti tradizionalisti del rigoroso collegio maschile “Weltonnel Vermont.

Appassionato di Walt Whitman, egli, scandalizzando, dà lezioni di poesia liberando i ragazzi da quegli schemi scolastici che lasciano poco spazio alla libera immaginazione, quindi alla creatività, quindi all’arte; e incitandoli a cogliere l’attimo, al carpe diem. Egli dice: "Cogli l'attimo, cogli la rosa quant’è il momento, perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza un giorno smetterà di respirare, diventerà freddo e morirà".

Memorabile l’episodio nel quale ordina ai suoi studenti di strappare la pagina del libro di poesia dove è descritto accademicamente, quasi come una formula matematica, il metodo per valutare l’efficacia poetica di un testo. Probabilmente nei licei non ci sono molti Professor Keating, se si è dovuto ricordare più volte da un palco l’importanza dell’arte; se chi deve stilare e diramare per tempo ai professori e agli alunni la circolare che elenca quelli che parteciperanno allo spettacolo, non lo fa;

se taluni professori, nonostante la circolare provvidenzialmente diramata dalla Preside Virciglio l’ultimo giorno, pretendono di interrogare il giorno del musical proprio alcuni alunni che vi prenderanno parte; e se taluni professori arrivano a biasimare gli studenti che perderebbero il loro tempo per cose inutili quali il teatro a discapito di corsi più importanti. Importanti quali le sterili lezioni scolastiche, che inzeppano la mente di nozioni e impoveriscono l’immaginazione, il senso critico e lo spirito?

Una personale definizione d’arte: Ogni opera d’arte toglie un frammento dell’irrealizzato pensiero cosmico che tutte le idee informi contiene, per dare a esse forma compiuta. L’artista, infatti, è colui che riesce a dare un ordine al caos cosmico”.

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