• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > Musica concreta ed elettroacustica: l’esperienza di Vincenzo (...)

Musica concreta ed elettroacustica: l’esperienza di Vincenzo Scorza

Iniziate a leggere ascoltando questa traccia: è di TOASK (Two Of A Strange Kind), un progetto di Vincenzo Scorza. Vi accompagnerà nella lettura e nella comprensione della sua musica.

Vincenzo Scorza è l’esempio di un sistema che dobbiamo immaginare reticolare, con tanti punti di snodo, tanti elementi pulsanti. Un sistema nervoso fatto di centri, spesso sconosciuti, che sono connettori di una intelligenza collettiva, quella che crea e determina cambiamenti nell’arte, nella cultura, partendo dal basso, o, nel caso della musica elettronica, dalle camere da letto di chi crea in totale autonomia. Vincenzo Scorza è uno di quei tanti punti, che dalle loro camere creano nuove vie.

Lo stimolo fondamentale per spingersi verso la sperimentazione musicale è la curiosità: Vincenzo “Vinx” Scorza studia chitarra da piccolo, poi passa alla elettrica e si interessa al rock anni 70, al metal, quindi al punk, al grindcore e a generi sempre più estremi. Ma se è vero che nell’ambito della musica rock (soprattutto nelle sue ramificazioni più violente) esiste un messaggio sociale, di contestazione, di rifiuto, di disagio, è anche vero che queste espressione è forza viva e spontanea, alla quale non a caso musicisti colti si sono avvicinati per analizzarla, riprodurla, ripensarla. Pensare a “signori” in giacca, cravatta e occhiali come Bill Frisell e Wayne Horvitz che si davano al grindcore dà l’idea dell’interesse che si ebbe negli ambiti colti dei primi anni novanta per queste espressioni “borderline” del punk e del metal.

Nel frattempo Vincenzo trova nella musica elettronica quella estensione del suono non concessa agli strumenti acustici ed elettrici, e quella libertà di sperimentazione che il confronto individuale con la “macchina” consente. Parte una seconda fase in cui Vincenzo si dedica all’ambient, poi alla techno, alle ritimiche velocissime e asincrone del breakcore, e infine il glitch, di cui si innamora profondamente. Glitch: flusso di suoni dove l’elemento dell’imprevedibilità e dell’errore diventa caratterizzante, dal quale possono germinare nuove idee e portare a deviazioni rispetto al piano iniziale.

La “bottega” per Vincenzo Scorza è il sound design, l’editing e la post-produzione audio, per poter conoscere a fondo gli strumenti, le macchine. Quindi l’iscrizione al Conservatorio di Bologna per completare un percorso di crescita all’insegna di passaggi coerenti, nati con la sperimentazione personale e proseguiti al corso universitario del DAMS musica di Bologna. Al Conservatorio segue i corsi di musica elettronica ed elettroacustica, andando a sondare le radici del ’900, dagli intonarumori, alla prima musica concreta, alla scuola di Darmstadt. Il tutto per aggiungere alla pratica la consapevolezza di quanto è stato già fatto.

Ecco le molteplici personalità musicali di Vincenzo Scorza: Mop Cortex, l’amore per la melodia cameristica del primo Aphex Twin innestata nelle ritmiche breakcore, ma anche l’interesse per artisti, mi racconta Vincenzo, come Squarepusher Autechre.

Il fatto stesso di ricondurre la propria musica a una scena determinata, già esistente e di successo rende la “personalità” di Mop Cortex più commerciale. Quello che forse state ancora ascoltando in sottofondo, cioè TOASK, è invece un progetto più maturo, nato nell’ambito dell’Homework Festival di Bologna.

Racconta Vincenzo Scorza:

“C’è molto di Mop Cortex, ma svuotato di quegli elementi che man mano ho iniziato a percepire come contorno, come tappezzeria acustica. TOASK si è scrollato di dosso un po’ di quella crosta ed è rimasto musica nuda, fragile, passibile di ogni errore, non a caso l’errore è il punto chiave attorno al quale ruota il progetto”.

Sempre da Vincenzo Scorza ci facciamo raccontare altri suoi progetti, nati per diffondere la musica concreta ed elettroacustica:

“HOLO è un ensamble di soli laptop, in numero variabile. E’ un progetto improvvisativo che prevede l’interazione tra i musicisti che seguono un canovaccio. E’ basato sull’ascolto reciproco dei suoni che ogni laptop emette e sul contagio sonoro tra gli elementi. Ogni componente del gruppo è coinvolto attivamente nella conduzione musicale delle performance formulando in tempo reale proposte sonore che possono essere accettate, imitate o contrastate dagli altri membri dell’ensemble. Le forme musicali che produce sono aperte e in continua evoluzione, come se una mente collettiva le controllasse.”

Ancora maggiore libertà nel progetto ORFEO, dove gli strumenti sono elettronici, “circuit bending” (costruzione di strumenti “giocattolo” elettrici), e qualsiasi materiale in grado di produrre un suono. Ma la ricchezza delle fonti sonore sono condotte, secondo le teorie improvvisative del compositore e cornettista statunitense “Butch” Morris, dal direttore Andrea Pelati, che attraverso alcuni segni convenzionali indica i comportamenti sonori. “L’ensemble esegue ciò che è solo nella mente del direttore, che attraverso la conduzione lo comunica istantaneamente agli esecutori.”

Finora Vincenzo “Vinx” Scorza, oltre al suo meritevole e interessante lavoro di diffusione della cultura elettroacustica in luoghi non accademici come centri sociali, spazi espositivi, club, ha pubblicato per alcune piccole e coraggiose case discografiche, fra le quali segnaliamo la sinewaves, che consente il download del loro catalogo, a fronte del vostro buon cuore (e delle vostre tasche). E ovviamente se volete seguire i suoi set dal vivo cercatelo nel web, dove troverete gli aggiornamenti dei suoi concerti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares