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Il Ripasso 16: The Doors

 

La California della metà degli anni 60 è la fucina musicale e artistica degliStati Uniti, dividendosi questo ruolo principalmente con Detroit e New York. Se la California è la meta deglihippies, che hanno nell’acid rock di band come Jefferson Airplane eGrateful Dead il punto di riferimento, a Detroit spuntano i padri del punk,MC5 di Freddy Sonic Smith o gliStooges di Iggy Pop. New York conferma la sua natura di capitale dell’arte contemporanea con portabandiera dell’avanguardia del suono come i Velvet Underground.

Due gruppi che sfuggono alla categoria californiana sono The Mothers of Invention diFrank Zappa, con le loro radici sperimentali e colte, e i The Doors, che interpretano il rock in modo violento e visionario. Formatisi nel contesto della UCLA School of Theater, Film and TelevisionRay Manzarek e Jim Morrison hanno 4 anni di differenza di età e due temperamenti diversi. L’uno acuto osservatore musicale (si rivelerà col tempo un ottimo talent scout) mentre Jim Morrison possiede il desiderio esplosivo di esprimersi in ogni modo. L’insuccesso nell’ambito cinematografico non lo ferma, e pur essendo a digiuno di musica, sente di dover trasmettere attraverso quest’arte le liriche che compone, grazie anche alle grandi doti di performer.

 
Dopo un primo gruppo formato dai fratelli di Manzarek e una bassista, la formazione definitiva dei Doors, composta dal chitarrista Robbie Krieger e dal batterista John Densmore, si incontra a una lezione di meditazione trascendentale del celebre guru dei VIP Maharishi Mahesh Yogi. La spiritualità è un elemento che in qualche modo rimarrà sotteso nella poetica di alcuni testi di Morrison. Alla formazione, per completare la sezione ritmica, manca un basso. Decidono per delle audizioni, ma Morrison tiene più all’armonia del gruppo che alla coerenza degli strumenti musicali da usare. Questo senso protettivo determina l’utilizzo curioso dal vivo da parte di Manzarek di un Fender Rhodes Piano Bass, che affianca all’organo Vox Continental per gli assoli. Anche questa è una relativa novità: Krieger sostiene spesso la ritmica con la chitarra e ogni tanto propone i propri assoli. La chitarra non è più l’unico strumento solista del rock.
 
 
I testi di Morrison hanno talvolta riferimenti colti, e la letteratura e la poesia, più libere espressivamente del testo di una canzone, portano sul palco sensibilità e tensioni nuove nel rock. Diventano il gruppo residente del ‘Whisky a Go Go‘ di Los Angeles, precedendo sul palco band come The ByrdsBuffalo SpriengfieldLove e i Them di Van Morrison, con cui si uniranno spesso sul palco per eseguire ‘Gloria‘, che entrerà nel repertorio dei Doors.
 
 
Nel 1966 vengono notati dalla casa discografica Elektra, grazie alla quale realizzano il loro primo album che esce nel gennaio del 1967. Si tratta di un enorme successo che balza al secondo posto delle classifiche dietro a ‘Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band‘ deiBeatles. Da questo momento partono una serie di tour, dimostrando la loro potenza dal vivo. La formazione alla UCLA lascia una traccia evidente nell’interesse continuo per la testimonianza cinematografica del loro percorso. Nasce un gruppo di tecnici di fiducia che seguiranno i loro movimenti come in un documentario continuo, filmando una quantità notevole di pellicola.
 
 

 

Se per il pubblico rappresentano una novità sconvolgente, sortiscono un effetto “uguale e contrario” anche nell’establishment musicale e dei media, non ancora pronto per una band tanto radicale. E’ impossibile non dare spazio a un fenomeno commerciale di tale livello, ma i programmi televisivi, per primo il celebre Ed Sullivan Show, pretendono modifiche ai testi di Morrison, che puntualmente non vengono cambiati, creando loro un progressivo allontanamento dal media statunitensi. Anche nei concerti hanno problemi, come molte delle band dell’epoca. Le forze dell’ordine provocano sistematicamente Morrison prima dei concerti, e la reazione impulsiva del cantante è quella di denunciare in pubblico le violenze subite, causando qualche volta l’interruzione dei concerti.

Il successo è talmente grande che già dal febbraio 1967 iniziano le registrazioni del secondo album “Strange Days“, che replica il successo e anche lo schema del disco precedente. Brevi brani violenti e un lungo finale declamatorio e lugubre. ‘Strange Days’ raggiunge la terza posizione in classifica e riporta il gruppo in una tournée nazionale ricca di successi. Lo schema cambia con “Waiting for the Sun” del luglio 1968, una collezione di brani brevi e molto suggestivi. Con la terza prova, un altro successo, iniziano anche i tour all’estero: InghilterraOlandaGermaniaDanimarca e Svezia. Il loro primo tour europeo termina il 20 settembre dello stesso anno; viene realizzato un documentario intitolato “Feast of Friends“, titolo significativo del loro forte rapporto d’amicizia oltre che professionale. Mentre la band torna negli States, Jim Morrison e la fidanzata Pamela Courson si stabiliscono per un mese a Londra.

 

 

Lo stimolo del documentario porta Morrison a realizzare con la stessa troupe un lungometraggio che rimarrà incompiuto. E’ di questo periodo l’inizio della forte dipendenza da alcool e droghe di Morrison e i segnali si colgono sia sul palco (a New Heaven e a Colonia sviene), che sul disco successivo del 1969, “The Soft Parade“, dove alla voce urlante e arrochita di Morrison contrastano in modo bizzarro gli arrangiamenti per orchestra che fanno da sfondo ai loro brani. La struttura torna ai primi due album, i brani brevi e un lungo finale, ma meno cerimonioso, musicalmente più incoerente, quasi un collage. Decidono di non partecipare aWoodstock, ma si esibiscono al Toronto Rock and Roll Revival festival, con grandi come Bo DiddleyChuck BerryGene VincentLittle Richard. Il grande documentarista del rock D.A. Pennebaker filmerà il festival intitolando la pellicola “Sweet Toronto“.

 

Con il 1970 i Doors ritornano alle origini con “Morrison Hotel“. Abbandonati i sofisticati arrangiamenti per orchestra, un tentativo bizzarro di adeguarsi ai gusti ‘lounge’ della fine degli anni 60, tornano al blues con alcuni brani che entreranno nel repertorio dei loro più famosi. Nello stesso periodo esce anche l’unico loro album live, “Absolutely Live“, che sprigiona l’energia, ma anche la disperazione e l’angoscia, della loro musica e della personalità di Morrison. Ancora qualche tributo al loro amore per il blues, come il concerto insieme ad Albert King, e poi la decisione di partecipare al festival dell’Isola di Wight, il tramonto dei grandi eventi che vedrà superstar del calibro di Jimi HendrixThe Who,Joni MitchellSly and the Family Stone e altri.

Dopo il festival dell’Isola di Wight Morrison, minato nel fisico dagli abusi di droghe, incide insieme alla band l’ultimo album. “L.A. Woman” del 1971 è il più blues e solido della loro storia. Ritmiche pesanti, un rock deciso che contiene altri grandi successi che passeranno alla storia. Con questo disco si conclude l’impegno con l’Elektra che Morrison ha rispettato con professionalità: libero dal contratto viaggia in Marocco, meta per molti giovani dell’epoca, con la inseparabile compagna Pamela Courson. Stabilitisi a Parigi, Morrison si spegnerà il 3 luglio del 1971. Il gruppo pubblicherà altri due dischi senza di lui che avranno un mediocre successo e non verranno mai stampati su cd.

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