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Mumbai, dalla rete una prima bozza di storia

Internet sta raccontando in diretta l’inferno di Mumbai. Attraverso Twitter, Flickr, YouTube l’attacco terroristico alla capitale economica dell’India è stato riportato da cittadini e blogger più o meno professionisti.

Era successo nel caso delle bombe alla stazione di Atocha a Madrid, per lo Tsunami in Indonesia, così come per gli attacchi alla metropolitana di Londra nel 2005. La rete si dimostra oramai matura a testimoniare la realtà, riversando, quasi in tempo reale, messaggi, foto, video, commenti sul terrore di Mumbai.

Un flusso d’informazione dal basso che rafforza il valore del cittadino nella narrazione della realtà e rilancia l’efficacia e l’utilità della rete per il giornalismo. La diffusione di dispositivi digitali (videocamere, fotocamere, cellulari, notebook, palmari) ha permesso una narrazione quanto mai varia, completa, in grado di competere con i media tradizionali.

Una prima bozza di storia raccontata dai cittadini nel momento stesso in cui si consuma la tragedia. Lo chiamano citizen journalism, giornalismo dal basso, tendenza o moda per alcuni, feticismo per altri, passione per molti, forse semplice voglia di raccontare la verità. Niente di più reale.

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