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Movimento 5 Stelle e circoscrizioni a Messina: l’ennesima incoerenza grillina

Potrei parlare di tante cose quando si tratta del Movimento 5 Stelle: della delusione di aver supportato un Movimento antisistema che è di fatto diventato un partito affamato di potere come gli altri; delle tante incoerenze, giravolte, alleanze non previste dal non-statuto; di quanto abbiano coperto gli occhi, le orecchie e la bocca pur di ottenere le poltrone; di un contratto di governo che fa capire quanto si siano fatti fregare dalla Lega Nord, prevedendo mezza riga sul Sud Italia, appena otto righe sulla lotta alla mafia e ben tre pagine anti-immigrati (contratto scritto con i compagni di partito del condannato senatore Umberto Bossi); di uno strano dietro-front di Berlusconi che notoriamente non indietreggia mai se non è sicuro di avere qualcosa in cambio (impunità, leggi ad personam, ecc.).

Ma preferisco concentrarmi su altro, di cui i giornali principali non parlano: in questi giorni entra nel vivo la campagna elettorale per le elezioni comunali a Messina. Secondo i sondaggi (l’ultimo su tempostretto.it), sembrerebbe profilarsi un ballottaggio tra il sindaco uscente Renato Accorinti (supportato solo da tre liste civiche) e il deputato regionale Cateno De Luca (divenuto famoso anche per l’arresto il giorno dopo la sua elezione a deputato lo scorso novembre).

Il Movimento 5 Stelle quest’anno si presenta sempre con la solita unica lista, ma la vera differenza rispetto a cinque anni fa è l’essersi presentato anche alle sei circoscrizioni. Nelle elezioni del 2013 infatti i pentastellati dichiararono di non presentarsi ai quartieri, ritenendoli “troppo costosi” ed “illegittimi” in base ad una legge inserita nella finanziaria del 2010 (n.191/2009) che prevedeva la soppressione delle circoscrizioni nei comuni con meno di 250mila abitanti.

Le dichiarazioni di 5 anni fa erano:

La legge finanziaria del 2010 (n. 191/2009) – scrivono in una nota – impone l’abolizione dei Consigli Circoscrizionali nei Comuni con meno di 250.000 abitanti, e siamo dunque eticamente obbligati a dare un segnale forte, coraggioso e giusto nel non presentare candidati alle circoscrizioni ricordando che la questione morale è la nostra vera priorità. “Noi riteniamo che si affermi ciò in maniera contraria ai criteri di riduzione della spesa pubblica. La circostanza è che le stesse norme statali, in quanto fissano limiti di spesa, sono anzitutto norme di coordinamento finanziario e come tali applicabili anche alle Autonomie speciali in considerazione dell’obbligo generale di tutte le Regioni, ivi comprese quelle a Statuto speciale, di contribuire all’azione di risanamento della finanza pubblica. Viene ignorato – continua la nota – l’esito dell’ultimo censimento demografico Istat, che conferma la popolazione messinese in 243.262 abitanti, è stato evidentemente trascurato dagli attuali amministratori. Mantenere queste poltrone ammonta a circa € 1.500.000 annui, che saranno sostenuti, ancora una volta, da una cittadinanza ormai sempre più gravata da continui balzelli; tutto questo mentre decine di famiglie messinesi di nuovi poveri lottano per la sopravvivenza”.

Cinque anni dopo, dopo un ulteriore calo demografico nella città di Messina, eppure i grillini smentiscono sé stessi decidendo di candidarsi in tutti i 6 quartieri del capoluogo dello Stretto. I casi sono due:

  • O i 5 stelle ci prendono in giro adesso, manifestando l’ennesima giravolta politica;

  • O ci prendevano in giro 5 anni fa (anche perché si candidarono in tutte le altre città) e viene da pensare che il vero motivo fosse la carenza di militanti all’interno del Movimento, al punto che alcuni cittadini comuni venivano contattati addirittura via facebook.

Un ennesimo passo falso che dimostra quanto il Movimento ormai sia la fotocopia di tutti gli altri partiti.

 

(P.S: Mentre scrivo l'articolo, il designato assessore ai servizi sociali del Movimento 5 Stelle passa a Forza Italia. Ma come vengono scelti gli assessori?)

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