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Mose: sindaco di Venezia arrestato per tangenti e corruzione

 
Nell’ambito dell’inchiesta sull’ex amministratore delegato della Mantovani, Giorgio Baita, sono stati raggiunti da un provvedimento di custodia cautelare il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (PD), l’assessore regionale alle infrastrutture Renato Chisso, il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbilio e Roberto Meneguzzo e il generale delle Fiamme Gialle in pensione Emilio Spaziante.

Chiesto anche l’arresto per l’ex governatore della Regione Veneto Giancarlo Galan. Sono state inoltre arrestate altre 35 persone tra cui due ex presidenti del Magistrato delle Acque, diretta emanazione del Ministero delle Infrastrutture; un altro centinaio sono indagati a vario titolo.

Le accuse sono concussione, corruzione e riciclaggio, nell'ambito degli appalti del Mose, sistema di dighe mobili realizzato per arginare il fenomeno del’”acqua alta” a Venezia. L’inchiesta, partita tre anni fa, aveva già portato all’arresto dell’ad della Mantovani, Baita, nel febbraio scorso. L’ex ad aveva distratto fondi destinati alla grande opera; secondo l’accusa il denaro sarebbe stato portato a San Marino da Claudia Minutillo, ex segretaria del governatore Galan, dove veniva riciclato tramite l’agenzia finanziaria Bmc Broker del console onorario William Colombelli.

Secondo le indagini della Guardia di Finanza, circa 20 milioni di euro sarebbero finiti in fondi neri all’estero - denaro probabilmente destinato alla corruzione politica. Secondo gli inquirenti il gruppo avrebbe creato, attraverso un giro di fatture false, una serie di conti esteri che sarebbero serviti, almeno in parte, per finanziare politici e partiti durante le campagne elettorali.

Le indagini dei pm Stefano Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonino (Dda) avevano portato anche all’arresto di Giovanni Mazzacurati, a capo del Consorzio Venezia Nuova. Secondo i pm era lui la mente dietro la vasta rete di tangenti che gravitava intorno agli appalti del Mose. Con Mazzacurati erano finiti in manette anche gli imprenditori Pio Savioli e Federico Sutto.

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