Morto l’ultimo sopravvissuto deportato per omosessualità dal nazismo
La memoria sopravviverà alle persone che la incarnano? Muore ieri Rudolf Brazda, l'ultimo sopravvissuto noto tra i deportati nei campi di concentramento dal nazismo per omosessualità.
E’ morto ieri, mercoledì 3 agosto, all’età di 98 anni, Rudolf Brazda, l’ultimo sopravvisuto tra i deportati noti del "triangolo rosa". Il triangolo rosa era lo stemma che, durante la dittatura di Hitler, serviva a distinguere le persone accusate di omosessualità dai “normali” cittadini. Per il reato di omosessualità, sono stati stimati 10.000 casi di uomini deportati nei campi di concentramento, ma potrebbero essercene stati molti altri che non sono venuti alla luce, come successe nel caso di Rudolf.
Fu solo nel 2008, però, che Rudolf raccontò pubblicamente il motivo della sua deportazione, quando seppe che a Berlino si sarebbe inaugurato un monumento in memoria delle vittime del “triangolo rosa”. Così, il 28 aprile di quest’anno, fu insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine nazionale della Légion d’honneur. Un gesto importante e significativo per riabilitarlo da quanto subito durante gli anni hitleriani e per renderlo parte della memoria comune da trasmettere ai più giovani affinché non dimentichino.
I suoi cari hanno fatto sapere che l’uomo si è spento serenamente nel suo letto, presso una casa di cura dell’Alsazia dove viveva da qualche anno. Rudolf sarà sepolto a Mulhouse, secondo le sue volontà, per essere sepolto accanto al suo compagno di vita, Edward Mayer, morto qui nel 2003.
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