• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Morire di par condicio

Morire di par condicio

Non è una novità. Che i piccoli partiti non godano di quella possibilità di presentarsi al Paese ed ai cittadini proponendo i loro programmi, è già storia antica.

Circa un anno fa, in piena campagna elettorale, Boselli - candidato leder dei Socialisti – fu invitato solo da Bruno Vespa nel suo Porta a Porta, ma solo verso la fine della campagna elettorale, a giochi fatti: come dire, proprio per non palesare in maniera troppo eclatante l’oscuramento ad omnia operato sopratutto dai media nei confronti dei partiti minori. Boselli, appena presa la parola, la utilizzò per salutare gli astanti ed uno sconcertato Bruno Vespa, che non tentò nemmeno troppo di convincere l’esasperato uomo politico, a restare fino alla fine della trasmissione.

La Legge elettorale di maggioranza, approvata nel 2006, mieteva già vittime su vittime. E illuminava ad oltranza i due partiti di maggioranza che a suon di talk show, interviste e dichiarazioni sparate ogni due minuti in TV e sui giornali, hanno usufruito della massima visibilità, fino a giungere alla sconcertante realtà: in Italia il bipartitismo esiste già da tempo, contrabbandato per pluralismo solo sulla carta. La realtà, è che con lo sbarramento al 4 ed 8 per cento, a seconda che si tratti di Camera o Senato, a nulla servono gli sforzi di quei partiti che, pur alleandosi fra loro, non riescono più a sfondare un portone ermeticamente chiuso a qualsiasi pretesa di esistere e coesistere.



La Legge è chiara e lampante: via i piccoli. Largo alle grandi alleanze. Di democrazia nemmeno l’ombra, forse rapita dall’attuazione di uno spietato ordigno scagliato contro quei partiti che non hanno più speranza di avanzare né di esistere. A cosa potrà servire il prossimo referendum, è un mistero. Sia che si voti NO sia che si scelga il SI, in ogni caso non cambierà nulla in maniera sostanziale. Il Parlamento rimane orfano di colori e si deve accontentare delle solite facce e delle sigle che semmai, cambiano se stesse. Inutile la diffida da parte di AGCOM che chiede equiparazione di tempi e presenze sui media, allo scopo di poter dare una sana informazione che non faccia pendere l’ago della bilancia solo dalla parte dei più forti: i media ignorano ad oltranza i partiti minori e spingono un ancora agguerrito Marco Pannella, all’ennesimo sciopero della sete, con la richiesta di ristabilire una par condicio saltata a piè pari in special modo dai mezzi di comunicazione. Ottiene così l’apparizione nella trasmissione Annovero di Santoro: per lui, si è mosso addirittura Sergio Zavoli, Presidente della Commissione di vigilanza Rai, che ha minacciato la propria dimissione, se la tv di Stato non avesse ospitato Marco Pannella nella trasmissione più seguita e chiacchierata di Rai due. Un piccolo passo verso la reale ripresa di una Democrazia ormai palesemente assente.

Ora qualche italiano, avrà potuto ricordare l’esistenza di una lista – quella Pannella Bonino – candidata anch’essa alle prossime europee. Ed è accaduto quasi, per dare luce ad un uomo che, pur di portare avanti la propria infinita battaglia, sia essa apprezzata o meno dai cittadini, rischia ad ogni buon conto di lasciarci le penne, a furia di rivendicare a colpi di fame e sete, diritti che quasi nessuno riesce più a leggere e collocare. Nel frattempo, non si trova comunque traccia degli altri Partiti, che continuano a subire l’oscuramento di Stato attraverso l’indifferenza dei media e sopperiscono alla mancanza di una par condicio che sta perdendosi nei ricordi della gente. Malata ormai di dimenticanze e non troppo avvezza a trovare in maniera indipendente, la ragione delle cose che accadono.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares