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Minzolini, da squalo a direttorissimo

Il consiglio di amministrazione della Rai ha preso una decisione pesante, Augusto Minzolini non è più il direttore del principale telegiornale italiano, il TG1. Con quattro voti favorevoli, quattro contrari e un astenuto, il voto del presidente Garimberti (che in caso di parità vale doppio) è stato decisivo e ha sancito la rimozione dell' ex-direttore in favore di Maccari.

Dal canto suo Minzolini ha annunciato un ricorso che sicuramente sarà causa di una lunga discussione.

L'ex direttorissimo non è certo il più imparziale dei giornalisti e tale sarà ricordato dagli ascoltatori, non è forse un caso che sotto la sua guida lo share sia calato pesantemente (16% nella giornata del 27 Novembre contro il 20% del TG5), inoltre secondo un sondaggio dell'osservatore Demos-Coop meno del 50 % degli italiani ritiene credibile il TG1 contro il 69% della precedente gestione Riotta.

Tra le inchieste più scottanti troviamo "L'albero di Natale extracomunitario", "I regali utili", "Consigli per i pattinatori" e "L'eredità del micio Tommasino". Per fortuna il Fatto Quotidiano rende accessibili queste inchieste, anche a chi ha perso la loro messa in onda, in una classifica chiamata "Minzoparade".

Inoltre "Scodinzolini" (come goliardicamente il web ha soprannominato Minzolini) sarà ricordato per la continua censura di regime applicata al "suo" Tg: si ricordano tra le più gravi la censura della protesta dell' Aquila, il caso D'Addario - Berlusconi etichettato come gossip, lo sciopero del FNSI (sindacato unitario dei giornalisti italiani) definito incomprensibile, le date sbagliate del referendum del giugno 2011 e l'invito ad andare al mare, l'assoluzione dell'avvocato Mills che invece era una prescrizione e il conseguente allontanamento dei giornalisti Ferrario, Damosso e Di Giannantonio per non aver firmato una lettera a suo favore proposta dalla direzione.

Inoltre il tribunale di Roma ha ordinato alla Rai di reintagrare la Ferrario, vittima di “grave lesione della sua professionalità per motivi di discriminazione politica”.

Per ultimo riportiamo una dichiarazione estratta da un'intervista abbastanza datata (1994) concessa a "La Repubblica" da quello che era considerato uno squalo del giornalismo italiano che si è poi dimostrato tutt'altro:

Un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e deve comportarsi e parlare come tale. Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene.

Coerenza messa da parte e lingua srotolata.

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