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Militanti di Casa Pound lanciano fumogeni durante un concerto. Sospeso spettacolo dei Dropkick Murphys

E’ stata mezz’ora di rabbia e confusione quella che ieri sera all’Orion di Roma ha tenuto tutti col fiato sospeso non solo per i fumogeni lanciati da presunti militanti di Casa Pound. E' soprattutto paura di ulteriori risse, è delusione per come queste dinamiche si introducono dove non dovrebbero, dove semplicemente ci si diverte.

Già dopo le due band che aprivano la serata, mentre lo staff preparava il palco per gli americani Dropkick Murphys, alcuni gruppi di ragazzi partono con inni al duce, a rispondergli una platea di ragazzi che li invita a lasciare il locale. A pochi minuti dall’inizio del concerto i Dropkick Murphys, nella prima delle due date italiane, sono costretti a fermare improvvisamente la musica: alcuni alzano la bandiera di Casa Pound, nella folla qualche ragazzo gli dice di farla finita e scoppia la rissa. Quattro ragazzi scagliati su una persona è solo uno dei tanti aspetti del caos. Dopo che Al Barr, il cantante, ricorda al pubblico di essere lì solo per la musica, che l’importante è divertirsi, e dopo aver ribadito che la politica non deve entrare nei loro concerti, lo spettacolo continua. Ma è questione di tempo.

 
Una ventina di minuti dopo i musicisti smettono di suonare, il cantante guarda preoccupato in mezzo alla sala, il bassista sbatte la chitarra a terra: qualcuno ha lanciato un fumogeno, una bombola di gas al pepe, pare. Il pubblico, tossendo e tirandosi le maglie alla bocca, comincia a lasciare velocemente la sala. Fuori arrivano alcuni ragazzi feriti non gravemente, altri con il volto coperto di sangue, alcuni si fermano a sporgere denuncia alle forze dell’ordine. Nel frattempo alcuni gruppi di ragazzi a dorso nudo in mezzo alla sala continuano a “fare quadrato”, come direbbe Caterina Guzzanti, e a lanciarsi orgogliosi saluti romani.
 
 
Sono le 00.20, alcuni fan irriducibili sono davanti all’entrata del camerino e continuano ad invitare i musicisti ad uscire addirittura intonando un coro di “Sorry”. Quando la sicurezza avverte che il locale sta per chiudere scoppia la rabbia di chi ha pagato 30 euro per un concerto e deve andarsene via solo con metà. “E’ qualcosa di incommentabile, queste cose mi danno troppo fastidio” commenta uno dei responsabili dell’agenzia organizzatrice del concerto “La cosa terribile è che questi domani sono a casa a fare colazione con il cappuccino, intanto hanno rovinato la festa a 1000 persone”. Nel camerino i Dropkick Murphys non sono certo di umore diverso “Loro sono disgustati dal fatto che la politica entri ovunque, nei posti più sbagliati, come allo stadio”. Il concerto riprenderà per 20 spensierati minuti in un locale svuotato ma epurato dalla violenza, come doveva essere.
 
“E’ devastante, avevamo fatto un lavoro perfetto poi arrivano 50 di Casa Pound, non li possiamo perquisire, li dobbiamo far entrare per forza” commentano attoniti i proprietari dell’Orion mentre fuori dal locale parlano dell’accaduto con chi era al concerto “Prima del concerto li avevamo visti, arrivavano in gruppi da 15. Ho avvertito le forze dell’ordine che però non potevano intervenire senza che fosse successo qualcosa e infatti sono rimasti in zona, pronti ad intervenire. Domani gli porterò le riprese del locale e procederemo ad accertare i responsabili”.
 
Gruppo celtic punk, i Dropkick Murphys, sono da tempo fuori da prese di posizioni politiche ma si trovano al centro della filosofia skinhead fatta di contrapposizioni, di naziskin e redskin, fazioni antagoniste che vanno ben oltre un gusto musicale. E’ purtroppo proprio questo non schierarsi che rende il pubblico dei Dropkick Murphys tra i più omogenei: ci sono quelli di destra e quelli di sinistra. Ma lo scontro era evitabile. I commenti più adatti, come spesso accade, arrivano da Facebook: nella pagina dell’evento, dove prima si chiedevano informazioni per arrivare al locale, ora c’è un sintetico “Ringraziamo Casa Pound per aver rovinato un concerto da paura”.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.5) 7 giugno 2012 17:02

    Il locale ha gestito in maniera assolutamente inadeguata la situazione, facendo continuare il concerto senza allontanare i responsabili delle risse, avvenute ben prima dell’inizio dei Dropkick Murphy’s. Se qualcuno provoca disordini deve essere allontanato. Ma la security era inferiore al numero consono per un evento del genere. Inoltre nel momento in cui l’Orion dichiara che queste persone sono entrate contro la volontà del locale dimostra l’inadeguatezza della loro gestione.
    Questa macchia sulla credibilità del posto non si cancellerà facilmente. Il minimo che i proprietari possano fare, se hanno un briciolo di dignità è rimborsare tutti i biglietti.

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