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Mentana e il web, ripristino della parcondicio o appropriazione del web?

Mentana e il web, ripristino della parcondicio o appropriazione del web?
In una lettera al Corriere Mentana scrive: "E cioè la vicenda dai tanti risvolti politici, istituzionali, giuridici e di costume che un quotidiano autorevole come il Corriere racconta giustamente in tutti i suoi risvolti da ormai dieci giorni. Nessuno ha potuto rappresentarla in tv: vietato ai programmi privati, addirittura impossibile per quelli pubblici, visto che sono in quarantena. Altri effetti di quella norma autolesionistica stanno per concretizzarsi davanti ai nostri occhi: infatti nessuna televisione potrà raccontare la campagna elettorale al lume dell’interesse giornalistico, ma solo rispettando il bilancino della par condicio, quello per il quale i candidati alla guida di una Regione hanno diritto allo stesso spazio e a confrontarsi insieme, compresi quelli che — già lo sanno tutti — non raggiungeranno l’un per cento dei suffragi".

E ancora:
 Il giornalismo libero e l’opinione pubblica possono confrontare, ad esempio, Formigoni e Penati, la Bresso e Cota, la Bonino e la Polverini, unici possibili vincitori nelle loro regioni. In tv no, è vietato, al massimo ci potranno essere delle pletoriche tribune politiche, o le dichiarazioni in pillole cui saranno costretti i tg. Insomma, proprio nel momento in cui il passaggio al digitale e l’allargamento del satellitare ci hanno dato l’illusione di una formidabile crescita dell’offerta a nostra disposizione, possiamo vedere come lo strumento televisivo sia stato brutalmente sterilizzato in un suo settore cruciale.

In se, le parole riportate indicherebbero la volontà di superare gli schemi finora adottati dalla politica nei confronti dell’informazione pubblica, se non fosse per le frasi evidenziate che però indicano tutt’altro.

Nello spazio da lui condotto "il pubblico potrà vedere il confronto tra quanti, tra i candidati, hanno la possibilità di vincere mentre quelli di cui tutti sanno che non raggiungeranno l’uno per cento saranno esclusi?

La par condicio, se applicata correttamente - il fatto che la rai abbia chiuso i programmi "Politici o politicizzati" non significa che sia la legge ad essere sbagliata anzi, ad essere sbagliata è l’interpretazione della legge da parte della rai - implica che tutti i partiti, in corsa alle elezioni, devono essere rappresentati nei programmi televisivi in pari misura. Per Mentana no.

Mentana apre la lettera con queste parole: "Caro direttore, c’è un’occasione da non perdere per chi ama l’informazione. La vogliamo cogliere insieme? In questi giorni stiamo vedendo quanto stupida può essere una regola che spegne tutti i programmi televisivi di approfondimento, pur di non correre il rischio di influenzare la campagna elettorale per le Regionali. Il primo ed esemplare risultato è che il cittadino-elettore non ha potuto farsi attraverso lo strumento televisivo un’idea più motivata sul caos delle liste."


A parte il "caos delle liste", per Mentana, la colpa è della legge, che definisce stupida. Ed è partendo da questo che costruisce la sua idea di usare la rete - cosa che viene già fatta da milioni di persone in tutto il mondo - per aggirare l’intoppo causato dalla legge. Però, inserendo in rete, non più articoli stampati anche su carta o video che altrimenti non si vedrebbero, ma veri e propri programmi televisivi che presuppongono un’organizzazione a parte rispetto al normale, significa occupare uno spazio che dovrebbe rimanere libero o comunque gestito in modo non professionale.

E qui s’innesta il problema posto dal titolo. Se l’editoria tradizionale, che usa già la rete, interferisce, con programmi suoi, in rete, non lo fa certo per "amore" della legge. Sappiamo tutti come è finanziata (pubblico) e di chi è la proprietà (privata), ed è per questo che sorge il dubbio che la "manovra" ha come scopo la "colonizzazione" della rete. Colonizzazione che toglierebbe alla rete la sua peculiarità di oggetto non sottoposto a controlli invasivi.

Di conseguenza comporterebbe una richiesta di revisione delle norme che regolano la rete.

Norme che già sono state prese di mira con il DDL sulle intercettazioni e che, per fortuna, non sono state modificate.
 
Aggiornamento
 
E’ di oggi la notizia, riportata dal corriere della sera , che il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di Sky e Telecom Italia Media (ovvero La 7) a favore della sospensione del regolamento, esattamente all’art. 6 comma 2, varato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che disciplina la par condicio in vista delle Regionali. Le richieste sono state discusse davanti alla III sezione ter del Tribunale amministrativo regionale, presieduta da Maria Luisa De Leoni e così stamattina hanno deciso i giudici.
Una presa di posizione, questa, importante ai fini di una maggior chiarezza sul significato della par condicio che dovrebbe far riflettere l’editoria tradizionale sull’opportunità di non ricorrere a soluzioni "non coerenti" con il problema affrontato. Problema che, come si può constatare, si può risolvere nel suo ambito naturale, cioè la televisione, attraverso i poteri preposti dallo stato. E’ chiaro che, a questo punto, anche la rai è costretta a rivedere le sue decisioni in merito.

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francesco

francesco

Sono pensionato da sempre interessato al mondo in cui vivo, scrivo sui blog per esprimere ciò che provo di fronte alle tematiche moderne, non sono giornalista o, se preferite, lo sono solo nella misura in cui esprimo le mie idee scrivendole.

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