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Medianeras: una “finestra” sul mondo contemporaneo

Medianeras è un film del 2011 diretto da Gustavo Taretto. Martin è un web designer a passa tutto il tempo nel suo monolocale tra il suo computer e le sue passioni perché ha paura di interagire con il mondo esterno. Mariana allestisce vetrine, nonostante sia un architetto e anche lei, come Martin non esce molto di casa, anche per il fatto che ha la fobia degli ascensori e abita all’ottavo piano.

Martin ha un cane Susù, lasciato a lui dalla sua ex-fidanzata. Tramite il web Martin trova una dog-sitter per il suo cane, cane ritenuto da lui triste e depresso e incapace di interagire con gli altri cani. Martin ha una avventura di natura sessuale con la dog-sitter ma poi non la rivede più. Nel film vediamo che Mariana prima esce a cena con un collega di lavoro, cena dalla quale la ragazza scappa impaurita e poi si vede con uno psicologo con il quale va a letto. Nel rapporto sessuale lo psicologo ha difficoltà e ne rimane dispiaciuto anche se a Mariana la cosa non importa. I due poi non si rivedono più.

Il film mostra anche le affinità tra Mariana e Martin e nello stesso tempo vediamo uno spaccato di Buenos Aires, la città dove i due vivono e sono vicini di casa senza saperlo. Sia Martin che Mariana amano osservare l’architettura dei palazzi di Buenos Aires e Martin, all’inizio del film, fa una serie di considerazioni sull’urbanistica della capitale dell’Argentina, accostando queste sue riflessioni ad altre di natura sociologica e antropologica.

Tra le tante affinità tra i due ragazzi vediamo che entrambi fanno aprire una finestra nel loro appartamento, una finestra che permette alla luce di entrare nel loro mondo buio e tenebroso. I due poi si incontrano in una chat su internet ma un blackout interrompe la loro conversazione ed entrambi si ritrovano poco dopo in un negozio a comprare candele ignari del fatto di aver parlato nella chat poco prima.

Mariana ogni tanto gioca con un album illustrato dove cerca un personaggio di nome Wally, personaggio caratterizzato da una maglia a righe bianche e rosse. Alla fine del film, Mariana si affaccia alla finestra e vede Martin con un maglia simile a quella del personaggio Wally. Allora corre giù al palazzo, prendendo l’ascensore senza paura, e i due si incontrano e sorridono. Nell’ultima scena del film vediamo i due in un video su Youtube che cantano una canzone.

Il film parla di una storia d’amore tra due vicini di casa inconsapevoli di abitare molto vicini uno all’altro. Questo, come altro nel film, ci parla dell’incomunicabilità presente nel mondo attuale dovuta a tante cause ma soprattutto alla presenza del cyberspazio in cui siamo immersi ogni giorno della nostra vita. Martin, all’inizio del film, come già detto, collega varie turbe psicologiche come anche tristezza e depressione all’urbanistica presente nelle metropoli contemporanee che favorisce, tra l’altro, la solitudine. Attraverso Martin e Mariana vediamo due vite “tipo” di due giovani del mondo di oggi, rinchiusi in un mondo individuale claustrofobico incapace di comunicare con il mondo esterno.

Il film di Taretto parla anche di disagio esistenziale e di completa alienazione di individui intrappolati come in una gabbia, collegati con il mondo esterno ma paradossalmente soli e abulici.

Entrambi i personaggi, Martin e Mariana, mostrano un’infinita voglia di vivere e allo stesso tempo una condizione di impotenza verso il mondo con cui sono a contatto. Le paure e la depressione dei due ragazzi spingono lo spettatore sia a ridere che a riflettere in modo profondo su come la rivoluzione mass-mediatica e tecnologica del mondo odierno sta cambiando in modo irreversibile le persone, le comunità, il mondo intero.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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