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Matteo Renzi: Legge di tabilità, tra vecchi ricchi e nuovi poveri

Dopo l'approvazione della "Legge di Stabilità " il premier Matteo Renzi si è concesso alle telecamere nella forma che mediaticamente gli è più congeniale.
 

Nella conferenza stampa del dopo approvazione di quella che una volta si chiamava "Legge Finanziaria" poi riciclata in "Legge di Stabilità" in ossequio ai dettami della UE, che sorveglia a vista il nostro macroscopico debito primario (circa 2.200 miliardi di euro ) ed infine ribattezzata dallo stesso Matteo in "Legge di Fiducia", si è presentato con il volto raggiante, ostentando la sicurezza di chi ritiene di avere totalmente in pugno la situazione.

Lo affiancava il tenebroso ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan, del quale si narra che l'unico sorriso sia quello nella foto del suo profilo su Wikipedia. Ovviamente il ministro Padoan ha fatto solo da pendant allo straripante premier, limitandosi ad accenni di conferma quando Matteo, ammettendo la sua scarsa (e peraltro riconosciuta) competenza in materia, fingeva di richiederne l'approvazione. "Vero? Ho detto bene? ...Vai! Promosso" e via con il sorriso compiaciuto. Uno spettacolo, una rappresentazione in chiave gigionesca del "Renzi show " che va in onda tutti i giorni, a tutte le ore e su tutti i canali televisivi nazionali, nessuno escluso, con recente apertura anche a quelli regionali, rionali, canali radio,online, bassa frequenza. Insomma una copertura mediatica a tutto tondo allo scopo di massaggiare il cervello degli italiani al punto da stordirli, da renderli incapaci di distinguere il sogno dalla realtà.

L'idea di fondo è che se una cosa viene ripetuta allo sfinimento diventa una verità a prescindere. In questo senso ha avuto un vecchio maestro in materia di affabulazione narrativa che si chiama Silvio Berlusconi. Il vecchio maestro sparava bordate di dati alla virgola che nessuno ovviamente era in grado di controllare, ma che tuttavia davano la sensazione di una esattezza quasi scientifica, assolutamente inoppugnabile. Poi ovviamente gli stessi dati cambiavano volta per volta in maniera del tutto random,o casuale che dir si voglia, ma intanto l'effetto flash era stato raggiunto. Sappiamo poi come è finita. Bene Renzi non è l'erede di Silvio Berloscuni, ma ne rappresenta l'evoluzione verso la perfezione.

Venendo alla "legge di fiducia" che, essendo la legge più importante e certamente più concreta della fumosa legge elettorale o della riforma costituzionale del Senato, in quanto tocca le tasche e quindi la vita di tutti i cittadini, due cose mi hanno particolarmente colpito: l'eliminazione a partire dal 2016 della Tasi e dell'IMU per tutti a prescindere dal censo catastale dai patrimoni personali e l'elevazione da 1.000 a 3.000 euro per il contante che si può spendere. Comunque tutta la manovra economica è fatta in deficit e Renzi non ha detto una cicca sulle coperture di spesa certe. Si confida che la congiuntura internazionale resti favorevole per i prossimi anni con petrolio ai minimi storici, dollaro verso la quasi parità con l'euro e BCE che inietta liquidità senza limiti, si condfida che l'economia italiana grazie al Jobs act si attesti almeno sul 1,7% per il 2016 e 2,0% per il 2017, si confida che la spesa pubblica diminuisca anche se la spending review dagli originali tagli di spesa di una ventina di miliardi si è ridotta prima a 10 ed infine a 5 miliardi, con relativo abbandono del "commissario" di turno alla Cottarelli. Si confida poi in una maggiore elasticità di spesa concessa dalla UE in ragione del rispetto dei parametri di spesa ed in un bonus per fronteggiare il costo che deriva dall'immigrazione. Insomma più che una legge sembra il libro degli auspici, dei sogni.

Tornando a TASI/IMU , qua invece siamo al nero su bianco. La prima considerazione è che i renzisti, sul taglio della tassa sulla prima casa per tutti a partire dal 2016, la stanno vendendo come la sacrosanta manovra di "sinistra" che taglia le tasse. Lo stesso Renzi, durante la conferenza stampa ha dichiarato "siamo il primo governo di sempre che riduce le tasse invece di aumentarle". Curiosa interpretazione di "sinistra" quella di mettere sullo stesso piano chi vive da pensionato in un miniappartamento, magari nel centro storico di Roma, con chi ha la megavilla o il castello ai Parioli con tanto di servitù, piscina e cani da caccia.

Stessa cosa per l'innalzamento a 3.000 euro di possibilità di spesa in contanti. Chi non ha gli occhi foderati di prosciutto sa che il contante è uno dei veicoli del "nero", ovvero della evasione fiscale che è, assieme alla giustizia e alla corruzione, una piaga endemica di questo paese. Bene Renzi ci ha rifilato questa spiegazione in due tranche. "Dobbiamo adeguarci agli altri paesi europei altrimenti i ricchi vanno a spendere per i beni di lusso altrove", vera perla di inesattezza in quanto la Francia sta facendo il percorso esattamente inverso ed è alquanto curioso che i ricchi (onesti) non abbiano la carta di credito ma girino con la mazzetta di contante in tasca; poi sull'obiezione che probabilmente questo incrementerà l'evasione fiscale se ne esce con un criptico e misterioso "siamo lo stesso in condizione di tracciare i soldi", di cui non si percepisce il senso tecnico, e "la nostra lotta alla evasione fiscale ha portato il raddoppio per il 2015 delle entrate". La stessa Agenzia delle Entrate che per bocca del suo direttore generale Rossella Orlandi ha bollato questa iniziativa come estremamente pericolosa per gli standard di evasione fiscale italiani, che sono il doppio di quelli francesi ed oltre il doppio di quelli tedeschi. "Insomma pecunia non olet" e l'idea è che più soldi circolano e più l'economia si avvantaggerà. Siamo all'etica da bassifondi.

Insomma vedremo gli effetti a medio lungo termine, ma nessuno può togliermi dagli occhi questa immagine di un pifferaio magico che vende fumo, sparge promesse a piene mani, millanta benessere di cui nessuno si accorge e che ci sta regalando un sogno dal quale temo un risveglio doloroso. A meno che la storia finalmente non insegni qualcosa a questo popolo di smemorati ed intervenga una mano santa a darci una mano. Giunti a questi punti anche se si chiama M5S, visto che mi sta sorprendendo la metamorfosi in positivo di questi ex barricaderi da strada.

Comunque, come dicevo, ho l'impressione che l'allievo abbia nettamente superato il maestro e questo se non altro consegna alla pensione il povero ma ricco Silvio .

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