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 Home page > Tribuna Libera > Marsala 1860, lo sbarco dei Mille. 2013, la partenza di Ignazio

Marsala 1860, lo sbarco dei Mille. 2013, la partenza di Ignazio

Ottobre, domenica pomeriggio a bordo di una “Frecciabianca” in servizio da Milano a Venezia e Trieste. Seduto di fronte a chi scrive, un giovane dall’incarnato bruno, capelli nerissimi, occhi come autentici tizzoni, un filo di barba scientemente, ma non per mera incuria, sottratto al rasoio.

Il volto emana una ventata di naturale simpatia che contagia ancor più spiccatamente alla luce della conversazione che, a un certo punto, imbastisce via cellulare con un amico, in corretto italiano, ma condita da inconfondibile e colorito accento siculo. Due ragazze venete che occupano i posti a fianco chiedono al viaggiatore ormai al centro della scena quanti anni abbia (ventuno, ventitré?) e di quale località sia originario. Il nostro sembra quasi imbarazzato nel pronunciare il numero diciannove.

Dopodiché aggiunge di chiamarsi Ignazio, di essere nativo di Marsala, di aver appena conseguito il diploma di ragioniere, di aver iniziato – da due settimane – a lavorare da bidello nella scuola elementare di un piccolo paese in provincia di Padova, con l’incombenza di badare a quattro aule e a due servizi, comprese le pulizie al termine delle lezioni; contratto a tempo determinato fino a giugno 2014, stipendio netto mensile 900 euro circa, con cui fronteggiare, in primis, il costo di un appartamentino preso in affitto a 550 euro il mese.

Nessuna goduria, dunque, e però, conferma il buon Ignazio, nemmeno la minima esitazione, pur di “acchiappare” un lavoro, nel lasciare Marsala con familiari, amici, habitat, mare (vale a dire tutto) per la terra veneta. Ascoltando tale racconto, le due viaggiatrici - diciamo così - indigene, restano letteralmente a bocca aperta. A me, ragazzo di ieri che per lavoro ha dovuto “emigrare” e sottoporsi a vari trasferimenti, viene invece spontaneo di regalare al giovane dirimpettaio un accentuato “Bravo!”; non solo, ma anche di esprimergli i complimenti per il suo coraggio e di manifestargli la convinzione, ben più di un formale auspicio, che riuscirà senz’altro bene nel lavoro, non solamente in quello attuale a scuola, ma anche nelle occasioni che sicuramente gli si presenteranno con l’andar del tempo, addirittura con possibilità di scegliere secondo gradimento e convenienza.

Come terminare: con la speranza che le presenti note non suonino alla stregua di occasionale richiamo retorico, bensì a guisa di testimonianza di un indicativo e positivo comportamento da parte di un ragazzo d’oggi, che ogni giovane del nostro Paese dovrebbe tener presente. 

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