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Mario: il giornalista che non c’è

La misteriosa scomparsa dell'ex direttore Paolo Buonanima e la presa di potere da parte della losca multinazionale Micidial Corporation stravolge la vita quotidiana dell'emittente nazionale MTG. Il noto giornalista e conduttore Mario non ci sta e decide di andarsene, ma viene bloccato dal nuovo direttore Lord Micidial, uno spietato arrivista, che non solo lo costringe a rinunciare alle dimissioni, ma gli affianca anche il figlio Ginetto, un inetto che dovrà essere iniziato all'arte del giornalismo per poter un giorno prendere il posto di Mario. Per sfuggire alla morsa Micidiale di Micidial, l'unica possibilità di Mario è quella di ritrovare l'ex direttore Buonanima e far tornare tutto come prima.

È questa l'intrigante trama della serie tv "Mario", scritta e diretta dal comico, attore e regista abruzzese Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda.

Ma chi è in realtà Mario? Nella serie televisiva di 18 episodi dalla durata di 20 minuti circa, andata in onda sul canale MTV ITALIA, Maccio Capatonda interpreta un noto e serissimo conduttore e giornalista televisivo, conosciuto appunto con il nome di Mario, il quale ogni giorno deve fare i conti con l'incompetenza dei colleghi in situazioni buffe e surreali. La comicità della serie tv si basa principalmente sulla parodia di comuni errori della lingua italiana o su termini usati raramente e in altri contesti; tutti i personaggi, cioè i giornalisti del MTG e i membri dello staff dell'emittente, parlano come goffi analfabeti che creano inconsapevolmente numerosi neologismi derivati da ipercorrettismi, per potersi esprimere.
 
Al di fuori di Mario, generalmente, parte della produzione di Capatonda è maestra nel ridicolizzare le pubblicità, i reality, i conduttori televisivi con i loro linguaggi sofisticati ed i trailer cinematografici, mettendo in luce i tipici e ripetitivi cliché di cui si fa solitamente uso. Tutto questo avviene attraverso svariati sketch in cui frasi pronunciate con un'enfasi anormale in contesti poco adatti, la fanno da padrone. Un'altra particolarità degli sketch di Capatonda sono i nomi dei personaggi: quasi sempre buffi, molto improbabili, basati su giochi di parole o su personaggi realmente esistenti. Basti pensare ai nomi dei colleghi di Mario: Jo Cagnaccia, Oscar Carogna, Amarino Mallo o il più improbabile Salvo Errori, i quali rappresentano la figura dei tipici giornalisti italiani, abili manipolatori di notizie che informano solo sui fatti più marginali e meno interessanti del panorama mediatico italiano. Essi rappresentano il paradigma del giornalista che camuffa le solite notiziette in veri e propri scoop di interesse internazionale. Interessante è anche la figura di Pino Cammino, il passante di professione il quale, in qualità di testimone, si lascia intervistare durante i servizi di cronaca nera per raccontare (in un italiano pessimo) di aver visto tutto, a differenza di tutti gli altri omertosi passanti italiani...
 
Qual è la chiave del successo di Mario? Maccio Capatonda ha grande abilità nel catturare la realtà dell'italiano medio e nel fotografare la ridicolezza e la pochezza del mondo dell'informazione nazionale. Dopo aver guardato una sola puntata di Mario ci si può rendere conto dei tanti punti in comune con un normale telegiornale nazionale. Demenziale comicità e pungente satira si uniscono alla perfezione in una serie tv in cui si ride tantissimo! Mario ha riscosso un grandissimo successo in tutto il paese, un successo tale da tentare Capatonda (attualmente conduttore del programma radiofonico Lo Zoo di 105) a metter su il progetto per un possibile sequel. Riuscirà il nostro Mario a far chiarezza sulla realtà che si nasconde ai nostri occhi?
 

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