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Marino e Alemanno non sono la stessa cosa

Grillo monita severamente gli elettori del M5S a non appoggiare nei ballottaggi esponenti del PD. Mi sembra una giusta ritorsione verso quella subdola e vigliacca manovra di Bersani che faceva finta di tendere la mano al Movimento mentre, da vecchio doppiogiochista di scuola togliattiana e dalemiana, si era già accordato col PDL per le larghe intese.

Dovrebbe però fare una eccezione per Ignazio Marino, al ballottaggio per fare il sindaco di Roma, che è stato il più votato dai romani proprio perché ha preso le distanze dal suo partito, il PD, a favore dell’elezione di Rodotà e contro il vomitevole inciucio di governo con il PDL.

Un’altra medaglia sul petto di Marino è quella della ostilità del Vaticano, più precisamente della Curia (e non di Papa Francesco), che non tollera le posizioni scientifiche e civili sulle staminali e le coppie omosessuali dell’illustre chirurgo, preferendogli palesemente, con plateali dichiarazioni ufficiali, il fascista Alemanno, della serie: “la Chiesa non fa politica”.

Se è giusto che in Parlamento il Movimento voti un provvedimento legislativo che condivide, a prescindere da chi lo ha proposto, come il 29 maggio, il ritorno al “Mattallerum” (la legge elettorale precedente il Porcellum), insieme a Sel e alcuni dissidenti del PD, ottenendo immediatamente il totale sputtanamento del PD che in quella sede poteva votare la decadenza della vecchia “porcata” senza trattare con Berlusconi, è giusto fare una distinzione per Marino, e sarebbe corretto che Grillo lo facesse sapere ufficialmente.

A Roma avere Marino e non Alemanno non è la stessa cosa. È giusto che Grillo e il Movimento a Roma dichiarino totale appoggio a Marino, anche per evitare di essere etichettati come isolazionisti e negativi, e creando le premesse per l’accoglimento di qualche punto del programma da parte del nuovo sindaco.

Ricordo che il PD è spaccato almeno in tre correnti di peso simile: una è quella di Renzi, una è quella di centro (dell’apparato, delle coop, del sindacato, dei cattolici), l’ultima è quella di sinistra a cui appartiene Marino e la dissidenza di Civati e Barca che è in odore di scissione, cosa che è auspicabile e che sarebbe favorita da Marino Sindaco di Roma.

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