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 Home page > Tribuna Libera > Marine Le Pen, una donna che rimane fascista

Marine Le Pen, una donna che rimane fascista

Giorni fa ho voluto perdere un po' di tempo a leggere il programma elettorale della signora Marine Le Pen, candidata del Front National alle Presidenziali Francesi di cui oggi si svolge la prima tornata elettorale. A parte il fatto che l'ho trovato estremamente confuso e piuttosto fantasioso su diversi punti, ne ho tratto la conclusione che rimane un programma di matrice tipicamente fascista.
Il perché è presto detto.

Prima di tutto, si tratta di un programma fondato sul concetto di uno stato poliziesco, paramilitare e fortemente centralizzato, che deve essere sempre teso alla ricerca di un nemico esterno (sale fondamentale di ogni movimento estremista).
Poi, privilegia (ancora) le nazionalizzazioni credendo che si possa far ripartire l'economia di un paese proprio attraverso provvedimenti che hanno dimostrato di non essere una via efficace in tal senso perché sono gli investimenti pubblici la strada maestra per rilanciare la crescita complessiva di un sistema paese. Di questi non se ne vedono traccia in modo consistente e significativo nel programma della signora Le Pen.
Se taluni provvedimenti (pochi) possono essere condivisibili, altri (la maggior parte) sono destinati ad aumentare l'aumento complessivo della spesa pubblica (contrariamente a quanto scritto nel suo programma) e a rendere ancora più dominante il cancro della burocrazia (vero Stato nello Stato)! 
Concludo constatando che il nazionalismo esasperante e a tratti demenziale non poteva mancare come tratto dominante del programma.
La signora Le Pen può girarla quanto vuole, ma rimane una fascista che non ha nulla di nuovo, originale e costruttivo da dare alla Francia, se non un ritorno ad un passato di cui vorremmo volentieri tutti fare a meno!
Intanto, speriamo che una volta tanto la magistratura faccia il suo corso e giudichi e condanni questa signora per i fondi europei indebitamente da lei usati!
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di giovanni (---.---.---.89) 27 aprile 2017 23:21

    condivido l’assunto di fondo dell’articolo, tranne un punto: le nazionalizzazioni sono intervento pubblico. Che poi la fascista Le Pen nazionalizzi non per tutelare i lavoratori (sull’infame legge Khomri e sulle manifestazioni ad essa contrarie ha detto poco e niente), ma il padronato francese è scontato, ma resta il fatto che una nazionalizzazione è intervento pubblico.

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