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Margaret Thatcher. La storia (non) le darà ragione

Margaret Thatcher - o Lady di ferro, come l'agiografia mediatica l'ha consegnata alla storia - è stata assieme a Winston Churchill la personalità britannica più influente del secolo. Nel bene e nel male.

 

Il suo curriculum politico riporta un merito indiscutibile: quello di aver invertito il declino del Regno Unito, in una fase in cui Londra era considerata il grande malato d’Europa. Attraverso un mix di detassazione e deregulation in analogia al paradigma reaganinano ha (momentaneamente) creato grandi ricchezze e sviluppo economico, ma anche profonde disparità sociali. Illuminazione tagliata e cibo delle scuole razionato, miniere chiuse nella disperazione dei minatori (che oggi festeggiano la sua morte), società statali privatizzate senza la minima esitazione. Ha risanato l’economia britannica, ma ha posto le premesse per la crisi odierna.

Il risultato di tanto sfrenato allentamento delle regole fu una bolla finanziaria e immobiliare che precedette di qualche tempo quelle negli Usa e nel resto d'Europa. Nonostante l'implosione del sistema che segnò il tramonto della sua era, l'opera di Thatcher avrebbe gettato il seme per l'ascesa di Tony Blair, leader di una sinistra aperta al capitalismo, in tandem con l'americano Bill Clinton.

L'apertura del New Labour ai valori della destra ha fatto tornare a crescere la City di Londra alimentando la speculazione, ma l'ha svuotata di quel suo glorioso apparato industriale che per quasi due secoli, fino alla metà del Novecento, erano stati il motore dell'economia mondiale.

Ci ha lasciato tre eredità: un nazionalismo molto radicato, rigorose idee liberiste in economia e una visione fortemente antieuropea. A proposito di quest'ultimo, oggi suonano profetiche le motivazioni del suo euroscetticismo. Nel suo ultimo volume (Statecraft, "l’arte di governare", 2002) scrisse che le modalità di creazione della divisa unica contenessero il germe di future divisioni e risentimenti che avrebbero finito per esasperare le divisioni tra gli europei, invece di contribuire alla loro attenuazione.

Trent'anni dopo, con la crisi dell'euro, quelle della Lady di ferro sembrano le parole di Angela Merkel alle prese con i diktat dell'austerity, responsabili della demolizione politica e sociale di tre Stati dell'Unione (Grecia, Spagna e Portogallo), con un altro (l'Italia) avviato sulla stessa rotta. Allora il suo neoliberismo fu demonizzato. Eppure oggi, nel divampare della crisi, i politici contemporanei non sembrano conoscere altra ricetta che la sua, riabilitando tacitamente il suo modello come soluzione finale, a dispetto delle sue gravi ripercussioni sociali e macroeconomiche. Basta questo per dire che la storia le ha dato ragione? Non credo.

Indubbiamente, Thatcher è stata una leader forte e propositiva. Ha cambiato il mondo, ma ha anche piantato le radici dell'aumento delle disuguaglianze fra ricchi e poveri, che ha provocato l'attuale crisi economica. 

Secondo Romano Prodi, questo è stato un successo della Thatcher: l'idea che il mondo debba svilupparsi senza alcuna regola e senza alcun controllo, aumentando i consumi e pagando sempre meno chi produce i beni.

La macelleria sociale a cui questa spirale ha dato avvio - effetto collaterale delle sue politiche di rilancio e che si è allargata a macchia d'olio nella vecchia Europa anche a scapito dei valori comunitari - si è rivelata un male ben peggiore di quello che mirava a curare.

Come icona del liberismo, ha dimostrato che in politica, più che il rule of lawcontano i rapporti di forza. Esattamente ciò che uno Stato di diritto si propone di evitare. No, la storia non le darà ragione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.189) 9 aprile 2013 13:01
    Damiano Mazzotti

    Se fosse stata coerente, invece di farsi pagare il funerale dallo Stato e quindi dai cittadini, avrebbe dovuto pensarci, lei, il suo partito o i suoi eredi (o gli amici imprenditori finanziatori).

    Quella è riuscita a prendere per il culo i sudditi del Regno Unito anche da morta.

     Gli italiani non sono gli unici fessi a questo mondo...

  • Di GeriSteve (---.---.---.3) 9 aprile 2013 14:57

    Quando la Tatcher è andata al potere il Regno Unito funzionava male: il suo mix di liberismo e stato sociale non era efficiente, chi aveva capitali da investire guardava altrove.
    Lei, in accordo con Reagan (intendo con chi stava dietro a Reagan, CIA in testa) ha puntato tutto sul capitalismo, sul liberismo, sulla globalizzazione, sul terziario avanzato e lo spostamento del manufatturiero là dove la forza lavoro costa poco. Lo ha fatto con decisione, coerenza ed efficienza, cioè -dal suo punto di vista - lo ha fatto bene.
    Ha ricevuto gli applausi dagli inglesi ricchi e dagli imprenditori che si sono arricchiti, e ha ricevuto il plauso della varie massonerie internazionali tipo Bielderberg, Aspen, Trilateral che rappresentavano economie e finanze già multinazionali che miravano alla globalizzazione più spinta.
    Queste potenti organizzazioni la hanno fiancheggiata con una potente copertura culturale.

    Il punto cruciale è che sia da parte laburista che da parte della sinistra internazionale non c’è stata una valida controproposta, e questo è stato e forse è tuttora sorprendente: nel momento in cui il comunismo-socialismo reale era in dissolvimento le socialdemocrazie nord europee avrebbero potuto essere il punto di riferimento delle società civili e democratiche in opposizione al capitalismo selvaggio; invece tutto ciò non è accaduto: come mai?
    C’è qualcosa di poco chiaro nella storia della sinistra comunista, di quella socialdemocratica e, soprattutto, della "guerra fredda".
    Sappiamo per certo che la guerra fredda è stata combattuta e vinta dai servizi segreti USA e GB, ma non sappiamo chi li manovrava e quali erano i veri obiettivi.
    Sappiamo che i risultati storici sono stati Reagan, Tatcher, finanza internazionale e globalizzazione, mentre il crollo delle dittature comuniste non ha fatto progredire la democrazia ma lo sfruttamento. Che quelli fossero anche gli obiettivi?

    GeriSteve

    • Di (---.---.---.97) 9 aprile 2013 15:45

      E’ esattamente così. Il liberismo sfrenato e la globalizzazione non sono altro che una guerra all’ultimo sangue tra masse di disperati che lavorano come schiavi per produrre (oppure nel nostro caso per acquistare) un quantità sempre crescente di oggetti inutili, mentre i nostri padroni ci osservano compiaciuti come i patrizi osservavano al colosseo i gladiatori. Vittima collaterale di questa geniale attività è l’ecosistema del pianeta terra.

      Alessandro Rossi

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.166) 9 aprile 2013 16:46
    Damiano Mazzotti

    Però forse aveva ragione la Margaret, quando affermava che non esistn la società, ma esistono solo gli individui. Frequentando certi politici e affaristi egoisti e stronzi poteva solo continuare a pensarla così. E comunque al supermercato ci vanno gli individui e non la società. 

  • Di (---.---.---.39) 14 aprile 2013 00:49

    Mi spiace: la Thatcher è già passata alla storia e non è affatto detto che la storia non le dia ragione.

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