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 Home page > Tribuna Libera > Manovra e tagli ai disabili: in ogni caso c’è il procurato stress

Manovra e tagli ai disabili: in ogni caso c’è il procurato stress

C’è un passo della tormentosa Manovra economica di cui tutti si parla che detiene il più alto tasso di azione vessatoria ai danni dei cittadini. E’ quel passo di cui nessuno parla e spiega, che prende in considerazione i cittadini più deboli e già da molto, indifesi: gli invalidi civili.

Già nella precedente Manovra si parlava di aumentare la percentuale di invalidità civile - dal 74% all'85% - per cui era possibile richiedere il ridicolo contributo economico di circa 260 euro mesili. Se questa proposta fosse passata, in un attimo milioni di cittadini di ogni età, si sarebbero visti confiscare un contributo stringatissimo ma che in molti casi fa già una differenza.

Per giorni e giorni, sulle cronache italiane se ne parlò. Per giorni e giorni, organizzazioni a sostegno dei diritti dei cittadini, diedero battaglia.

La proposta – per fortuna – non passò. Così da confermare l’esiguo contributo a circa 7 milioni di cittadini: i disabili italiani nel 2040 (come ci ha fatto notare un nostro lettore, ndr). Un piccolo esercito di contribuenti ed elettori, che mai come in questi ultimi anni, si vede penalizzare non appena si apre il sipario di una nuova tragica crisi economica.

Nell’epoca delle manovre e manovrine, arriviamo ad oggi. Crisi economica mondiale. L’Italia che “non mette le mani nelle tasche dei contribuenti” è nuovamente alle prese con una Manovra. Anzi: con una maxi Manovra. Si riflette su nuove fonti di approvigionamento economico. Si diatriba sulle agevolazioni parlamentari che – sia mai! – vengano scalfite di un centesimo. Si dibatte sul contributo di “solidarietà” che colpirebbe i più ricchi, ma che nessuno di questi ricchi vuole pagare.

E si riapre alla possibilità di rivedere i sostegni economici ai disabili. Che a quanto pare, sono una fonte inesauribile di possibilità per chi tiene in mano i conti ormai sgarrupati da decenni di questa nazione. A questo punto loro, “i ricchi”, non hanno più nulla da recriminare. Ovvio.

Di cosa si parla? Ma di togliere quei “benefici” economici che “tanto costano alle casse del Paese”. Di azzerare modesti e persino ridicoli sostegni a chi non ce la fa nemmeno con gli stessi esigui sostegni di cui si parla.

E’ la “Lotteria della carne umana”. L’economista di governo di turno, tira una pallina – come nella roulette – attende che la pallina si fermi su una delle fasce del grande totalizzatore dove appaiono le scritte: “Precari”, “Pensionati”, “Disabili”... ed attende che la pallina si fermi.

Legge: “Disabili”. Ed ecco calare la mannaia del macellaio su qualche milione di teste umane. Né più né meno di un genocidio giocato come un video gioco sull’ultimo Tablet di moda.

La proposta che aleggia in queste ore toccherebbe tre categorie di disabili: invalidi civili, che percepiscono un assegno mensile di 260 euro (...), i superstiti che percepiscono la pensione di reversibilità di circa 600 euro mensili (...) e le persone non-autosufficienti al 100%, incapaci di deambulare, che percepiscono una indennità mensile di 487 euro.

Tagliando e ritagliando su queste fasce, il Governo – attraverso la Manovra in corso d’opera – pensa di recuperare circa 24 miliardi in due anni. Un botto di soldi. Tolti dalla bocca a chi spesso la bocca non può nemmeno aprirla, perchè magari affetto da qualche rara malattia o da una qualche forma di paralisi...

Ora, le organizzazioni di categoria si stanno già muovendo, ovvio.

Ma io vorrei portare a riflettere su un altro fatto relativo a questa ennesima azione vessatoria. Se anche in questo caso la proposta del Governo verrà ritirata e quindi nulla sarà tolto agli invalidi in questione, avete idea dell’azione dirompente sulla mente umana che queste notizie provocano sui disabili?

Provate ad immaginare: per giorni e giorni, si vede attaccata quella misera pensione che serve al più a comprare medicine necessarie per vivere o per assolvere a quelle necessità tutte umane che parlano di cibo, acqua o riscaldamento.

Il solo fatto che se ne parli, genera nei disabili una componente di stress tale che – specialmente nel caso dei disabili psichici – può portare al suicidio. E’ accettabile di conseguenza, attendere passivamente che si decida in un verso o nell’altro? E nel caso migliore, quello in cui nulla verrà tolto a queste persone in evidente difficoltà socio economica, è giusto NON perseguire penalmente chi ha cagionato tanto stress?

Io non aggiungo altro. Riflettere liberamente mi auguro sia ancora cosa possibile in Italia. E doverosa.

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