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Manomissioni della natura umana

Secondo la storia nota come «teoria del gender» (gender = genere) l’identità sessuale di un individuo - che è normalmente parte costitutiva della psicologia della persona, in quanto fonte istintuale di comportamenti, come la fame, il freddo, la sete o il sonno - non sarebbe determinata dalla biologia corporea, dalla presenza di un apparato riproduttivo al posto dell’altro e da tutte le altre componenti costituzionali che differenziano la natura maschile da quella femminile, ma sarebbe la risultante di condizionamenti sociali tendenti a confermare gli stereotipi culturali esistenti.

Quest’idea di fondo proviene da una branca di ricerca – o quantomeno una parte della stessa, peraltro non minoritaria al suo interno - la sessuologia, che non appartiene tanto al novero delle scienze mediche o naturali né tantomeno delle scienze politologiche, quanto, piuttosto, al vasto e frastagliato arcipelago delle discipline psico-sociali emerse nel clima egualitarista, antiautoritario e libertario, egemone in occidente dagli anni sessanta in avanti.Secondo questa teoria, in altre parole, non si nasce uomini o donne ma lo si diventerebbe in virtù di fattori ambientali che, potendo essere trasformati politicamente (come ci si sta affannando a fare), consentirebbero di annullare le differenze sessuali e di conseguire una piena e definitiva parità ed intercambiabilità sociale tra i sessi.

 

Uno dei principali ideatori di questo paradigma interpretativo della realtà umana risponde, infatti, al nome di John Money, già sessuologo alla Johns Hopkins University dove, appunto, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta del secolo passato, oltre ad insegnare e promuovere le proprie teorie con alcuni saggi, aveva fondato la Gender Clinic; un luogo dove armonizzare il corpo con la mente in tutti quei casi che venivano definiti come “disforìa di genere” (crisi d’identità sessuale) e dove trovavano accoglienza e legittimazione sociale fenomeni quali l’omosessualità, il travestitismo e la transessualità.

Le teorie del dr. Money conobbero in quegli anni un grandissimo successo assumendo connotazioni quasi dogmatiche nella maggior parte degli ambienti accademici - e non solo americani - tanto che oggi il concetto di “gender”, da lui utilizzato nel senso descritto, ce lo ritroviamo nelle legislazioni nazionali e sovranazionali e, con il passare del tempo, è entrato nel senso comune del linguaggio quotidiano come sinonimo di sesso, in un senso tanto indeterminato e generico da far coincidere l’identità sessuale della persona con il suo orientamento verso un certo tipo di piacere sessuale piuttosto che un altro.

 

De Chirico - Edipo 2

Nella recente risoluzione 1728/2010 del Consiglio d’Europa del 29 aprile 2010, contro l’omofobia e le discriminazioni su base sessuale, vengono ad esempio certificati e "raccomandati" per speciali tutele giuridiche 4 diversi tipi di orientamento sessuale che, in aggiunta alla normale eterosessualità, definiscono, in ultima analisi, altrettante tipologie umane (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali).

Pochi sono, tuttavia, a conoscenza delle sperimentazioni che il dr. Money poneva a base delle sue ricerche in nome dell’ideologia culturalista, né i drammatici fallimenti a cui andarono incontro quelle folli sperimentazioni ricevettero adeguata risonanza pubblica, così come avrebbe dovuto essere.

 

Uno dei casi più emblematici fu, infatti, quello di Bruce Reimer – uno dei casi sui quali il dr. Money costruì la sua fama, alla fine degli anni sessanta – che venne rivelato nei suoi esiti effettivi solo nel 2000, da John Colapinto, con la pubblicazione del libro «As nature made him» testo, non a caso, mai tradotto in italiano; il caso sarebbe stato poi ripreso sommariamente da Alessandra Nucci nel suo «La donna a una dimensione» - pubblicato nel 2006 - e da poche altre pubblicazioni destinate, nel nostro Paese, ad un pubblico comunque ristretto di lettori interessati.

 

Secondo le ricostruzioni dei fatti, Bruce subì, nei primi anni di vita, un malaugurato intervento chirurgico che lo privò del fallo in tenerissima età. Il dr. Money, che lo prese in cura, suggerì ai genitori di educarlo come una bambina, nella convinzione ideologica che ciò sarebbe bastato a renderlo, col tempo, una donna e accompagnò, inoltre, i loro tentativi con le proprie solerti terapie di ricondizionamento psichico. Nonostante gli sforzi psico-educativi ed il nome impostogli di Brenda, il povero Bruce continuò a manifestare tratti comportamentali maschili ed inquietudini. Sino a quando, cresciuto e venuto a conoscenza dei fatti, si allontanò dalla terapia e dalla famiglia, si sottopose ad un intervento di ricostruzione del pene riassumendo l’identità maschile che gli era stata negata per poi, alla fine della drammatica vicenda di manipolazioni psicologiche che aveva subito, arrivare qualche anno dopo alla tragica determinazione del suicidio.

 

L’esito terminale ed infausto di quella dolorosa vicenda umana - ridotta a sperimentazione pseudoscientifica, perpetrata sull’esistenza di una persona in carne e ossa - passò sostanzialmente sotto silenzio, mentre i risultati dei primi anni, apparentemente positivi per la crescita del ragazzo, valsero una notevole notorietà al dr. Money e l’accredito scientifico alle sue strampalate teorie prive di alcun vero e serio riscontro epistemologico.

Un credito che perdura, nonostante ogni evidenza contraria, ancora oggi.

La notizia infatti è che una coppia di genitori canadesi continua ad alimentare la stessa insana volontà di manomissione della natura umana, in nome di un’ideologia che vorrebbe darsi lo statuto di una disciplina scientifica ma che è totalmente priva di qualunque serio fondamento in base alle attuali conoscenze acclarate.

David e Kathy sono dei genitori talmente convinti delle teorie del gender che hanno dato ai due figli i nomi asessuati di Jazz e Kio, educandoli alla più completa libertà comportamentale; i risultati, però, sembrano dargli torto perché il maschietto ha continuato a comportarsi da maschietto e la femminuccia da femminuccia.

 

Sicché, per nulla appagati di sperimentare la propria ideologia di riferimento sulla pelle dei propri figli, alla nascita del terzo bambino avrebbero deciso - stando alle notizie di stampa che intendiamo commentare - di non rivelare a nessuno il sesso del neonato, parenti e nonni compresi, in modo da evitare ogni forma di condizionamento "culturale" in senso maschile o in senso femminile.

 

Il nome del piccolo - Storm (Tempesta) - privo di connotazioni sessuali come i precedenti, dovrebbe aumentare, secondo questo disegno teorico, la possibilità che il bambino cresca senza un'identità sessuale definita e consentirgli, in tal modo, di.....

 

Ecco, qui termina il commento ragionato intorno alla notizia per lasciare spazio ad interrogativi privi di soluzione apparente; cosa intenderebbero realizzare questi genitori con una simile scelta? quale tipo di futuro immaginano di poter garantire, in tal modo, al piccolo Storm? in nome di chi o di cosa ritengono che l'eventuale mancanza di un'identità sessuale certa, ammesso che ciò possa realmente avvenire, potrà rendere migliore la vita del figlio (o della figlia)?

E' normale e giusto pensare che in tal modo - addestrando un bambino a non sentirsi nulla di preciso - si realizzerà una società migliore perché non sessista?

Non sono bastate le sperimentazioni del famigerato dr. Money, sconfessate dai fatti e dalle risultanze scientifiche serie, per comprendere che esiste una natura umana che non può essere manipolata?

Sono tutti interrogativi aperti ma lascia atterriti pensare che qualcuno possa davvero credere, in scienza e coscienza, che la natura umana possa essere dominata, modificata ed asservita ad un disegno ideologico.

Eppure accade...

 

Nella Foto: De Pisis - Natura morta marina - 1929

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.87) 25 giugno 2011 17:23

    Il dottor Money era chiaramente un malato di mente che ha trovato strutture pseudo scientifiche che lo hanno sostenuto ,mentre i genitori di Storm sono poveri ossessi che scaricano sui figli le loro angosce esistenziali .Non mi meraviglierei affatto se entrambi avessero identità sessuali incerte .

    In natura ,salvo i casi clinicamente conclamati di ibridi sessuali, si nasce certamente maschi o femmine . E’ tuttavia vero che ciò non significa necessariamente diventare uomini o donne .
    I tentativi di questa coppia di genitori sciagurati di isolare un "imprinting sessuale" neutro sono semplicemente demenziali e Storm , con ogni probabilità, maturerà una personalità disturbata .
    Povero Storm . 
    • Di iulbrinner (---.---.---.51) 25 giugno 2011 18:07

      "In natura ,salvo i casi clinicamente conclamati di ibridi sessuali, si nasce certamente maschi o femmine . E’ tuttavia vero che ciò non significa necessariamente diventare uomini o donne ."



      Questo passaggio è, obiettivamente, una contorsione semantica di difficile comprensione.
      Ma, a parte questo, il problema non sono i singoli - dr. Money o famiglia canadese o tizio o caio o sempronio - bensì la cultura di supporto che legittima questi atteggiamenti rendendoli possibili agli occhi di molti: ossia, l’ideologia del "gender", secondo la quale l’identità sessuale di un individuo non avrebbe radici biologiche ma sarebbe il risultato di una libera scelta soggettiva.
  • Di paolo (---.---.---.87) 26 giugno 2011 17:57

    " Contorsione semantica ?" ... Maschio e femmina sono classificazioni di appartenenza biologica ,uomo e donna , nel senso che io intendevo , sono il risultato di percorsi che portano alla piena identità sessuale e che ,escludendo quindi gli androgini (ibridi sessuali) ,sono il frutto di interazioni con l’ambiente familiare e culturale (genericamente intendendo tutte le relazioni umane) .

    Quindi l’origine è fuor di dubbio biologica ma l’evoluzione dell’identità sessuale è il frutto di un percorso sociale di ciascun individuo .
    Per dirla facile , il pisello è frutto della biologia ma le scelte sessuali albergano nel cervello di ciascuno e sono il frutto di una interazione sociale . Pertanto dubito fortemente che sia una " libera scelta soggettiva " , propendo invece per un condizionamento esterno che spesso matura nei primissimi anni di vita e che determina un deficit evolutivo della identità sessuale.Per questo l’ho definito un disturbo della personalità . Poi chiamiamolo pure " gender",volendolo identificare come un termine di genere sessuale.
    • Di iulbrinner (---.---.---.251) 26 giugno 2011 19:37

      <<...dubito fortemente che sia una " libera scelta soggettiva " , propendo invece per un condizionamento esterno che spesso matura nei primissimi anni di vita e che determina un deficit evolutivo della identità sessuale.Per questo l’ho definito un disturbo della personalità . Poi chiamiamolo pure " gender",volendolo identificare come un termine di genere sessuale.>>


      Messa in questi termini, allora l’omosessualità andrebbe considerata uno stato patologico.
      Non che non mi trovi in qualche modo d’accordo - credo che in larga misura, anche se non sempre, sia così - ma non mi ero spinto a tanto.
      Cercavo solo di evidenziare come un certo tipo di atteggiamento ideologico sia arrivato a negare l’esistenza di determinanti biologiche nell’identità personale.
      Le finalità, insomma, sono politiche prima ancora che scientifiche.
  • Di paolo (---.---.---.87) 26 giugno 2011 23:00

    Il problema sta tutto nel concetto di " identità personale " . L’identità personale può benissimo non coincidere con l’identità biologica , ma negare l’esistenza di determinanti biologiche nella formazione della personalità è un’esercizio politico che tende soprattutto a livellare i rapporti di potere uomo-donna , riconducendoli a rapporti tra persone .Una specie di neutralità biologica per dire che uomini e donne sono le due facce di una stessa medaglia . Questo concetto di neutralismo biologico , che elimina le diversità uomo e donna , consente a movimenti omosessuali , transgender ecc di rivendicare i propri diritti politici su un piano di parità sessuale .



    • Di iulbrinner (---.---.---.167) 27 giugno 2011 11:08

      Vedo che ci troviamo d’accordo.

      Infatti movimenti per i diritti omosessuali e femminismi vedono come comune "nemico" il mondo maschile a cui si contrappongono in modo antagonista.
      Da ciò la loro alleanza sul piano politico e la cultura misandrica di avversione al "maschio" a cui entrambi danno vita.
  • Di paolo (---.---.---.87) 28 giugno 2011 11:22

    Si’ ,siamo d’accordo .

  • Di (---.---.---.202) 4 giugno 2014 11:00

    Attenzione, perchè questa ideologia sta orientando e condizionando molte delle scelte educative che ci saranno imposte nei prossimi anni. A partire dalla pessima legge Scalfarotto sull’omofobia...!!! Ma noi rimaniamo tutti supini... 

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