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Man of steel e la metafora dell’umanità che sta portando alla distruzione il pianeta Terra

Man of steel è un film del 2013 di Zack Snyder. Il film comincia con il descrivere la fine del pianeta Krypton, fine da cui si salva Kal-El appena neonato, mandato dai suoi genitori Lara e Jor-El sulla terra. Jor-El poi viene ucciso dal generale Zod e Lara decide di morire sul suo pianeta in distruzione. Zod e i suoi complici, che lo hanno aiutato nel colpo di stato, finiscono esiliati nella zona fantasma.

Kal-El arrivato sul pianeta Terra viene allevato dai Kent che lo chiamano Clarke. Clarke, fin da piccolo, si accorge dei suoi poteri al di fuori del normale e i genitori fanno di tutto per tenerli nascosti agli altri esseri umani per preservare la sicurezza di Clarke. Quest’ultimo, una volta adulto, fa lavori di diverso genere vagabondando come un derelitto senza casa e senza amici su cui poter contare.

Accidentalmente conosce la giornalista Lois Lane. La giornalista sta indagando con ricercatori, militari e scienziati nell’Artide alla ricerca di una nave aliena. É proprio su questa nave aliena che Clarke incontra l’ologramma di suo padre, Jor-El, che lo istruisce sul suo pianeta d’origine e di come questo è arrivato alla distruzione. Lois vorrebbe scrivere un articolo sulla nave aliena e su Clarke ma quest’ultimo la distoglie dal farlo.

Ecco che succede qualcosa di inaspettato. Arrivano sul pianeta Terra Zod e i suoi complici, riusciti a scappare dalla zona fantasma. Il generale Zod riesce a catturare sia Clarke che Lois. Successivamente i due scappano e cominciano una serie di combattimenti tra Clarke e gli scagnozzi di Zod, combattimenti che provocano distruzione e devastazione.

Zod poi fa sapere a Clarke che egli è intenzionato a terraformare la Terra e a rubare i codici genetici per ridare vita alla popolazione di Krypton. Inoltre, il processo di terraformazione per dar vita al nuovo Krypton comporterebbe l’estinzione dell’umanità a causa di numerosi cambiamenti ecologici che renderebbero il pianeta inabitabile per tutti i terrestri. Dopo un’aspra lotta contro Zod e i suoi complici, Superman, come viene chiamato Clarke in versione supereroe, riesce a sconfiggerli e a far tornare tutto alla normalità sulla Terra senza però evitare altra devastazione e distruzione. Alla fine del film vediamo Clarke che ha trovato lavoro per lo stesso giornale dove lavora Lois, il Daily Planet.

Questo film, come molti altri simili, propone un supereroe che rappresenta sia la metafora del post-umano che la metafora del delirio di onnipotenza dell’uomo comune. Post-umano che è la condizione che vivono gli individui nella società iper-tecnologica contemporanea grazie all’ausilio di diversi tipi di “macchine” che sono come delle “protesi” per le persone, protesi atte ad aumentare le loro capacità e le loro abilità. È come se queste macchine fornissero dei super-poteri.

Il delirio di onnipotenza invece è quella condizione o stato mentale non razionale o non del tutto razionale che sopraggiunge perché un individuo rifiuta la realtà tramite una fuga psicogena. Lo spettatore si immedesima nel supereroe e pensa alla possibilità assurda di possedere i suoi poteri. Ecco che avviene unsovvertimento della realtà dell’individuo in realtà di finzione, la realtà di finzione del supereroe, la realtà di finzione nella quale il supereroe sconfigge coloro che rappresentano il male. In questa realtà immaginifica e fantastica lo spettatore può fantasticare di trovarsi accanto al supereroe o al posto del supereroe con i super-poteri di quest’ultimo e così può trionfare in questa realtà mentre nella vita reale esce sconfitto.

Krypton e i suoi abitanti, inoltre, sembrano la metafora della umanità attuale che sta portando alla distruzione e alla fine il nostro pianeta a causa dei vari tipi di inquinamento, processo di inquinamento che ha portato al cambiamento climatico e al surriscaldamento globale, entrambi causa di tanti disastri naturali e di eventi atmosferici oltremodo violenti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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