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Malta postindustriale

Tra Sicilia e Africa, quasi a metà strada, si trova l’isola di malta e la sua isola satellite Gozo.

Malta è il più piccolo stato Europeo dal 2003, nonostante questo l’isola detiene due record: una delle densità/abitanti più alta d’Europa (1.297hab./km2) e l’appartenenza alla religione cattolica (98 per cento).


Apparentemente abitata fin dal 5200 a.c. nel corso della sua storia Malta è stata in sequenza dominata, occupata o usata come base strategica da Fenici, Greci, Romani, Arabi, Normanni, data in affitto dal Regno delle Sicilie ai Cavalieri di Malta che la avevano difeso dai Turchi nel 1565.

Nel 1798 Napoleone, durante la campagna d’Egitto, chiese un porto sicuro, di fatto, per occupare la città di Valletta lasciando sul posto un’impopolare guarnigione francese.

Gran Bretagna e Regno di Napoli mandarono munizioni e aiuti ai ribelli, assieme alla Royal Navy che istituì l’embargo dell’isola, facendo sì che nel 1800 i francesi si arresero.

L’isola divenne così un protettorato inglese.

A causa della vicinanza geografica con l’Italia, l’isola è rientrata nelle sanzioni legate all’esito della seconda guerra mondiale e deitalianizzata dal 1930. Nel 1964 Malta ottiene l’indipendenza dagli Inglesi.

Dai tratti somatici degli abitanti si può facilmente immaginare la sua storia che la rende un caso a parte e un paese ricco di contrasti e atmosfere affascinanti.

Proprio grazie al sentimento d’appartenenza comune e al collante sociale esercitato dalla religione cattolica, Malta sembra essere un esempio unico di pacifica convivenza dettata da storia e limiti geografici.


Come tutte le capitali Europee, Malta è diventata uno dei porti preferiti per le attività di ristorazione soprattutto Cinesi.

Sul Fronte spiaggia si susseguono Mc Donald, Burger King, Ristoranti Cinesi, Pastizzerie (senza dubbio la scelta migliore), Pub e pizzerie.

Isola in perenne “costruzione e ricostruzione”, ci s’imbatte ovunque in cartelli “TO LET” a prezzi da South Kensigton e paesaggi al limite del post-industriale con impianti turistici spesso abbandonati e degradati.

Malta forse rappresenta l’unico paese dell’Unione ad aver applicato alla lettera il passaggio all’Euro: un caffé costa spesso 60 centesimi e i prezzi dei servizi di trasporto pubblici partono da 40 centesimi. Gli autobus maltesi in particolare sono diventati un’attrazione turistica: comparabili per anno di fabbricazione e temerarietà dei conducenti forse soltanto a quelli indiani.Molti salgono e scendono “al volo” su tutto il tracciato e le fermate sono usate solo dai turisti.

Nonostante si faccia il biglietto all’ingresso sul mezzo, sale sempre un controllore per sincerarsi della validità degli scontrini/biglietti; rendendo così i controlli spesso infiniti.

La porta dell’autobus è perennemente aperta, sia per facilitare il sali-scendi volante, sia per arieggiare il veicolo, indifferente il tempo. Sulle file accanto alla porta, se c’è mal tempo, non si vedono quasi mai Maltesi ma coppie d’ignari turisti fradici.

Si parla soprattutto inglese e maltese
, unica lingua d’origine semitica in Europa: Le tre lingue semitiche attualmente più diffuse sono l’arabo (oltre 200 milioni di parlanti), l’amarico (circa 27 milioni) e l’ebraico (7-8 milioni). Tuttavia, per vicinanza e forse per volontà d’appartenenza, la televisione italiana è seguita ovunque, rendendo la cultura maltese come inseribile nella categoria “a rischio”.

Anche se è diffusa l’idea che a Malta si parla Italiano, la lingua è considerata, tuttora, riservata alle élite del paese e di conseguenza parlata da pochi. Nei gloriosi centri sportivi lasciati in eredità dall’epoca fascista (soprattutto sale da biliardo e bar) gli unici che parlano Italiano sono degli immigrati del Congo che hanno vissuto a Bologna.

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