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Mah! Ha ragione Berlusconi o Bertolaso?

Ha ragione Berlusconi o Bertolaso?

 
Il problema è molto arduo, considerato che di mezzo, a parte al dinamica dei tragici fatti, purtroppo, c’è la vita del povero Vito - diciassettenne torinese –troncata di netto, causa la caduta di un soffitto.
 
Sono coinvolte questioni umane, sociali e politiche. In particolare di capacità governante.
Siamo stati sommersi da una massa grande di chiacchiere, esternazioni, valutazioni e prese di posizioni.
 
Di fronte a cotanto montante enorme mare il povero cittadino come fa a capire?
Restiamo, per comodità di spazio, solo nell’ambito del Governo.
Si veda il presidente del Consiglio Berlusconi che, a morto ancora caldo, dichiara “Credo che il crollo di Torino sia stato una tragica fatalità…e i professori, mi ha detto la Gelmini, non sarebbero mai entrati un un’aula pericolante”.

Di converso, il sottosegretario alla Protezione civile Bertolaso, tra ieri e oggi, aggiunge: “ per mettere in sicurezza i circa 57 mila istituti scolastici italiani – pubblici e privati – servirebbero 13 miliardi di euro…è nostro dovere avviare un serio programma di prevenzione, non bisogna aspettare tragedie, quella avvenuta nel liceo Darwin di Rivoli non è una situazione episodica nelle scuole italiane d’epoca. Le scuole andrebbero sistematicamente sottoposte a manutenzione straordinaria, ed è evidente che questi interventi siano ancora più urgenti nelle zone a rischio sismico”.

A fronte di cotanta diversità di valutazione si rimane proprio esterrefatti.
L’oggetto, che si aggiunge alla tragica morte consumatasi, è il luogo scuola, 57.000 siti frequentati da nove milioni di ragazzi.
 
Il Presidente del Consiglio parla di fato. Un evento ineluttabile, quindi inevitabile. Dovuto esclusivamente al caso, al destino che può essere cinico e baro, come in questo drammatico evento.
 
Il sottosegretario incolpa, nel quadro del contesto complessivo, la fatiscenza e quindi l’insicurezza che, tra l’altro, caratterizzano moltissimi luoghi scolastici.
La questione, che tiene in immensa angoscia i genitori italiani che quotidianamente mandano i propri figli a scuola, non è proprio di lana caprina.

Chi ha ragione?
La Magistratura, sul caso specifico, è al lavoro.
Il dilemma, però, in questa povera Italia sempre più alla deriva, è proprio tragico ed affliggente.

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