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Mafia Capitale. Effetto dirompente sulla politica e sull’economia Italiana

Le Coop facevano affari sulla pelle di immigrati, rom, perseguitati politici ed esuli dalle zone di guerra. 

Oltre ad aprire le porte del carcere per numerosi esponenti di primo piano del PD, l’indagine di Roma su Mafia capitale potrebbe avere soprattutto l’effetto, dopo gli scandali Mps, Unipol, Bnl Coop edilizie ecc ecc., di scoperchiare definitivamente il pentolone di quella una zuppa politico-affaristico-mafiosa che viene comunemente definita “finanza rossa”.

Crollerà il mito dell’impegno sintetizzato dagli slogan del tipo “la Coop sei tu, chi può darti di più”?

Sfiorisce il fiore all'occhiello dela sinistra: la “cooperazione sociale”. Da sempre contrapposto all’impresa privata, colpevole di perseguire esclusivamente il “profitto”, il sistema cooperativo, in alcuni casi, si è è perfino rivelato peggiore del più bieco capitalista.

Nel 2013 il gruppo «29 Giugno», diretto da Salvatore Buzzi l'uomo delle "mazzette rosse", ha conseguito un fatturato di 58,8 milioni di euro, con un incremento annuo del 26,5 per cento. I principali campi di attività sono tre: raccolta dei rifiuti (39% dei ricavi), gestione centri di accoglienza con la consociata Eriches 29 (26%), cura del verde (13%). Ma i profitti provenivano tutti dalla "gestione" dei migranti. La formula cooperativa ha consentito un margine lordo di circa 6 milioni di euro e un utile netto di 3 milioni, ma c’è da credere che una azienda del malaffare come questa non abbia avuto remore ad occultare i profitti, altrimenti da dove arrivava la “provvista” al nero per poter pagare le tangenti?

Mafia Capitale, dopo le dimissioni dell’assessore capitolino alla Casa Daniele Ozzimo, del presidente del consiglio Comunale Mirko Coratti, del consigliere regionale del Pd Eugenio Patanè e del responsabile dell’ufficio trasparenza Walter Politano, ieri ha abbandonato l’incarico Lionello Cosentino (segretario romano del Pd). Orfini, nominato da Renzi commissario del PD capitolino ha dichiarato che il partito, a Roma, è «permeato da infiltrazioni criminali» ed è «stato preso in ostaggio da correnti e gruppi di potere, dimostrandosi permeabile alle infiltrazioni malavitose».

Tutto questo potrebbe avere conseguenze, oltre che sulla politica, sul sistema della cooperazione nel suo complesso, è molto probabile che si riaccenderanno le polemiche sulle fcilitazioni fiscali e normative di cui godono le coop.

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