• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Madagascar: l’isola della terra non in vendita

Madagascar: l’isola della terra non in vendita

Il Madagascar, patrimonio naturale e isola estremamente povera, in una prova di democrazia. I malgasci contro la svendita della terra. Ma chi ha un’altra soluzione?

E’ un paese lontano, per la maggior parte delle persone esotico, per i naturalisti è un paradiso di flora e fauna selvatica, con specie uniche al mondo.E’ la quarta isola del mondo per estensione. E’ un paradiso e un deserto, con metà del territorio ridotto a crosta a causa dell’agricoltura, disboscamenti e allevamenti intensivi. Una compagnia sudcoreana, la Daewoo, ha proposto di iniziare nuovi investimenti nel settore primario in cambio di un contratto di affitto della durata di 99 anni, principalmente per piantare mais.

E’ il Madagascar, alla ribalta dall’omonimo cartone grazie ai simpatici animali che l’uomo ha fatto di tutto per distruggere. 

Metà della popolazione già ora vive con un dollaro al giorno o meno. Sopravvivenza. Ovviamente, il mais della Daewoo non è nella dieta dei malgasci, ma dei sudcoreani. Che mangeranno gli abitanti?

Oltre a ciò, si mettono in mezzo le complicanze politiche. Parliamo dell’attuale presidente, Marc Ravalomanana.

Ravalomanana
Ravalomanana
Oggetto di forti contestazioni da parte dell’opposizione da Gennaio, è un potente uomo d’affari che è stato eletto nel 2001. Rajolina, leader dell’opposizone, è un magnate dei media che è stato eletto sindaco della capitale nel 2007, e che nell’ultimo periodo ha denunciato il presidente di essere un dittatore insensibile ai problemi della nazione.

Incitato a dimettersi (accuse), si è rifiutato dicendo di aspettare la fine del suo mandato (quando).

Da quando sono iniziate le proteste, ci sono stati almeno 100 morti. Il 31 Gennaio Rajoelina si autoproclama come timoniere del paese, e in Marzo una parte dell’esercito si unisce a lui. Come si sa, il peso dell’esercito in molti paesi africani è molto influente. Rajoelina diventa protetto dalle Nazioni Unite. 

L’esercito è incitato dal presidente Ravalomanana a sopprimere le manifestazioni, ma i soldati durante questo week-end dalla capitale Antananarivo dicono che si rifiuteranno d’ora in poi di eseguire quest’ordine. A confusione si aggiunge confusione, tutti gli occhi sono puntati sull’esercito.




Martedì il suo capo, Edmond Rasolofomahandry, dà ai rivali politici 72 ore per giungere a un negoziato di pace, altrimenti, afferma, l’esercito interverrà per risolvere la situazione. Ma non ha l’appoggio dei soldati, che il giorno dopo forzano le sue dimissioni, dicendo che non interverranno nella situazione politica. Anche il ministro della difesa è costretto a dimettersi.

Sotto il presidente Ravalomanana, il paese ha fatto il primo tentativo di aprirsi al mercato globale dopo decadi di stagnazione dovuta a uno scarso governo socialista.

Le multinazionali come la Rio Tinto e la Exxon Mobil sono sbarcate nell’isola, portano milioni di dollari nelle casse del governo. Lo stesso presidente ha interessi in questo business, che va dai prodotti caseari all’olio di frittura.

Il progetto minerario della Rio Tinto
Il progetto minerario della Rio Tinto
Tuttavia, il prezzo del cibo e del carburante è diventato sempre più caro mentre i capitali esteri non hanno migliorato la qualità della vita dalla maggior parte delle persone. L’ultimo accordo, quello con la Daewoo, è visto dalla popolazione malgascia come una svendita della propria terra, a cui i malgasci sono fortemente legati, da parte del presidente. Comunque, Rajoelina non è andato molto nel dettaglio riguardo a cosa farebbe se fosse al governo.

Dopo molti colpi militari in Africa nel passato, ora che sembra uscito di moda, i diplomatici di tutto il continente stanno incitando i soldati a restare nelle baracche. Le Nazioni Unite hanno mandato un inviato per negoziare, e anche la Francia sta esercitando tutta la sua influenza sull’ex- colonia.

Nel frattempo, gli investitori stranieri che hanno portato i soldi in Madagascar, spesso per ottenere vantaggi dal settore fauno-turistico, stanno cominciando a pensarci due volte.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares