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Macroregioni UE: ritorna una sorta di litorale austriaco e verranno superati gli Stati

L'attuale Unione Europea, nasce, casualmente, nel momento in cui si smembra con una tremenda guerra quella che oggi tutti chiamiamo semplicemente ex Jugoslavia. Non poteva esistere la Jugoslavia con l'Unione Europea che segue la dichiarazione di Stoccarda. Unione Europea che mina, come è ovvio che sia la sovranità dei vari Stati, sempre più centralista e decisionista.
 
Tanta distanza dai cittadini, poca democrazia reale e partecipata. L'Europa per essere realmente democratica deve essere vicina alle comunità, coinvolgere le comunità, e per essere vicina alle comunità è necessario superare il vecchio modello degli Stati nazionali. 
L'Europa è oggi un mostro che rischia di implodere perché nato male e funziona male. E' nato sulla base dello scambio delle merci prima, dell'economia, e solo secondariamente ha esteso il suo raggio di azione ed inclusione ai diritti civili e delle persone. Insomma quello che rischia di accadere è che si riproponga una sorta di Impero Austro-Ungarico in chiave moderna. Milioni e milioni di morti ci sono voluti per demolire l'Impero Austro Ungarico, comunque destinato inesorabilmente a cadere. Nazionalismi, irredentismi, barbarie, violenze, sofferenze. Cent'anni ed oltre di disgrazie per cosa? Per ritornare al passato. L'Italia verrà smembrata. Il Friuli Venezia Giulia seguirà il suo naturale destino, quello di essere regione multiculturale, un tempo mitteleuropea, ma dovrà decidere dove voler stare. Vi sono due immense zone delle Macroregioni che includono il FVG. Le Macroregioni di cui praticamente tutti ignorano l'esistenza, sono destinate a ribaltare la geografia politica e non solo politica dell'Europa e dell'Italia.
 
Si tratta di progetti nati, così come nacque la CEE, poi Ce, ed ora UE, in primo luogo per coordinare l'intervento economico su determinate aree. Ma lo scopo finale sarà quello di fare in modo che, rafforzandosi in maniera importante e determinante il ruolo delle Regioni, queste possano negoziare, trattare, direttamente con Bruxelles senza coinvolgere i Paesi nazionali di cui fanno parte. Insomma le Regioni scavalcheranno lo Stato, si coordineranno con le Regioni della Macroregione di cui faranno parte per costituire inevitabilmente un nuovo corpus politico ed autonomo che minerà, ovviamente, il senso degli Stati così come oggi e ieri li abbiamo conosciuti.
 
Non tutte le Regioni saranno interessate da questi processi, ma buona parte di quelle italiane sì, e tra queste vi è anche il FVG che rientra in due progetti Nella macroregione regione Alpina, che riguarda l'Italia e altri quattro Stati membri dell'Ue (Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia), insieme a due Paesi terzi (Liechtenstein e Svizzera). 
E soprattutto in quella Adriatico Ionica che interessa i seguenti Paesi: Croazia, Grecia, Italia , Slovenia, Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia. 
Quindi, il FVG è incluso in due Macroregioni, in un futuro non tanto lontano è facile anche intuire una divisione della Regione, quella di Udine che probabilmente entrerà nell'area Alpina e quella di Trieste nell'area Adriatico-Ionica. E ciò ben spiega il disegno in atto in FVG, che vuole, non a caso, una grande Trieste, includente tutta l'area di quella che sarebbe la Venezia Giulia inclusa Gorizia, ed il grande Friuli. Giocandosi sul quel mito del grande proprio dell'Impero Austro-Ungarico.
 
Ci vorranno anni perché questo processo giunga ad ultimazione, ma la macchina è partita e sono già stati stanziati 450 milioni di euro per l'area Adriatico-Ionica. E la cosa allucinante è che di tutto ciò non sappiamo nulla, stanno ridisegnando l'Europa, con il pretesto della collaborazione economica, senza informare e coinvolgere i cittadini su ciò che accade e quali saranno i reali risvolti. Personalmente sono a favore di un tale processo, che vede il FVG acquisire maggiore autonomia e poteri e soprattutto rientrare in quell'area di naturale destinazione, a cui è stata sottratta per antiquati e superati sentimenti ottocenteschi. Però è anche vero che la così detta rotta balcanica, che guarda caso riguarda la maggior parte di questi Paesi e Regioni interessate dalla nuova Macroregione europea che nascerà, anzi che sta nascendo, ha dimostrato una chiusura che non aiuta questo processo, e che ha rispolverato il male dei mali, i nazionalismi con cui il sistema politico delle Macroregioni dovrà fare i conti.
Marco Barone 

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