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 Home page > Tribuna Libera > Ma questo governo di che colore è?

Ma questo governo di che colore è?

E’ interessante (o comica) la querelle che si è aperta nel fronte di centrosinistra sulla “qualità” del governo Monti, querelle ben descritta in un articolo del Corriere a firma di Alessandro Trocino titolato "Esecutivo di destra?".

Sembra che il tutto parta da un pezzo di Cancrini sull’Unità titolato Perbene, ma di destra(il soggetto era Monti stesso, naturalmente), tesi rinforzata da Di Pietro e dai suoi che si sono lanciati a testa bassa da par loro sulle scelte “di classe” dell’esecutivo.

Che Monti sia stato accolto come il salvatore della Patria è noto, ma come chiosa Macaluso sul Riformista: “Pensavate che dopo un governo di destra ne venisse uno di sinistra? Non è così, non c'era alternativa, rassegnatevi”.

Sembra banale dirlo, ma forse qualcuno aveva fatto un po’ di confusione nell’entusiasmo per la “liberazione” dal governo del bunga-bunga. Sembrava un 25 aprile ed invece era un 8 settembre in miniatura, con un PDL tutt’altro che vinto.

Qualcuno l’aveva presa invece per la sconfitta del centrodestra come se fossimo andati alle urne ed il popolo avesse votato (per una volta) per la sinistra.

No, non è così - dice Macaluso - e non c’è affatto da stupirsi se le scelte che vengono fatte - magari con la lacrima all’occhio - sono scelte che spostano il peso del disastro causato da banche, speculazione, deregulation, politica eccetera sulle spalle di pensionati, precari e così via. Con qualche aggiustamentino in modo da sottrarsi all’insopportabile accusa di essere assassini di povere vecchiette al minimo sociale e alzare il tiro verso quella classe medio-bassa che suscita sempre un po’ meno commozione (e che era il vero obiettivo da subito).

Naturalmente dietro Monti, a tirare le fila tenendolo con il fiato sospeso non solo il paese, ma tutta l’Europa e, ancora oltre, tutto il mondo, non c’è tanto il PD che di avventurismo non ne ha nemmeno l’ombra (anzi gli manca proprio anche quel minimo di fantasia che lo porterebbe ad osare qualcosina) ma gli sfasciacarrozze della destra populista.

La storia italiana c’è già passata: uno come Benito ha sistemato l’orario dei treni e la palude pontina, poi non ha esitato a portare il paese nel baratro di tre guerre consecutive (Africa Orientale, Spagna, Seconda Guerra Mondiale), radendolo al suolo. Non è gente che se ne preoccupa, forse per delirio di onnipotenza o per semplice idiozia.

Che i politici del PD siano sotto il ricatto di tipi simili, capaci di distruggere tutto, e magari abbiano proprio paura vedendo ribollire anche Di Pietro (che pure lui è notoriamente uomo di destra) non mi pare impossibile e nemmeno incomprensibile.

Che Monti e i suoi boys (and girls) facciano quello – e solo quello – che gli viene concesso di fare per salvare il salvabile anche questo mi pare indiscutibile (fra l’altro prendendosi anche i sonori pernacchioni di quegli opportunisti della Lega che sono stati al governo per anni ed hanno contribuito in modo plateale alla disfatta, ma che oggi si riciclano come barricaderi alla Robin Hood. Che truffatori).

Non c’era alternativa, rassegnatevi” chiude Macaluso. Ed ha – banalmente – ragione.

Monti prenderà i soldi dai tanti che hanno poco, scordandosi che il 10% delle famiglie italiane detiene il 45% della ricchezza nazionale (non viceversa),

Non tasserà la Chiesa per i suoi beni commerciali a meno che non sia lei stessa (ripagata poi in qualche modo) ad offrirsi come un agnello sacrificale ad imitatio Christi (ma ci crederò quando lo vedrò). Non romperà i contratti d’acquisto dei supercaccia né interromperà le costose e poco redditizie missioni militari all’estero. Non imporrà una patrimoniale sui grandi patrimoni essendo il partito di maggioranza relativa che lo sostiene in Parlamento feudo del maggior detentore di patrimoni in Italia.

Perciò Monti "non". Rassegnamoci.

Quindi è la sinistra che ha un gran lavoro da fare. Vincere le prossime elezioni, smettendo di brindare per le sconfitte altrui quando non è stata lei a provocarle. Vincerle tenendo a bada quel toreador di Di Pietro e quel parolaio di Vendola. Vincerle tirando le redini a quell’iperbole rissosa della Bindi e smorzadone l’ardore con qualche robusta iniezione di cultura radicale. Vincerle raffreddando le tonalità ecclesiastiche di tanti suoi dirigenti facendo loro capire che la fede è storia intima e personale, non questione pubblica e tantomeno politica.

Vincerle, ad esempio, facendo campagna elettorale incentrata su un solo punto, tanto per cominciare: prenderemo i soldi tassando del 2% i patrimoni del 10% più ricco della popolazione. Sono un'ottantina di miliardi di euro, mica scherzi.

Vincerle convincendo il corpo elettorale grazie ad un’identità certa, omogenea, coerente, intelligente, onesta, responsabile, ma anche con un disegno utopistico che faccia sognare un mondo nuovo, non il diligente compitino di un ragioniere dalle mani pulite (che poi, a ben guardare...).

E poi magari, dopo averle vinte, impiegare un po' di tempo cercando una nuova cultura, una nuova antropologia che non sia né quella marxista né quella ultraliberista, i due poli in cui oscilla da decenni come il batacchio impazzito di un campanaccio (pure un po' arrugginito). 

Insomma costruire per vincere per sé, per noi e per tutti. E vincere per governare, se ci riesce. Sennò rassegnamoci e non chiediamo a Monti di essere altro da quello che è: una versione (un po’) più presentabile di Tre-Monti.

Se non altro ci risparmieremo le insopportabili figuracce che ci toccava fare fino a che c'era quel fuori di testa di B.

Meglio di niente...

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.215) 9 dicembre 2011 13:02

    Sinistra.
    Uomini del partito di maggioranza di sinistra che cadono dal pero (come al solito): Monti insegnava, prima che alla Bocconi, alla Sapienza. Economia e Politica Monetaria: le stesse competenze ci urlano fin da allora (anni 70/80) che non è uomo di sinistra.

    Iniezioni di cultura radicale.
    Non certo in ambito socio-economico, dove la "cultura" radicale ha molte più aderenze, di quelle che anche il redattore dell’articolo immagino sia disposto ad ammettere, con il pensiero "monetarista" di Monti ( quindi con quello "popul-liberista" di B., come ben esamina il redattore stesso ) che con quello, ad esempio, di Keynes (per non "esagerare" a sinistra).
    Anche il pensiero radicale (italiano) dovrebbe fare i conti con qualche cadavere, invece che continuare a tenerlo nascosto nell’armadio: zombies come Rutelli, Capezzone, Taradash imporrebbero un maggior grado di focalizzazione su più di qualche aspetto del proprio pensiero.
    Ma tant’è siamo italiani, di serietà e senso di responsabilità possiamo farne a meno...

    Forse davvero innovativa sarebbe l’idea di abbandonare tanti soloni del passato e pensare senza etichette qualcosa di nuovo e coerente, sfruttando solo il meglio, sì, ma senza devozione. Abbandonare i padri pare davvero troppo "radicale" e sempre prematuro, però.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.82) 9 dicembre 2011 13:58
      Fabio Della Pergola

      Il commento è più spietato dell’articolo. Sono convinto che nel partito di maggioranza della sinistra ci fosse ampia consapevolezza che l’uomo (Monti) di sinistra non è. Forse si è diffusa l’illusione di poter contare di più con un ’tecnico’, sottovalutando la robustezza, ma anche la spregiudicatezza del PDL. Nel popolo di sinistra, forse, entusiasmo, ma anche un po’ di illusioni.

      Iniezioni di cultura radicale: dal contesto in cui questa frase è inserita si capisce bene che mi riferisco alla pesante presenza cattolica nel PD (e in genere nella sinistra). L’appunto quindi è un po’ gratuito, per lo meno sull’aspetto "socio", ma anche su quello "economico" colgo l’occasione per ricordare un dibattito di un paio d’anni fa su Radio Radicale tra Bertinotti (che difendeva la cassa integrazione) e Pannella (a favore del salario di disoccupazione). La prima ipotesi garantisce i dipendenti dalla perdita del lavoro lasciando autonomi, professionisti e oggi anche i precari al loro destino. Giustificava la scelta con la necessità "di classe" di mantenere attraverso la cassa integrazione un contatto fra l’operaio e il "suo" posto di lavoro. Il radicale Pannella, che della "classe operaia" ha rispetto ma certo non legami ideologici, avrebbe visto con più favore un salario di disoccupazione in grado di garantire chiunque si trovi disoccupato.
      Se questa è la differenza non ho dubbi: preferisco i Radicali.
      Sulle loro tendenze ultraliberiste sono invece d’accordo con l’anonimo commentatore.

      Che il pensiero radicale poi debba fare i conti con i suoi scheletri nell’armadio è indiscutibile. Ma credo che si possa essere d’accordo sul fatto che la sinistra (italiana, meglio non parlare degli altri) di cadaveri ne ha infinitamente di più. Il numero di deputati di sinistra passati a Berlusconi è maggiore dei vari Capezzoni, la quantità di morti, il terrorismo, le Brigate Rosse o, per altro verso, le contiguità con il Vaticano, gli inciuci, i conflitti d’interesse non risolti e via di questo passo sono tutti scheletri - pesanti o leggeri, dell’una o dell’altra corrente - che la sinistra fa comunque fatica a tenere nell’armadio perché ce ne vorrebbe uno molto più grande.
      Sull’ultima frase, un po’ criptica del commento, sorvolo; forse sono d’accordo, forse no. Spieghiamoci meglio.

  • Di pv21 (---.---.---.108) 9 dicembre 2011 19:19

    Perle televisive >

    Monti chiarisce che non è andato a Porta a Porta “per fare un piacere” a Vespa, ma “per spiegare ai cittadini” la manovra. Non ha trovato, in tutto il Palazzo Chigi, un “salotto” altrettanto adatto allo scopo.
    “Sono salito su un treno in corsa che stava per deragliare”, afferma convinto. Forse si sente come il protagonista di Mission Impossibile.

    “Abbiamo fatto – sentenzia - più redistribuzione e più equità di quanto fosse stato mai fatto”. E ancora. “Questo chiamatelo decreto salva Italia”, suggerisce.
    Ma così fa torto al suo predecessore che diceva di essere “il miglior Premier della storia repubblicana”.

    Nella sua prima conferenza stampa ha annunciato ufficialmente di rinunciare ai suoi compensi, da Presidente del Consiglio e da Ministro Economia, come “doveroso atto di sensibilità”. Ora i cittadini sanno che chi decide i loro “sacrifici”, anche se non piange, ne condivide le “rinunce”.

    Meglio i politici o i tecnocrati?
    Non fa differenza quando echeggiano i toni di un Dossier Arroganza

  • Di Marvin (---.---.---.251) 9 dicembre 2011 23:41
    Marvin

    Il colore di ogni governo non è mai stato ben definito, c’è invece un’altra caratteristica che li ha sempre contaddistinti, e che li ha resi tutti molto simili, ed è l’odore, che non assomiglia neanche lontanamente ad una fragranza profumata.

  • Di (---.---.---.103) 12 dicembre 2011 19:32

    Sono Giovanni, l’autore del primo commento.
    Mi scuso, ma deve essermi sfuggita la firma.
    Non sono molto interessato ad astratte gare meglio/peggio tra sinistra e radicali (del resto ti faccio notare che sarebbe più corretto l’uso della percentuale sul numero degli eletti, che quello del numero assoluto delle "defezioni"), cosiccome non vedo perché cassa integrazione e salario di disoccupazione siano "a priori" in concorrenza: il primo mi pare più proprio nel contesto della grande industria (anche di servizi), di cui l’talia è(ra) ben fornita, nei momenti di crisi "ciclica" (dando per scontato che "passata ’a nuttata" l’impresa riprenda ad assumere chi già conosce il mestiere), il secondo come un vero e proprio "salario di cittadinanza".
    Quello che proprio troverei di grande interesse, invece, potrebbe essere riuscire a farmi spiegare da qualcuno che "esce" dalla cultura radicale (come te?) come in nome della libertà e del pacifismo si possa essere stati, come esempio, con Pannella al fianco di un mafioso: spiegare, intendo, la debolezza del proprio pensiero, non trovarne le giustificazioni.
    Come sarebbe interessante ascoltare qualcuno della sinistra politica italiana, spiegare come mai ai vuoti blabla di Veltroni il cervello gli va in pappa, o rimane inerme alle staffilate inflittegli alle vertebre da un D’alema...
    Poi, si potrebbe anche passare a consequenziali contenuti socio-economici.

    Soloni. Tu, infatti, ne nomini proprio due di Soloni e di prima grandezza e un po’ troppo osannati, a mio modesto parere: perché allora mi dai del criptico? smiley

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.82) 12 dicembre 2011 21:09
    Fabio Della Pergola

    personalmente sono poco interessato anch’io al meglio/peggio, mi sono solo adeguato al tuo primo commento. Il mio cenno alla cultura radicale
     ripeto - era finalizzato a sottolineare la necessità di contrastare la pesante influenza dei cattolici all’interno della sinistra italiana. Influenza che ha pesato sulla aggressione ai deputati radicali (cosa di cui ho parlato in tre o quattro articoli precedenti) e sulla successiva costituzione di un governo molto gradito al vaticano.
    L’esempio della differenza - che nel dibattito sembrava proprio inconciliabile (ma non a me, a loro) - tra cassa integrazione e salario di disoccupazione è evidentemente un punto esemplificativo di due modi opposti di interpretare la società: uno legato allo scontro di classe e uno più liberista (ma direi keynesiano in questa occasione). Due diversi modi di interpretare la società che dovrebbero/potrebbero trovare una sintesi risolutiva capace di andare oltre. Se è questo che intendi tu allora siamo d’accordo: dei soloni mi importa poco pure a me. Mi interessa capire se e in che modo si può andare avanti smettendola di rimbalzare da un governo di decerebrati populisti ad uno di seriosi cardinali. Serve un ’pensiero nuovo’ per la sinistra, un pensiero capace di fondare una nuova antropologia (non è questo che ho scritto nell’articolo ?)

  • Di (---.---.---.105) 19 dicembre 2011 00:52

    ok, allora siamo d’accordo.
    Trovo però inesatto (e un "tantino" scorretto nei miei confronti, scusami, ma te lo dico) dire che" ti sei solo adeguato al mio commento": perché non è vero, nel commento, al contrario, io affianco nella critica, ma non giudico meglio/peggio, basta rileggere.
    Tu invece lo fai, nella successiva risposta.

    Giovanni

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.82) 19 dicembre 2011 01:32
    Fabio Della Pergola

    "Iniezioni di cultura radicale.Non certo in ambito socio-economico, dove la "cultura" radicale ha molte più aderenze, di quelle che anche il redattore dell’articolo immagino sia disposto ad ammettere, con il pensiero "monetarista" di Monti ( quindi con quello "popul-liberista" di B., come ben esamina il redattore stesso ) che con quello, ad esempio, di Keynes (...) Anche il pensiero radicale (italiano) dovrebbe fare i conti con qualche cadavere, invece che continuare a tenerlo nascosto nell’armadio..."

    Queste sono le parole del tuo primo commento. A me sembrano un giudizio meglio/peggio in cui il peggio sarebbe la cultura radicale, almeno sul versante economico. Il che è tutto da dimostrare. Far lievitare così il debito pubblico è diventato un problema ai limiti del fuori controllo che i radicali segnalano da decenni, tanto per dirne una.
    Su quello etico non fai che ripetere la questione di un certo numero di individui in cui il contenuto di ’destra’ del pensiero radicale ha prevalso su quello di ’sinistra’. In quanto a contenuti di ’destra’ il pensiero della ’sinistra’ storica di derivazione marxista è ampiamente più appesantito sia sul versante della proposta leninista (con tutti i corollari che sono seguiti) sia su quello della deriva religioso-vaticanista (fra l’altro ripeto che nel mio articolo la proposta di iniezione di cultura radicale era chiarissimamente su quest’ultimo aspetto, come ho già detto). Mi sembrano questi gli scheletri nell’armadio della storia che vale la pena di scoprire, più che fare il solito elenco dei vari Capezzone, Taradash, Roccella eccetera che sarebbe anche un po’ datato. A questo ho risposto.
    Complessivamente non mi sembra di aver capito male, ma se è così... pazienza. Sono certo che sopravviverai.

  • Di (---.---.---.114) 21 dicembre 2011 16:11

    Hai invece proprio capito male. Evidentemente.
    Ma non aggiungo alcun chiarimento, è sufficiente la lettura del tuo ultimo post e un po’ di onestà.
    Mi spiace.
    Passo. E chiudo.

    Giovanni

  • Di (---.---.---.82) 22 dicembre 2011 01:58

    e tanti cari saluti

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