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M5S: la “democrazia diretta” on-line

I vertici del Movimento Cinque Stelle da tempo sostengono di essere gli unici a praticare la democrazia diretta. Lo strumento per eccellenza che privilegiano per l’attuazione della loro “democrazia diretta” è la rete web. Nell’ultimo anno, almeno in tre circostanze, abbiamo appreso dalle loro stesse fonti che il “popolo” iscritto al M5S è stato consultato su alcune decisioni ritenute fondamentali.

In particolare, ricordiamo che nell’aprile del 2013, in occasione delle elezioni presidenziali, il candidato del M5S fu scelto con un “referendum” dove gli aventi diritto al voto erano 48.282 e tra ben nove candidati, con meno di diecimila voti, fu scelto Stefano Rodotà. A giugno dello stesso anno, quando il M5S fu agitato dalla sfiducia contro la senatrice Gambaro, rea di aver assunto posizioni non condivise dai vertici del suo partito, il popolo grillino composto da 19.000 iscritti, sempre sul web ,votò il 65% per le sue dimissioni. In questi ultime ore, all’interno del M5S si è ripetuta la stessa sceneggiatura: questa volta si è votato sulla legge che prevede il reato di immigrazione clandestina. Puntualmente su 80.383 “grillini” aventi diritto al voto, hanno espresso il loro parere solo in 24.932, votando per l’abrogazione della legge in 15.839 e per il no 9.093.

I vertici del M5S in queste ore stanno esultando, dichiarando ai quattro venti che queste consultazioni attraverso la rete web sono la vera manifestazione della democrazia diretta e che, prossimamente, anche sulla legge elettorale utilizzeranno questo innovativo sistema democratico!x

Ora a tanta scienza politica non oso rivolgere nessun appunto, ma a coloro che vengono classificati ”popolo di coglioni” come me, secondo il linguaggio ricco e colorito del signor Grillo e soci, rivolgo qualche inevitabile considerazione (infatti solo tra “simili” ci si può intendere!). In un movimento politico proteso verso conquiste epocali, ad occupare piazze, ad aprire il parlamento come una scatoletta di tonno e mettere alla gogna tutti i politici, come mai nei momenti essenziali di questa “democrazia diretta”, su dieci milioni di elettori che hanno dato la loro fiducia al M5S, solo in 80.000 hanno diritto ad esprimere il loro parere nel corso delle consultazioni? Non è un po’ “meschinella” la percentuale degli attivisti rispetto agli esiti elettorali? E ancora: come mai tra questi fortunati “capiscioni” solo in 25.000 si sono espressi? Praticamente più dei due terzi degli aventi diritto se ne sono “stracatafottuti” delle consultazioni o forse hanno trovato un po’ riduttivo il questionario che è stato a loro propinato?

Noi di Neo-democrazia sociale, che non possediamo la preparazione “tragicomica” dei leader del M5S, osiamo pensare che per formare cittadini attivi alle scelte politiche occorrerebbe invogliarli a discutere in tradizionali assemblee (il web può essere utile in fase di preparazione e per diffondere inviti). Quando appaiono sempre gli stessi personaggi ad arringare le “masse” si finisce per riproporre la stessa politica che dal “Ventennio” ad oggi non ha mutato sostanzialmente i rapporti tra cittadini e i loro rappresentanti e si finisce sempre per giustificare uno Stato dove un’oligarchia con il suo nuovo ”capopopolo” decide e s’impone a tutti.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.186) 15 gennaio 2014 20:12

    Non so come la pensi lei ma dai termini o dagli aggettivi che usa come "da tempo sostengono di essere gli unici a praticare la democrazia diretta", "l’attuazione della loro “democrazia diretta”", "abbiamo appreso dalle loro stesse fonti", "gli aventi diritto al voto erano 48.282 e tra ben nove candidati con meno di diecimila voti", "il M5S fu agitato dalla sfiducia contro la senatrice Gambaro", "rea di aver assunto posizioni non condivise", "si è ripetuta la stessa sceneggiatura", "dichiarando ai quattro venti", "tanta scienza politica non oso rivolgere nessun appunto", " ”popolo di coglioni” come me", "linguaggio ricco e colorito del signor Grillo e soci, rivolgo qualche inevitabile considerazione (infatti solo tra “simili” ci si può intendere!)", "movimento politico proteso verso conquiste epocali", "un po’ “meschinella” la percentuale", "fortunati “capiscioni”", "se ne sono “stracatafottuti”", "a loro propinato", "Neo-democrazia sociale", "preparazione “tragicomica” dei leader del M5S", "osiamo pensare", "arringare le “masse”", "il suo nuovo ”capopopolo”", mi pare di capire che non le bastano gli aggettivi del vocabolario per definire Grillo e il Movimento, ricorre pure a parole inventate.

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