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Lotta alla pedofilia. La lacerante condizione dei bambini abusati

A Phnom Penh - in Cambogia - comprare il corpicino di un minore è cosa usuale. Ogni giorno, l’esercito dei bimbi abusati si ingrossa. L’età a volte non raggiunge i cinque anni: bambole senza anima per adulti incomprensibili. I trait d’union fra i “villeggianti del sesso” ed i minori da abusare, sempre più spesso sono gli stessi parenti dei bimbi: fratelli, padri, sorelle. Per una manciata di riso, in un paese dalle condizioni economiche tragicamente critiche, si fa qualsiasi cosa: persino condannare all’orrore chi dovrebbe essere accolto come un pulcino nel nido. Al caldo. Fra braccia protettive. La prostituzione dilaga, ed anche nei bordelli della capitale cambogiana, è uso “offrire” ai clienti bambine che spesso non superano i dieci anni. Vergini. Un “bene”. Un “capitale” da far fruttare. Merce rara.
 
L’omertà qui non è di casa. Si fa tutto alla luce del sole. Le istituzioni spesso chiudono un occhio. A volte tutti e due. Sporadicamente viene effettuato qualche controllo.
 
Nel resto del mondo, cambiano le metodiche. L’omertà la fa da padrone spesso e volentieri. E’ il silenzio di chi sceglie di celare una violenza senza pari. Senza ragione. Senza umanità. Bimbi usati come contenitori di voglie oscure. Desideri infami. Storture psichiche. E’ l’omertà di chi non sa che fare. E sceglie il silenzio. Producendo ancor più danni – se fosse possibile – dei danni inferti al corpo ed all’anima di milioni di minori in tutto il mondo ogni giorno dell’anno.
 
Bambini oggetto di desideri indesiderabili. Oggetto di pulsioni irrefrenabili. Che scatenano violenza immane. Che producono strappi e lacerazioni non solo al corpo ma al cuore ed all’anima di chi li subisce. Esasperazioni di adulti indecisi fra la psicopatia e desideri sessuali sfrenati, che devono ad ogni costo trapassare i limiti dell’accettazione per generare soddisfazione.
 
Una parte di mondo sa. E tace. L’altra parte subisce. E non sa che fare. Molti osservano. Poi, girano la testa dall’altra parte. Incredibile reazione ad un dramma che colora di rosso sangue le generazioni infantili dei millenni e dell’attualità.
 
Realtà che travalica ogni livello: la pedofilia non conosce differenze sociali, culturali, etniche. Esiste ovunque esiste un minore ed un adulto che tendenzialmente trova soddisfazione nel manipolare un essere senza alcuna volontà ne capacità di reazione. E’ il possesso assoluto. Unico. E per questo magnificato nella mente di coloro che non potrebbero mai ottenere lo stesso possesso in un pari di età.
 
In tutto il mondo, ogni minuto un minore subisce violenza. Mentre batto sui tasti della tastiera, ecco che un bimbo viene oltraggiato. Ancora uno. Un altro...un altro.
Il pensiero è enorme quanto abominevole. Pensare che mentre siamo al caldo ed al sicuro in qualche posto di questo folle mondo, un esserino stia subendo un oltraggio fisico o attenzioni morbose spinte all’eccesso, fa salire un tremito di orrore misto a disgusto.
 
Ci sono luoghi in cui la tratta dei bimbi è uso comune. Esistono posti ove l’infanzia non trova alcuna protezione. Esistono adulti che sono disposti a tutto per entrare in possesso di un piccolo corpo: il denaro in molti casi, fa compiere atti che trascendono il senso di Umanità. La fame, smorzata dal dolore di un bimbo che piange. Abusato, terrorizzato, usato, gettato via.
 
Il senso della Vita si perde dentro un secchio della spazzatura. Sembra che una grossa fetta dell’umanità non pensi ad altro che a soddisfare esasperate visioni sessuali. L’Essere Umano si tramuta in bestia. Frenetico cacciatore di sensazioni estreme. La materializzazione di un desiderio osceno è prioritaria rispetto a qualsiasi ragionamento. A qualsiasi etica. Il desiderio E’ prioritario. I bambini vengono dopo. Semmai.
 
Molti adulti non vedono. Segnali di fumo che gli stessi bambini non sanno generare. La mente di un piccolo abusato, usa la strategia della rimozione. E ad ogni nuovo abuso una nuova rimozione. Violenze stratificate. Cementate. Occultate. Che un giorno però. Potrebbero esplodere tutto insieme. E magari, generare altra violenza.
 
Continuo a battere sui tasti: ogni tasto un bambino abusato. L’orrore mi fa desiderare di urlare. Di urlare tutto ciò che molti scelgono di tener segreto. Per ogni bimbo violato, un adulto da condannare. Nessuna comprensione. Nessun rispetto. Ma la regola del “gioco” non presuppone condanne. Ognuno torni al suo posto. Dopo. Dopo aver fatto il danno. Un adulto di qua. Un bambino di là. Soddisfazione ed orrore. Pesante contributo alla bestialità umana che non viene curata ne sollecitata alla riflessione. Intanto, mentre il mondo segue altre priorità, il futuro è costellato di adulti abusati durante l’infanzia. Una catena che non conosce fine. Un orrore tessuto nella maglia di una Società ormai andata a male. Sconfitta. Aggredita. Abusata.
 
Un corpicino che non troverà calore. ...Se non quello di un’altro corpo, troppo adulto per non fargli male.

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